Crisi climatica minaccia numero per la salute, oltre 250mila morti all’anno al 2050

Il Wwf in occasione del World health day chiede interventi urgenti per abbattere le emissioni di gas serra, azioni immediate per l’adattamento e la mitigazione, e la diffusione ‘per tutti’ di servizi sanitari sicuri e acqua potabile.

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Crisi climatica minaccia numero per la salute, oltre 250mila morti all'anno al 2050

“La crisi climatica è la minaccia numero 1 per la salute umana”. E’ per questo che in occasione della Giornata mondiale della salute – che si celebra il 7 aprile – il Wwf lancia un appello affinché si agisca subito “per limitare e fermare il riscaldamento globale”, abbattendo le emissioni di gas serra e prendendo tutte le misure di adattamento necessarie “per limitare i danni e tutelare le persone”.

L’associazione, che cita The Lancet e Organizzazione mondiale della sanità (Oms), è netta nel lanciare l’ennesimo allarme per la salute di tutti gli esseri viventi: i cambiamenti climatici sono ritenuti la più grande minaccia per la salute globale del 21esimo secolo, tanto che le stime parlando di oltre 250mila morti all’anno a livello globale tra il 2030 e il 2050.

Avere accesso a servizi sanitari e acqua potabile è un diritto di tutti, oltre che essere al cuore del messaggio del World health day.

Disastri naturali, eventi meteo estremi, alluvioni e siccità, sicurezza alimentare e diffusione di malattie, sono soltanto alcuni degli scenari associati ai cambiamenti climatici; a questo si aggiunge un’inevitabile inasprimento delle disuguaglianze, dei conflitti, e delle migrazioni.

Ondate di caldo

Nell’estate del 2022 oltre 60mila decessi prematuri in Europa sono stati attribuiti al caldo. Dall’Italia in su, i rischi legati alle ondate di calore sono già a livelli critici nell’Europa meridionale. I più esposti sono chi deve rimanere all’esterno per lavoro (con una riduzione della produttività), chi non può permettersi un impianto di aria condizionata; così come gli anziani e le fasce di popolazione più fragili per condizioni socio-economiche.

Rischio infezioni

Uno degli effetti potenzialmente associati al riscaldamento globale è la maggior facilità di diffusione delle malattie, specie quelle che sono favorite dall’aumento degli insetti vettori che trovano condizioni fertili nello stato del clima. Per l’Europa per esempio le previsioni parlando di un aumento della diffusione della zanzara tigre e delle patologie associate alla puntura di questo insetto, come la Dengue, la febbre da Chikungunya, la febbre West Nile; oltre alle patologie trasmesse da pappataci (leishmaniosi) e da zecche (malattia di Lyme).

Cresce l’ansia

Aumentano anche le malattie mentali. Con l’aumento generale delle temperature medie di un grado centigrado, salgono del 2% alcuni tipi di patologie psicologiche. Tra queste, depressione, stati di ansia, insonnia, paure, malesseri psichici generalizzati. Il ragionamento: con una maggiore probabilità di eventi catastrofici dovuti ai cambiamenti climatici si potrebbe generare o esasperare la reazione di individui già di per se fragili. A questo bisogna anche aggiungere come la progressiva riduzione di biodiversità animale e vegetale, e alla variazione dei parametri atmosferici stagionali, possa far percepire “uno stato di disequilibrio” e quindi portare a una sofferenza mentale.

Trasmissione malattie, la zoonosi

Aumentano le malattie trasmesse dagli animali, e agli animali. I cambiamenti climatici influenzano fortemente la zoonosi, ovvero malattie infettive trasmesse dagli animali all’uomo (causate da virus, batteri, parassiti o prioni. Tra queste le zoonosi trasmesse da invertebrati (zanzare, zecche, pulci e altri artropodi ematofagi). Anche zoonosi arrivate all’uomo dai vertebrati possono essere influenzate dai cambiamenti climatici: nel nord Europa, è stato osservato come i grandi focolai umani di febbre emorragica da hantavirus – una malattia trasmessa dai roditori – coincidano con i picchi di crescita delle popolazioni di roditori, favoriti dalle temperature invernali più miti. Ma anche alcuni batteri che giungono all’uomo attraverso acqua e alimenti, tipo la salmonella, risentono del clima tanto che secondo uno studio i casi di salmonellosi umana aumentavano fino al 10% per ogni grado in più di temperatura media settimanale.

Insicurezza alimentare

I cambiamenti climatici non soltanto riducono la quantità di cibo disponibile, lo rendono anche meno nutriente. Le rese agricole hanno già iniziato a ridursi per via dell’aumento delle temperature, della riduzione delle precipitazioni e degli eventi meteo estremi. La cattiva nutrizione è poi collegata a un’ampia varietà di malattie, tra cui insufficienza cardiaca, cancro, diabete, rachitismo o disturbi della crescita nei bambini, che può danneggiare anche le funzioni cognitive. Senza contare che a rischio c’è anche il pesce: il declino delle risorse ittiche nelle regioni subtropicali colpisce direttamente le comunità costiere, mentre il sovrasfruttamento degli stock ha effetti su tutto il Pianeta.

“La salute delle persone non è negoziabile – afferma il Wwf Italia – gli effetti dei cambiamenti climatici, sia diretti che indiretti, sono il problema di salute pubblica più urgente da affrontare. Nell’Accordo di Parigi i Paesi di tutto il mondo si sono impegnati a contenere il riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi: se riduciamo le emissioni, ne beneficerà anche la salute globale”.

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