Fotovoltaico sulle strade: la transizione energetica corre sull’asfalto

Alcuni progetti avviati in Europa lavorano sulla possibilità di installare su strade e infrastrutture pannelli fotovoltaici o thin film, tra potenzialità e complessità

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Fotovoltaico sulle strade: la transizione energetica corre sull’asfalto

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Installare il fotovoltaico sulle strade è una delle possibilità su cui la ricerca sta lavorando. L’obiettivo è riuscire a produrre energia rinnovabile anche solo su una parte delle centinaia di migliaia di km di strade e autostrade (la sola l’Italia supera gli 837mila km).

Parte da qui la considerazione alla base del progetto europeo Rolling Solar, che vede impegnati diversi partner della Germania, Belgio e Paesi Bassi e per cui verranno stanziati 5,7 milioni di euro. L’idea alla base è cercare di sfruttare un bacino potenziale di 1 milione di km di strade interne che collegano i tre Paesi. “Questo rappresenta un’enorme area di ambiente costruito che può essere usata per la generazione di energia rinnovabile integrando materiali per celle solari nei marciapiedi e negli arredi stradali”, spiegano i responsabili del progetto che reputano la generazione di energia elettrica da solare per diversi Gigawatt. Le potenzialità del progetto sono legate allo sviluppo crescente della mobilità elettrica, oltre all’uso di sistemi intelligenti di controllo del traffico.

Oltre a questo c’è anche la soluzione messa a punto dal Fraunhofer Institute for Solar Energy Systems (ISE) e l’Austrian Institute of Technology: un tetto fotovoltaico di 10×17 metri da installare su una struttura in acciaio a circa 5,5 metri sopra la strada.

Sono entrambi progetti che intendono sfruttare un’infrastruttura esistente per produrre energia rinnovabile. Un po’ come quanto fatto da Autostrade del Brennero già nel 2009, che ha installato su una barriera antirumore e fonoassorbente 3.944 moduli fotovoltaici per circa un chilometro di lunghezza. Oppure, ed è storia recente, la municipalità di Barcellona che ha installato il primo marciapiede fotovoltaico della Spagna: 50 metri quadrati di pannelli solari antiscivolo, installati in un piccolo parco cittadino, capaci di generare 7.560 kWh l’anno, abbastanza per soddisfare le esigenze energetiche di tre famiglie.

In tutte queste applicazioni il denominatore comune è la volontà di produrre energia verde sfruttando infrastrutture esistenti, convinti delle enormi potenzialità offerte. Gli stessi partner di Rolling Solar hanno ipotizzato che adottare il fotovoltaico integrato in tutti i 35mila km di strada ciclabile olandese potrebbe generare 15 TWh di elettricità all’anno, equivalente a una riduzione di CO2 dell’ordine di 5 milioni di tonnellate all’anno.

Fotovoltaico sulle strade: il progetto Rolling Solar

Installare fotovoltaico sulle strade, creando i presupposti di una collaborazione transfrontaliera tra industria, enti di ricerca e gli attori interessati a questa collaborazione che comprende sviluppo tecnologico, diffusione e convalida delle conoscenze. È questo l’obiettivo del progetto Rolling Solar, il cui costo totale è di 5,7 milioni di euro, di cui più di 2,8 milioni sono finanziati attraverso politiche di coesione europea.

Scopo del progetto è “consentire tecnicamente ai produttori locali e alle imprese di costruzione ed edilizia di realizzare un’integrazione efficace in termini di costi di materiali per celle solari di lunga durata nelle infrastrutture pubbliche”, si legge sul sito web ufficiale. Come risultato, la generazione di elettricità durevole su larga scala senza uso aggiuntivo di terreno sarà abilitata vicino al punto di utilizzo. A questo progetto collaborano venti partner della Germania, Belgio e Paesi Bassi: università, centri di ricerca, aziende che intendono fornire ai partner locali gli strumenti necessari per integrare in modo efficace celle a film sottile nelle infrastrutture pubbliche (strade e infrastrutture stradali) e dimostrare che questo è un approccio rilevante per generare su larga scala elettricità rinnovabile.

Il progetto porta avanti sperimentazioni promettenti di impiego del fotovoltaico sulle strade. Uno di questi, nei Paesi Bassi è SolaRoad, la pista ciclabile solare “più lunga del mondo”, basata su celle solari di silicio cristallino.

Il progetto è interessante, ma non è certo privo di sfide: innanzitutto i costi elevati necessari per costruire una infrastruttura altrimenti fragile – come sono le celle solari di silicio – che richiede una efficace protezione meccanica e un adeguato assemblaggio. Per questo il progetto Rolling Solar punta a ridurre i costi utilizzando i thin film (meno fragili), e sviluppando un’integrazione efficace.

Strade solari: i progetti in Spagna e in Italia, le potenzialità e i limiti

Intanto però si stanno sviluppando anche altri progetti per portare il fotovoltaico sulle strade. A Barcellona è stato installato il primo marciapiede fotovoltaico della Spagna, circa 50 metri quadrati di pannelli solari antiscivolo, installati in un piccolo parco cittadino.

La città ha contribuito con 30.000 euro al costo, mentre il resto è stato pagato dal produttore, Platio Solar. Il sistema, spiega lo stesso ente pubblico, utilizza un vetro antiscivolo altamente resistente collegato con moduli fotovoltaici cablati per immettere l’energia nella rete generale.

Marciapiede fotovoltaico a Barcellona
Img by Info Barcelona

Anche in Italia, sorgerà quella che viene presentata come la prima pista ciclabile fotovoltaica d’Italia. Sarà realizzata a Milano e l’ha commissionata l’Università Bicocca alla start-up innovativa Bys Italia, una controllata di InfinityHub.

Si legge di un altro progetto avviato negli USA, in Georgia. Tuttavia costruire “strade solari” non è né facile né economico. Ricordiamo anche grandi proclami, come quello di Ségolène Royal, prima cittadina di Parigi, che annunciava nel 2016 grandi lavori per realizzare 1000 km di strade fotovoltaiche. Al primo km inaugurato cinque anni traccia non si hanno più notizie recenti.

Lo stesso progetto portato avanti in Germania dall’ISE è complesso, a partire dalla considerazione di tutti gli aspetti che devono essere considerati inclusi i potenziali danni al sistema strutturale dovuti a incidenti stradali. Ma è una sfida che si intende perseguire e le “strade solari” potrebbero comunque fornire il loro contributo alla transizione energetica.

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