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Indice degli argomenti Toggle Gas radon: perché è pericoloso in casa e come combatterloFaq Gas radonCos’è il gas radon?Quali sono i rischi per la salute associati al radon?Quali sono le zone più a rischio di radon in Italia?Come prevenire il problema del gas radon?Come posso misurare la concentrazione di radon in casa? E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 21 febbraio il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 11 gennaio 2024 “Adozione del piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032“, con le linee guida per ridurre l’esposizione a questo gas e i consequenziali rischi a lungo termine nei luoghi di lavoro e nelle abitazioni. Il Piano è previsto dalla “Direttiva 2013/59/Euratom del Consiglio, del 5 dicembre 2013, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti“, che all’art. 103 prevede l’adozione dal parte di tutti gli Stati membri di un Piano per limitare l’esposizione dei cittadini al gas radon. L’obiettivo è ridurre i casi di tumore dovuti all’esposizione al radon e ai suoi prodotti di decadimento, adottando le corrette misure. Si richiede per esempio che negli interventi di riqualificazione si consideri il risanamento sia energetico che del radon. Il Piano prende in considerazione una riduzione diffusa della concentrazione di radon negli edifici con concentrazione superiore ai 200 Bq/m3, dando la priorità a quelli che superano i 300 Bq/m3, ma agendo anche su concentrazioni minori. L’Osservatorio nazionale radon, di cui fanno parte le amministrazioni competenti, monitorerà la realizzazione del Piano, svolgendo la funzione di garante per i cittadini e le amministrazioni e curando l’avanzamento delle misure. Ogni 10 anni il Piano verrà aggiornato. Partendo dai dati disponibili – piuttosto datati in realtà – si stima che siano 800.000, il 4% del totale, le abitazioni con concentrazioni di radon superiore ai 200 Bq/m3; 200.000 quelle con concentrazione superiore ai 400 Bq/m3 (l’1%) e 200.000 i luoghi di lavoro che superano i 300 Bq/m3. Il successo del Piano dipende anche dalla volontà dei proprietari degli immobili di fare interventi di risanamento, sostenendoli economicamente. A questo proposito, si legge nel testo: sarebbe certamente utile l’introduzione di specifici incentivi economici statali o regionali, o anche l’introduzione di una voce specifica sul valore di concentrazione del radon nell’ambito della certificazione energetica già obbligatoria ex lege nei contratti di compravendita e locazione, almeno dal 1 gennaio 2025 quando ci si aspetta che in tutti gli edifici di nuova costruzione sia rispettato il valore di 200 Bq/m3 , anche a fini di equità del mercato immobiliare. Gas radon: perché è pericoloso in casa e come combatterlo Il gas radon è pericoloso per la salute delle persone e può trovarsi all’interno delle abitazioni. La salubrità dell’aria e l’inquinamento indoor, del resto, sono un problema molto più critico di quanto si possa pensare, in moltissime case. Molto spesso si tende a considerare dannoso solo ed esclusivamente l’inquinamento atmosferico che affligge la maggior parte, se non la totalità, delle città del mondo. Ma lo smog non è l’unico nemico della nostra salute e, considerando che secondo diversi studi si passa all’interno di ambienti chiusi (tra lavoro, tempo libero e vita privata) quasi la totalità del proprio tempo, sarebbe meglio dare maggior rilievo alla qualità dell’aria interna. Per conoscere il livello di inquinamento interno è possibile ricorrere ad appositi sensori, che rilevano la concentrazione dei principali inquinanti, tra cui anche le note polvere sottili o la CO2. Se si provasse a casa, probabilmente la maggior parte delle persone resterebbe colpita dall’elevato livello di inquinamento rilevato. Gli inquinanti a cui fare attenzione sono molti, da quelli appena citati, ai VOC, fino al gas radon, particolarmente nocivo e difficilmente rilevabile senza apposita strumentazione. Faq Gas radon Cos’è il gas radon? Il radon è un gas nobile radioattivo che si forma in natura e si concentra nel terreno. La sua origine è da individuare nella disintegrazione dell’uranio, un elemento presente in piccole quantità nel suolo, nelle rocce e nell’acqua. Invisible e inodore, il radon può accumularsi in edifici, specialmente in aree chiuse come cantine e seminterrati. Radio e il radon si decompongono, generando ulteriori sostanze come il polonio, il bismuto e il piombo. Si tratta di elementi nocivi per l’uomo in quanto radioattivi, che possono disperdersi nell’aria ed essere respirati dagli esseri umani. All’aperto, queste sostanze vengono disperse, ma al chiuso è più complicato. Di conseguenza, la concentrazione del radon diviene elevata e, a questo punto, pericolosa per le persone. Gli ambienti maggiormente esposti, ovviamente, sono quelli a contatto con il terreno, come le taverne e le cantine. Il gas raggiunge questi spazi attraversando piccole aperture, come pozzetti o prese di luce, crepe, strutture permeabili, come solai in legno o murature. Essendo inodore, insapore e incolore, non viene percepito dalle persone e non può essere rilevato senza strumenti specifici. Quali sono i rischi per la salute associati al radon? Il gas radon, presente nell’aria degli ambienti chiusi, viene respirato dalle persone e le particelle possono depositarsi all’interno dei polmoni. Le conseguenze possono essere di varia natura ma, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), il radon che è inserito nel Gruppo 1 delle sostanze cancerogene, è la seconda causa di cancro ai polmoni dopo il fumo di tabacco. Risulta infatti essere una delle principali fonti di esposizione alle radiazioni ionizzanti, che si generano appunto in fase di decadimento. Quando inalato, il radon e i suoi prodotti di decadimento emettono particelle alfa che possono danneggiare il DNA delle cellule nei polmoni, aumentando il rischio di mutazioni che possono portare allo sviluppo di tumori. Fra gli altri potenziali rischi legati all’esposizione prolungata a livelli elevati di radon segnaliamo possibili problemi respiratori cronici. Quali sono le zone più a rischio di radon in Italia? Anche se ve ne è traccia ovunque, non tutte le aree geografiche sono ugualmente esposte al gas radon, in quanto incidono notevolmente le caratteristiche del terreno su cui insiste l’edificio. La situazione peggiore si genera in presenza di terreni molto permeabili, che permettono la risalita in superficie di questa sostanza, soprattutto se sono presenti rocce ad elevato contenuto di uranio, come tufi, granito e porfido. La concentrazione di radon, poi, varia anche a seconda delle condizioni di pressione interna di ogni ambiente, che cambiano a seconda della temperatura e di eventuali sistemi di ventilazione. Per verificare l’effettiva concentrazione del gas è consigliabile affidarsi a professionisti specializzati, che effettuano misurazioni accurate e per tempi prolungati, dato che la pericolosità del radon dipende sia dalla concentrazione che dal periodo di esposizione al gas. Il progetto “Radon” dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha contribuito a mappare la distribuzione del radon in Italia, identificando le aree a maggiore rischio. olte regioni hanno avviato programmi di monitoraggio e sensibilizzazione per informare la popolazione e promuovere misure di mitigazione. Come prevenire il problema del gas radon? Considerata la pericolosità del gas radon, è importante evitare che si concentri negli ambienti chiusi che si vivono ogni giorno. Si possono mettere in atto differenti azioni per contrastare questo problema, che vanno dall’intervento sulle fondazioni esistenti, alla corretta ventilazione dei locali. Quando si rileva una elevata concentrazione di gas radon in un edificio esistente, quindi, si procede con la cosiddetta bonifica, che può prevedere interventi quali la sigillatura di crepe e fessure presenti nelle strutture e l’isolamento di tutte le aperture che comunicano con i piani interrati. Inoltre, è importante agire sulle fondazioni, realizzando un vespaio aerato, se necessario con la ventilazione forzata e valutare solai galleggianti. È utile anche impermeabilizzare le pavimentazioni che sono a contatto con il terreno e, come anticipato, provvedere alla corretta ventilazione dei locali. Il ricambio d’aria, con frequenza e volumi adeguati, infatti, aiuta a combattere l’elevata concentrazione di radon. In ogni caso, il consiglio è quello di rivolgersi a dei tecnici che, in base alla specifica situazione, valutano il miglior intervento da eseguire. Nel caso dei nuovi edifici, infine, è fondamentale porre la corretta attenzione al problema fin dalla fase progettuale, realizzando fondazioni ventilate, utilizzare materiali sicuri, isolare anche tutte le tubazioni degli impianti, impermeabilizzare i pavimenti. Come posso misurare la concentrazione di radon in casa? Misurare la concentrazione di radon è molto importante per valutare il rischio associato e verificare il rispetto dei livelli stabiliti dalla normativa che richiede che una valutazione adeguata della concentrazione media si basi i su misure di durata complessiva di un anno. Il metodo più efficace e affidabile è la misura diretta della concentrazione di radon indoor. Stime basate su misure di radon nel suolo non sono così affidabili perché, a seconda delle caratteristiche dell’edificio, può penetrare più o meno gas; inoltre si tratta di analisi molto costose. La concentrazione di radon negli ambienti varia, di solito è maggiore di notte e in inverno. Proprio per queste variazioni è consigliabile fare più rilevazioni nel coro di un anno (come prevede anche la norma D.Lgs. 101/2020). Grazie alla loro piccola dimensione, basso costo e affidabilità, sono molto utilizzati i rivelatori a tracce che misurano la concentrazione media di radon per lunghi periodi. E’ naturalmente consigliabile affidarsi a laboratori (pubblici o privati) accreditati o qualificati. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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