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Indice degli argomenti Toggle Decreto energia, cosa succede sul fronte del mercato tutelatoChi sono i cittadini vulnerabiliRinnovabili, nuovi investimenti in arrivoLe misure approvate per il settore gas Il 27 novembre 2023 il Consiglio dei ministri ha approvato il “Decreto energia” recante “disposizioni urgenti per la sicurezza energetica del Paese, la promozione del ricorso alle fonti rinnovabili di energia e il sostegno alle imprese a forte consumo di energia”. Nonostante le anticipazioni degli scorsi mesi, al suo interno non c’è la proroga del mercato tutelato, in scadenza il prossimo 10 gennaio. Importanti le misure approvate nel campo delle rinnovabili. Secondo il ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin punta a trasformare l’Italia nel punto di riferimento del Mediterraneo per lo sfruttamento dell’energia pulita. Grazie all’investimento di 27,4 miliardi di euro, famiglie e imprese energivore potranno realizzare la transizione energetica necessaria a modernizzare il Paese. Non mancano misure e fondi per sostenere i settori produttivi impegnati nella decarbonizzazione. Queste e altre misure serviranno al raggiungimento degli obiettivi previsti per il 2023 nel campo della diffusione delle fonti di energia rinnovabile. Di seguito la panoramica delle novità introdotte dal decreto energia, dalle bollette agli investimenti per eolico e fotovoltaico. Decreto energia, cosa succede sul fronte del mercato tutelato Come anticipato, anche se molti speravano nella proroga del mercato tutelato di luce e gas, non ci sarà nessuna estensione temporale. Tra le misure del Decreto energia non compare alcuna proroga, le tariffe fissate dallo Stato e non dalla concorrenza finiranno in queste date: il 10 gennaio 2024 per le bollette del gas il 1° aprile per le bollette dell’elettricità Ma non è detta l’ultima parola. Il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica ha dichiarato l’intenzione di istituire un tavolo tecnico per studiare modalità di passaggio più “morbide” al mercato libero, senza danneggiare eccessivamente la famiglie. La posizione che io ho cercato di portare avanti e che stiamo trattando con l’Unione Europea, essendo questo un vincolo di legge del 2017 del governo Renzi, inserito nel Pnrr con Conte e poi confermato dal governo Draghi, è di dire ‘Noi non vogliamo assolutamente mettere in discussione quello che è un quadro europeo condiviso da una sequenza di governi, però vogliamo una gestione della tempistica un po’ più ragionata’. Per una ragione: dare il massimo dell’informazione e trovare qualche forma di accompagnamento per questi quattro milioni. Lo ha detto il Ministro Pichetto Fratin nella trasmissione “24 Mattino” su “Radio 24”. I clienti interessati dal passaggio riceveranno una comunicazione dai venditori di energia che informa del passaggio con scadenze, modalità di recesso e nuove tariffe. Chi sono i cittadini vulnerabili La legge considera “vulnerabili” ai fini del bonus bollette i cittadini che si trovano in condizione di svantaggio economico, disabilità o risiedono momentaneamente in abitazioni di emergenza a seguito di eventi calamitosi come alluvioni e terremoti. A questo elenco si aggiungono le persone che hanno superato il 75°anno di età. Chi rientra nella categoria dei vulnerabili ha diritto al trasferimento automatico nel servizio di tutela secondo le condizioni stabilite dall’Arera. Invece cosa cambia per chi non rientra tra i soggetti elencati? Coloro che non fanno parte delle categorie di cui sopra dovranno decidere se conservare l’attuale operatore, cambiando però contratto, oppure rivolgersi ad un altro fornitore. Ecco cosa succede a chi non compie alcuna scelta: per il gas si resta con lo stesso venditore nella fornitura cosiddetta “placet”, vale a dire che le condizioni economiche sono liberamente decise dal venditore e rinnovate ogni 12 mesi per l’elettricità ci sarà il passaggio automatico nel servizio a tutele graduali (Stg) per 3 anni Rinnovabili, nuovi investimenti in arrivo La sicurezza energetica e le fonti di energia rinnovabile sono al centro del nuovo Decreto legge. Il Ministro Pichetto Fratin parla di “un provvedimento che vale 27,4 miliardi di investimenti” che servirà a rendere l’Italia un punto di riferimento nel Mediterraneo in campo di energie green. Dal punto di vista economico, il Decreto energia stanzia 350 milioni di euro all’anno fino al 2032 destinati a Regioni e Province Autonome per interventi di riequilibrio ambientale e territoriale e installazione di impianti fotovoltaici. I fondi in questione sono alimentati tramite il sistema di aste Ets delle emissioni di Co2 e con contributi dei produttori di energia da rinnovabili. Nuove misure agevolative per le imprese energivore che investono che investono nell’installazione di impianti a fonti rinnovabili: si parla di circa 3800 imprese a forte consumo di energia elettrica, come quelle della chimica, del vetro e del tessile. Per queste il Gse per 3 anni anticiperà la corrente elettrica allo stesso prezzo che avrebbero dalle rinnovabili. L’energia anticipata potrà essere restituita nei successivi 20 anni. Altre misure importanti riguardano la nascita di poli di produzione di energia eolica nelle Regioni del Sud (in particolare attraverso l’individuazione di due aree portuali del Sud per sviluppare investimenti nel settore, funzionali a ospitare piattaforme galleggianti) e la possibilità per Regioni e Comuni di ospitare il deposito nazionale delle scorie nucleari. E’ confermato l’avvio di quindici progetti di teleriscaldamento e teleraffrescamento che rientrano tra quelli finanziabili dal PNRR, ma non finanziati dal Piano per una differente interpretazione della Commissione europea. Le misure approvate per il settore gas Il decreto appena emanato prevede alcune novità che investono il settore gas per il rilascio di nuove concessioni per l’estrazione di idrocarburi con l’impegno di cedere parte del gas al Gse; questo gas sarà riservato in via prioritaria alle imprese gasivore, come quelle della siderurgia, della carta e del vetro. Mentre per quanto riguarda la costruzione di rigassificatori di Gnl e le infrastrutture connesse, come gli impianti di Porto Empedocle e Gioia Tauro, questi sono considerati di pubblica utilità, indifferibili e urgenti. “Tra le nuove norme – conclude il Ministro – c’è anche la possibilità che gli enti territoriali non inclusi nella Carta Nazionale delle Aree Idonee possano candidarsi a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi: un passo necessario per accelerare i tempi di individuazione di un’area di cui il Paese ha forte bisogno”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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