Climate Action Tracker: dai governi false soluzioni per la crisi climatica

Secondo il Climate Action Tracker, in base alle politiche attualmente in atto, le proiezioni dimostrano un aumento del riscaldamento di 2,7° entro la fine del secolo. E’ necessario eliminare i combustibili fossili e non affidarsi a soluzioni temporanee. Il Kazakistan è l’unico governo ad avere una legge per l’obiettivo emissioni nette zero.

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Climate Action Tracker: dai governi false soluzioni per la crisi climatica

In un anno in cui tutti i continenti hanno sperimentato caldo da record, incendi, cicloni tropicali o altri eventi estremi, non ci sono stati cambiamenti importanti nell’azione dei governi contro il clima.

Lo dichiara Climate Action Tracker nel suo rapporto annuale “Warming Projections Global Update” secondo cui nonostante le promesse del governo, le proiezioni sul riscaldamento globale non sono migliorate rispetto a Glasgow due anni fa.

“Due anni dopo Glasgow, il nostro rapporto è praticamente lo stesso” ha dichiarato Claire Stockwell, analista politica di Climate Analytics e autrice principale del rapporto. “Penseresti che gli eventi estremi in tutto il mondo avrebbero scatenato un’azione più forte, ma i governi sembrano ignorare i segnali, pensano che basti rimanere a galla per risolvere i problemi. Questo è il decennio critico per l’azione: abbiamo bisogno che i governi intensifichino e migliorino i loro obiettivi per il 2030” conclude.

False soluzioni per il clima

Molto spesso i governi, evidenzia il Rapporto, sostengono soluzioni tecnologiche che non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi fissati al 2030. Aggiungere la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) alle centrali elettriche alimentate a carbone o gas non è una valida soluzione, né tecnologicamente, né commercialmente e nemmeno su larga scala.
Eolico e solare con accumulo sono opzioni migliori.
La co-combustione dell’ammoniaca con il carbone nelle centrali termoelettriche è inefficiente e antieconomica.
I carburanti elettrici sono da cinque a sei volte meno efficienti delle auto elettriche a batteria. L’utilizzo dei crediti di carbonio per compensare le emissioni nazionali e raggiungere gli obiettivi NDC porterà solo a un ritardo nella riduzione delle emissioni. I paesi non dovrebbero fare affidamento sulla rimozione del carbonio per i loro obiettivi di zero emissioni nette, anche se il mondo avrà bisogno di rimuovere una certa quantità di anidride carbonica per mantenere il riscaldamento al di sotto di 1,5°C.

Servono obiettivi più ambiziosi

Il Climate Action Tracker delinea una serie di scenari che dipingono una situazione poco felice. Lo scenario “Pledges and targets” basato sugli NDC al 2030 e sugli obiettivi a lungo termine vincolanti, comporterà un aumento della temperatura di 2,1°C entro il 2100. Dei 40 paesi monitorati, il Kazakistan è l’unico governo a sancire una legge per raggiungere l’obiettivo emissioni nette zero.

Lo scenario “2030 targets only” basato solo sugli obiettivi contenuti nei Contributi determinati a livello nazionale, comporta un aumento della temperatura di 2,5°C entro la fine del secolo.

Lo scenario più preoccupante, quello definito “Policies & action”, basato sulle attuali azioni climatiche, porterà ad un aumento di 2,7°C entro la fine del secolo.

Pur considerando lo scenario “Optimistic”, che presuppone la piena attuazione di tutti gli obiettivi annunciati, compresi quelli vincolanti, avremo un aumento della temperatura di 1,8°C entro il 2100.

Surriscaldamento: possibili aumenti delle temperature

Per favorire un impegno maggiore il Climate Action Tracker definisce nel rapporto sei criteri essenziali per i Nationally Determined Contributions che i governi dovrebbero raggiungere entro il 2035:

  1. Ridurre sostanzialmente le emissioni a livello nazionale.
  2. Allineare gli obiettivi al target zero emissioni nette, superando gli obiettivi al 2030.
  3. Stabilire obiettivi assoluti, in campo economico, di riduzione delle emissioni.
  4. Aumentare i finanziamenti per il clima.
  5. Concentrarsi sulle riduzioni delle emissioni a livello nazionale e non sui mercati del carbonio.
  6. Iniziare a sviluppare e attuare nuove politiche climatiche.

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