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Le associazioni del settore dell'industria dell'energia rinnovabile e dell'ambiente ANEV, APER, FEDERPERN, FIPER, GREENPEACE ITALIA, ISES ITALIA, ITABIA, KYOTO CLUB e LEGAMBIENTE, hanno elaborato un documento congiunto nel quale chiedono il ritiro di una serie di emendamenti alla Legge Finanziaria 2010, che dovrebbero essere presentati alla Camera.Tali emendamenti provocherebbero la crisi di un settore, quello della produzione di energia da fonte rinnovabile, attualmente in grande sviluppo, oltre tutto anticiclico e con notevoli prospettive economico-occupazionali (almeno 250.000 addetti diretti ed indiretti al 2020), e impedirebbero all'Italia di mantenere gli impegni per il raggiungimento degli obiettivi vincolanti al 2020 (17% dei consumi finali di energia coperti da fonti rinnovabili), definiti in sede europea nel pacchetto Energia-Clima, con la grave conseguenza di dover sostenere elevate penalità finanziarie a causa del mancato raggiungimento del target.In particolare le Associazioni esprimono la loro netta contrarietà all'emendamento contenuto nella Finanziaria 2010, nel quale si utilizzano le disposizioni per far cessare gli effetti del provvedimento Cip n. 6/92, al fine di ripristinare il dettato normativo della Direttiva 2009/28/CE per veicolare drastici interventi contro lo sviluppo delle rinnovabili. Negli emendamenti è prevista una forte riduzione, a causa delle difficoltà di dotare gli impianti di una capacità di accumulo dell'energia, "dei coefficienti di incentivazione delle fonti rinnovabili non programmabili, là dove Terna dichiara di avere difficoltà di dispacciamento". Questo, osservano le associazioni, "in violazione delle vigenti Direttive europee (Direttiva 2001/77/CE e successive) che obbligano i gestori delle reti a garantire la priorità di dispacciamento alle fonti rinnovabili ed a prevedere e risolvere in anticipo, attraverso le attività di idoneo sviluppo della rete, le problematiche connesse all'inserimento delle fonti rinnovabili non programmabile nel sistema elettrico nazionale".Gli emendamenti, infatti, prevedono, inoltre, l'obbligo da parte dei produttori di energia da fonti rinnovabili di dotare i loro impianti di sistemi di accumulo dell'energia prodotta.In assenza di tale sistema di accumulo, i coefficienti di incentivazione delle fonti rinnovabili non programmabili saranno ridotti del 10% a partire dal 1 gennaio 2010 e del 20% a partire dal 1 gennaio 2011.Inoltre il prezzo di riferimento dei Certificati Verdi verrebbe praticamente dimezzato, da 85,00 €/MWh (prezzo medio di mercato) a circa 40,00 €/MWhIn questo contesto si inserisce l'invito al Governo ad avere un atteggiamento coerente, in materia di strategia delle politiche energetiche nazionali, con quanto più volte dichiarato da mesi nelle varie sedi istituzionali, sostenendo con continuità e concretezza lo sviluppo dell'efficienza energetica e la promozione delle fonti rinnovabili per contribuire al riequilibrio del mix energetico nazionale, che deve migrare verso un'economia a bassa intensità di carbonio. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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