Fotovoltaico in città: la mappa catastale 3D che abilita i Comuni alla transizione energetica 26/05/2023
Via libera la fotovoltaico anche nei borghi storici: lo dice una sentenza del Tar “rivoluzionaria” 10/05/2023
Consolidamento di facciate e pareti: le reti in fibra di vetro nella tecnica dell’intonaco armato 26/05/2023
Indice degli argomenti Il primo passo è conoscere la classe energetica dell’edificioChi si occupa di redigere l’APE e come si faValutare gli interventi migliori per riqualificare l’esistenteDirettiva Case green, le opportunità per l’Italia La Direttiva “case green”, approvata recentemente dal Parlamento Europeo, rivede le disposizioni in materia di efficienza energetica degli edifici. Per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 è necessario aumentare il tasso di riqualificazione del patrimonio edilizio e, quindi, dal 2026 i nuovi edifici pubblici saranno a emissioni zero. Dal 2028 l’obbligo viene esteso a tutti gli altri e dal 2032 ci sarà l’obbligo per l’installazione di tecnologie solari. Novità anche per gli edifici esistenti residenziali, in quanto entro il 2030 tutti dovranno raggiungere almeno la classe E ed entro il 2033 la classe D. Si prospettano anni di ristrutturazioni, quindi, con azioni che partiranno dagli immobili più energivori e in classe G. Una decisione che ha conseguenze significative, anche sui privati, tanto che dovrebbero essere previste specifiche misure di sostegno e finanziamenti. In Italia, del resto, l’età media degli edifici è relativamente alta e sono molte le costruzioni energivore mai riqualificate. Cosa ci aspetta, quindi? Il primo passo è conoscere la classe energetica dell’edificio A fronte di queste novità, il primo passo da compiere in ambito residenziale è conoscere la classe energetica degli edifici. Questo significa che è necessario redigere un Attestato di Prestazione Energetica, noto con la sigla di APE, utile proprio a descrivere le caratteristiche energetiche dell’edificio. L’APE classifica gli immobili in classi, dalla G alla A4, a seconda del comportamento energetico rilevato sia durante l’inverno, che durante l’estate. In sostanza, si calcola quanta energia viene consumata per il funzionamento dell’edificio e meno sono i consumi, maggiore è la classe energetica che si ottiene. L’APE è già obbligatorio in differenti casi, come ad esempio in occasione di compravendita o di nuova costruzione. Chi si occupa di redigere l’APE e come si fa L’APE viene redatto da un tecnico abilitato e accreditato come “certificatore energetico” presso la Regione di riferimento, che deve acquisire le competenze necessarie e formarsi in materia. Nella maggior parte dei casi si tratta di tecnici progettisti, con esperienza in materia di progettazione e impiantistica, come un architetto, un geometra o un ingegnere. Si parte con un’analisi termografica, per i calcoli, invece, si utilizzano appositi software per l’analisi energetica dell’edificio e i risultati sono poi riportati nel documento finale rilasciato al proprietario di casa. In questa fase si prendono in considerazione aspetti quali la geometria e la forma dell’edificio, i materiali con cui è costruito e le stratigrafie delle strutture, gli impianti installati per la climatizzazione, la produzione di ACS e la ventilazione meccanica, la presenza di impianti per la produzione di energia rinnovabili. Fatti tutti i calcoli, sull’APE è riportata la prestazione energetica globale e la relativa classe energetica raggiunta. Valutare gli interventi migliori per riqualificare l’esistente Una volta nota la classe energetica dell’edificio è possibile innanzitutto sapere quali sono le scadenze previste dalla nuova direttiva che interessano l’edificio. Peggiore è il risultato ottenuto, più è urgente intervenire per la riqualificazione dell’edificio. Se l’edificio risulta in classe G, ad esempio, si devono eseguire interventi che permettano di raggiungere la classe E e poi la D entro 10 anni. Per riuscire nell’intento, la soluzione più efficace è quella di agire sull’involucro e sugli impianti di climatizzazione. Ad esempio, si potrebbe installare un nuovo impianto moderno (attenzione, però, al divieto di combustibili fossili entro il 2035), isolare le pareti e sostituire gli infissi più compromessi. Per ottenere risultati ancora migliori, è necessario scegliere i serramenti con accortezza e con vetrocamere performanti e valutare anche l’installazione di un sistema per l’energia rinnovabile. Per quanto l’obiettivo sia la classe D, nulla vieta di optare per una riqualificazione profonda dell’edificio. In questo caso si opta per impianti ad alta efficienza, come le pompe di calore e sistemi VMC con recupero di calore, sistemi a cappotto con materiali altamente isolanti, serramenti di ultima generazione, fonti rinnovabili integrate e utilizzate anche per la produzione di ACS. Ma in aggiunta si parla anche di sistemi domotici e di termoregolazione avanzata, che favoriscono risultati ancora migliori. In ogni caso, ogni intervento dovrebbe essere commisurato a quanto emerso dall’analisi iniziale (chi vuole potrebbe procedere con una diagnosi energetica completa) e alle caratteristiche dello specifico edificio. Affidarsi a un progettista esperto è fondamentale per ottenere risultati efficaci. Discorso diverso per gli edifici storici, vincolati o più complessi da riqualificare, per cui però la normativa prevede specifiche eccezioni. Direttiva Case green, le opportunità per l’Italia L’Osservatorio nazionale sull’innovazione nelle città “La S di ESG, una storia italiana di valore”, presentato da Scenari Immobiliari e Dils offre un interessante spunto di riflessione sugli obblighi richiesti dalla normativa ma anche sulle opportunità che può offrire. Nelle principali città italiane ci sono quasi 1,1 milioni di edifici residenziali costruiti tra il 1946 e il 1989 (rappresentativi del 13,5% dei quasi 8 milioni complessivi realizzati nello stesso periodo), che richiedono urgenti interventi di riqualificazione, edilizia, urbanistica e sociale. Ciò significa che, per rispettare la direttiva europea, nei prossimi trent’anni si dovrebbe metter mano a più di 36mila immobili l’anno, con un impatto economico sul patrimonio edilizio di 22,6 miliardi di euro all’anno, e possibili ricadute di natura sociale per altri 17,1 miliardi di euro. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
31/05/2023 Nei Paesi del G20 più eolico e fotovoltaico, meno carbone Ember: nei Paesi del G20 dopo l'Accordo di Parigi, l'energia eolica e fotovoltaica hanno ridotto la ...
29/05/2023 Renantis: prezzi dell’energia, occhio all’effetto-siccità Report Renantis sull’andamento dei prezzi dell’energia nel primo trimestre 2023: riduzione del costo del gas del ...
25/05/2023 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, a che punto è l'Europa? Eurostat ha pubblicato l'aggiornamento dei progressi in Europa per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ...
25/05/2023 I costi delle condizioni meteorologiche estreme: 2 milioni di morti e 4000 miliardi di dollari in 50 anni I costi economici delle condizioni meteorologiche estreme aumentano, ma l'allerta precoce salva vite umane. L'analisi dell'OMM.
22/05/2023 Clima, inquinamento, rifiuti, consumo suolo, Ispra presenta l'Atlante dati ambientali L'Atlante dati ambientali di Ispra ha l'obiettivo di contribuire alla diffusione di maggiore consapevolezza sulle sfide ...
19/05/2023 WMO: entro i prossimi 5 anni le temperature supereranno gli 1,5° Secondo l'OMM c'è una probabilità del 66% che che almeno uno dei prossimi cinque anni, e ...
19/05/2023 Giornata mondiale delle api, tutti noi dipendiamo dalla loro sopravvivenza Il 20 maggio è la Giornata mondiale delle api, instancabili sentinelle dell’ambiente che con l’impollinazione rendono ...
18/05/2023 La roadmap tracciata dalle Nazioni Unite per ridurre l'inquinamento da plastica L'inquinamento da plastica potrebbe essere ridotto dell'80% entro il 2040 se i Paesi e le aziende ...
17/05/2023 In Emilia Romagna 1,6 milioni persone esposte a rischio alluvione e frane Alluvione in Emilia Romagna: acqua e fango hanno invaso strade e piazze e hanno portato anche ...
17/05/2023 L'Europa deve mobilitare oltre 32.000 miliardi di $ di investimenti per raggiungere l'obiettivo "Net Zero" BloombergNEF: l'Europa per raggiungere l'obiettivo di un'economia a zero emissioni entro il 2050 deve realizzare investimenti ...