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Le variabili che oggi governano le dinamiche competitive nello scenario economico attuale, sono cambiate significativamente rispetto a quelle del passato. Le problematiche che le aziende hanno dovuto affrontare, hanno portato ad un cambiamento rapido e inesorabile che ha premiato chi ha saputo sfruttare per primo le nuove regole del gioco, estromettendo dal mercato chi non è stato in grado di reagire prontamente e correttamente alle nuove sfide. Fino a pochi anni fa, era diffusa la convinzione che l’attenzione verso l’impatto ambientale rientrasse nella Responsabilità Sociale dell’impresa, evidenziandone prevalentemente quelli che erano i risvolti puramente giuridici o persino etici e morali, e scollegando invece possibili impatti sul modello di business e sulle aspettative del mercato. La tendenza attuale invece sta portando le aziende verso la consapevolezza che ci sia un legame crescente tra le green practices e la sostenibilità ambientale da una parte, e le performance ed il successo di un’impresa dall’altra. Gli aspetti chiave che stanno portando ad un crescente interesse verso questo tema ed all’incremento costante degli investimenti includono non solo la sensibilità crescente della stessa impresa, ma anche l’adeguamento all’evoluzione normativa (sempre più frequente e stringente in questi anni), la necessità dell’aumento della qualità dei prodotti e la contemporanea riduzione dei materiali impiegati e dei costi necessari per la loro produzione, il miglioramento dell’immagine e della reputazione agli occhi di consumatori sempre più sensibili all’evoluzione ambientale nel prossimo futuro e, infine, le nuove opportunità di mercato. In una parola la sostenibilità cessa di essere meramente ambientale ed allarga i suoi confini al modello di business “sostenibile” dell’impresa. Il progetto di ricerca “GreenTech” vuole definire la rilevanza del tema della sostenibilità ambientale per le aziende in Italia e le conseguenze che questa nuova sfida imprenditoriale sta provocando sui mercati. Questo progetto, in particolare, mira ad individuare non solo le principali pratiche green sviluppate, ma anche a capire anche come le aziende hanno deciso di affrontare questo tema, partendo dalle scelte organizzative fatte, dal riconoscimento che queste funzioni dedicate hanno all’interno del sistema, dall’attribuzione o meno di un budget di spesa specifico per queste attività, fino ad arrivare alla tipologia di interventi ad oggi maggiormente sviluppati. Più di 80 sono le imprese che hanno preso parte all’indagine condotta da Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, afferenti a cinque diversi macrosettori: automotive, fast moving consumer goods (FMCG), manifatturiero, etc., di dimensione diversa (si va dalla piccola impresa alla grande multinazionale) e selezionate in modo tale da rappresentare adeguatamente in valore il settore stesso, includendo anche le imprese focalizzate su processi produttivi specifici, nel tentativo di comprendere ed identificare le relazioni che legano l’impresa sostenibile con il mercato, con i competitors. Obiettivo dell’indagine è innanzitutto quello di fornire il reale significato del tema “green practices in azienda” che, intesa come quella serie di strumenti e assetti organizzativo/gestionali volti a ridurre l’impatto dell’attività dell’impresa sull’ecosistema e ad implementare una strategia orientata alla sostenibilità ambientale, assume declinazioni specifiche ancorché dai contorni sfumati, riconducibili in sostanza a 5 aree di attività: produzione di energia da fonti alternative; recupero di scarti e prodotti; l’ottimizzazione della logistica; l’innovazione di prodotto; efficienza nei processi produttivi e/o nelle strutture di staff. L’evidenza empirica delle analisi condotte ci dice come tra le green practices implementate, la ricerca dell’efficienza (energetica in particolare) nei processi produttivi core e/o nella gestione delle facilities di supporto, rappresentino i principali progetti attualmente implementati o in fase di implementazione dalle aziende italiane, seguite subito dietro dal concetto di “recupero” di scarti e prodotti (o parti di essi) imperfetti o obsoleti: Il principale driver che muove le scelte delle aziende in questa direzione è oramai da considerarsi autonomo e relativo a policy e scelte interne dell’azienda, a testimonianza di un interesse e di una consapevolezza crescenti verso il tema della sostenibilità. Tuttavia fattori esterni come l’evoluzione normativa, o l’evoluzione delle dinamiche di mercato o delle mosse dei competitor rimangono di notevole importanza. I risultati raggiunti dalle imprese intervistate infatti appaiono coerenti con i modelli decisionali identificati e, subito dietro al necessario investimento per il rispetto e la compliance normativa, si rileva un focus importante, appunto, sulla ricerca dell’efficienza e sulla diminuzione dei costi. Gli obiettivi futuri ed i relativi investimenti continuano ad andare proprio in questa direzione: ovvero le aziende tendono a porsi in maniera sempre più proattiva nei confronti delle tematiche green e della sostenibilità, in modo da trasformare ciò che prima veniva visto come un mero costo fisso, in una opportunità di investimento dal ritorno rilevante. In aggiunta si è cercato di investigare la struttura organizzativa dell’impresa con domande ad hoc per individuare la presenza o meno di una funzione dedicata al presidio di questo tema e conseguentemente capire il riconoscimento della stessa da parte delle altre funzioni. Il risultato è stupefacente, tanto da far emergere veri e propri sentieri di sviluppo organizzativi. Infine si è cercato di indagare sulla percezione della variazione dei possibili investimenti futuri sulla sostenibilità da parte dei competitors e dell’impresa stessa cercando di capire, oltre alla variazione del valore ragionevolmente prevedibile dagli operatori, quali potessero essere le cause principali che avrebbero potuto incidere sugli investimenti come l’evoluzione della normativa, del mercato, delle politiche dei concorrenti diretti, etc.. Dal punto di vista organizzativo, la fotografia che ne scaturisce è quella che le imprese italiane sono ancora distanti da un presidio organizzativo efficace della sostenibilità tanto che solo nel 40% dei casi osservati è presente in azienda una struttura organizzativa dedicata ed un budget definito e controllato specificatamente dedicato a queste tematiche. Inoltre grazie ai dati raccolti è stato possibile effettuare un’analisi volta ad identificare la direzione perseguita dall’impresa rispetto alle “green practices” definite dalla stessa e quindi comprendere l’allineamento tra le azioni intraprese ed i trend di mercato, identificare le pratiche maggiormente sviluppate, all’interno di un settore specifico o trasversalmente ad esso, ed identificare le cause di eventuali discrepanze tra gli interventi implementati e le caratteristiche dell’impresa stessa. I risultati della ricerca dell’Energy &Strategy Group del Politecnico saranno presentati in un convegno il prossimo 13 marzo. Evento che coinvolgerà attori molto importanti sul mercato italiano ed internazionale che illustreranno alcuni casi di successo e l’impatto avuto sia sul valore che sulla sostenibilità ambientale del modello di business dell’azienda stessa. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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