Renzi e il futuro delle rinnovabili in Italia

Conferenza stampa a Palazzo Chigi del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, con gli Amministratori delegati di Eni, Claudio Descalzi, e di Enel, Francesco Starace dedicata al futuro delle rinnovabili in Italia

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In occasione della conferenza stampa organizzata a Palazzo Chigi sul futuro delle rinnovabili, durante la quale è stato firmato il decreto rinnovabili non fotovoltaiche, il Presidente del consiglio Matteo Renzi ha sottolineato il lavoro che il paese vuole fare sulle energie green, partendo dalla collaborazione storica con Eni, Enel e Terna, e considerando l’accordo di Parigi “un pezzo della scommessa del futuro del nostro paese”.

Renzi ha spiegato il ruolo di Terna: “La produzione di rinnovabili non è efficiente senza una rete. E allora Terna investirà 4 miliardi nei prossimi quattro anni, uno l’anno.

L’Amministratore Delegato di ENI Claudio Descalzi ha presentato i progetti più rilevanti previsti in Italia per la transizione energetica verso un futuro low carbon, promuovendo lo sviluppo di energie rinnovabili. In particolare il piano ENI sul fotovoltaico prevede di realizzare pannelli solari in 4mila ettari di aree dismesse, bonificate ma non utilizzabili per altri scopi, con un investimento compreso tra 700 milioni e 1 miliardo.

Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti intervenendo in conferenza stampa ha evidenziato gli sforzi fatti da questo governo per le energie green, per la transizione verso un’economia verde che l’Italia ha intrapreso prima degli altri Paesi europei: “Sommando gli investimenti annunciati sulle rinnovabili per i prossimi dieci anni, superiamo i dieci miliardi”. E ha ricordato che lo scorso 31 maggio è partito il conto termico 2.0 che mette a disposizione 900 milioni di contributi ai privati e pubblici che vogliono efficientare i loro edifici. A questo si somma la detrazione del 65% dell’acobonus. “Abbiamo 250 milioni per l’efficientamento delle scuole, bando già aperto un mese e mezzo fa. Abbiamo 90 milioni sulla mobilità sostenibile, in parte sull’economia verde, in parte sui percorsi casa-scuola, casa-lavoro”.

L’AD di Enel Francesco Starace ha evidenziato il ruolo che l’azienda intende assumere nella transizione green, con investimenti per 2,2 miliardi nelle reti sotto il capitolo dei contatori digitali, poi colonnine per la ricarica delle auto elettriche e le smart cities”.

Tra i primi commenti segnaliamo che Greenpeace in un comunicato esprime una cauta soddisfazione per l’attenzione dell’Esecutivo sul tema delle rinnovabili ma lamenta la mancanza di interlocuzione del governo sia con le associazioni di rappresentanza dei produttori di energia da fonti rinnovabili sia con le organizzazioni ambientaliste, che da mesi chiedono un confronto. Greenpeace inoltre fa notare che pare sfumato uno dei progetti annunciati da Renzi durante la campagna per il referendum trivelle, ovvero il raggiungimento del 50% di elettricità da fonti rinnovabili entro fine legislatura.

Luca Iacoboni, responsabile campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia sottolinea che la cifra di 450 milioni l’anno per incentivare le rinnovabili è davvero bassa: “Sarà ora interessante capire come verranno utilizzati i fondi che Renzi ha promesso di stanziare per incentivare nei prossimi anni le energie rinnovabili. Inoltre ci chiediamo se il governo intenderà puntare sui grandi impianti a biomasse o se si promuoveranno politiche che aiutino i piccoli produttori di energia fotovoltaica ed eolica, come indica chiaramente la Ue”.

Polemico Gianni Girotto senatore del Movimento 5 Stelle che denuncia che le dichiarazioni di Renzi non possono far dimenticare i numerosi atti ostativi e inadempienze che il Governo e la sua maggioranza fino ad ora hanno sostenuto contro le rinnovabili. A tal proposito ha ricordato che nei giorni scorsi il PD in commissione Industria al Senato ha votato contro un emendamento del DDL Concorrenza sulla regolazione delle tariffe degli oneri nella bolletta elettrica proposto dalle Associazioni delle imprese, degli ambientalisti e dei consumatori.

“Renzi e il PD fuori dal palazzo si mostrano sostenitori di un futuro green mentre nelle stanze dei bottoni si affidano ai grandi produttori/inquinatori. La nostra proposta avrebbe riaperto la strada agli interventi per il risparmio/efficienza e l’autoconsumo energetico effettuati dai clienti domestici e dalle industrie del mercato elettrico che, dopo aver investito nel settore, hanno subito il cambiamento delle regole, sostanzialmente retroattivo, tramite il Milleproroghe e i provvedimenti dell’Autorità per l’Energia. A questo aggiungiamo il lungo elenco degli atti ostativi che conferma come il Governo Renzi non pensi ad un futuro con un modello energetico decentrato, efficiente e rinnovabile”.

Simone Togni Presidente dell’Anev, associazione nazionale energia del vento, in merito al DM rinnovabili non fotovoltaiche evidenzia un cauto sollievo, considerando il ritardo accumulato: “Accogliamo con favore la notizia della finalizzazione del provvedimento segnalando tuttavia con amarezza che lo stesso farà appena in tempo ad entrare in vigore che già decadrà (il DM scade il 31.12.2016). Auspichiamo tuttavia che lo sforzo apprezzabilissimo del Ministro Calenda nel firmare il decreto a pochi giorni dal suo insediamento porti in tempi rapidi a recuperare il gravissimo ritardo accumulato e a predisporre i nuovi interventi necessari a dare continuità e stabilità al quadro normativo che vede ancora mancante il provvedimento che regolamenterà lo sviluppo delle FER dal 2017 al 2020”.

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