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“Transizione ecologica” non è un termine neutro, né semplicemente il nome di un ministero: dovrebbe essere un cambiamento radicale che non riguarda solo la questione climatica e l’uscita il più rapida possibile dal sistema dei combustibili fossili, ma anche la drammatica perdita di biodiversità, le profonde disuguaglianze tra emisferi, generi, generazioni e lo stesso modello di produzione e consumo, quello del “capitale” e della crescita infinita. Questo è il tema portante del nuovo libro appena uscito per Altreconomia, “Che cos’è la transizione ecologica. Clima, ambiente, disuguaglianze sociali“. Un libro che racconta e interpreta la transizione ecologica con voci diverse e da ogni prospettiva: tracciando il quadro politico e normativo, affrontando di petto la questione climatica, con i grandi temi dell’energia e dei trasporti in primis, ma anche interpellando esperti di altre discipline, dalla finanza alla forestazione. Oltre 30 docenti e ricercatori, giornalisti e filosofi che affrontano questioni dirimenti come il rapporto tra economia reale e quella finanziaria, il finanziamento della transizione attraverso fisco e debito, l’estrazione di risorse e la necessità di calmierare e rendere circolare la produzione industriale, la sottrazione continua di biodiversità, del capitale naturale ed agricolo, il suolo, l’aria e l’acqua; e poi estendono la riflessione a quale governance globale e locale sia desiderabile, a come affrontare la povertà energetica, dai Paesi in via di sviluppo alle nostre città e a come ridisegnare il linguaggio, auspicando una “decarbonizzazione” dell’immaginario. Questo libro prende – in sintesi – posizione sul futuro prossimo: non basta “spostare” i profitti verso il green o invocare una tecnologia taumaturgica. È necessaria una “rivoluzione di sistema”, non solo per andare oltre la pandemia, ma anche per trasformare la società. Né si può fare diversamente se consideriamo l’accordo di Parigi del 2015. I suoi obiettivi sono estremamente ambiziosi: mantenere l’aumento della temperatura sotto i 2°C, e fare di tutto per limitarlo a 1,5°C, significa infatti rivoluzionare interamente non solo il nostro sistema energetico, ma tutta la nostra economia e il nostro modo di vivere. A che punto siamo? Il progetto scientifico indipendente e internazionale Climate Action Tracker monitora da sempre i progressi che i vari stati stanno realizzando nelle politiche climatiche. Secondo l’ultimo aggiornamento di dicembre 2020 solo due stati sembrano avere politiche in linea con l’obiettivo di 1,5°C: Marocco e Gambia. Altri sei stati (tra cui le Filippine, l’Etiopia e l’India) hanno strategie in linea con l’obiettivo dei 2°C. Nonostante gli enormi sforzi, anche recenti, l’Unione Europea al momento è bocciata! I suoi obiettivi di riduzione delle emissioni porterebbero infatti a un aumento di 3°C della temperatura globale. Non è quindi un caso se in diversi Paesi tribunali e corti supreme si sono recentemente espresse chiedendo ai rispettivi governi e parlamenti di adottare strategie molto più ambiziose. La Corte Costituzionale tedesca ad esempio ha recentemente ha chiesto al governo Merkel di modificare la legge sul clima, perché pur avendo come obiettivo la decarbonizzazione del paese entro il 2050, rimandava gran parte delle misure più rilevanti a dopo il 2030. In questo modo, secondo la corte, il rischio è di gravare troppo sulle future generazioni, introducendo obblighi differiti che potrebbero tradursi in rilevanti riduzioni delle libertà personali «perché quasi tutti gli aspetti della vita umana sono ancora associati all’emissione di gas serra e quindi sono minacciati dalle restrizioni drastiche che si dovranno fare dopo il 2030». Analoghe posizioni sono state espresse dal Tribunale amministrativo di Parigi a febbraio e dalla Corte Suprema Olandese nel 2019. In tutti i casi i promotori dei ricorsi sono state ONG e attivisti climatici. Anche in Italia è stata recentemente presentata una analoga iniziativa dal basso con la campagna Giudizio Universale (Ora, a livello europeo), il prossimo momento decisivo sarà l’approvazione della Legge Europea sul Clima per la quale è già stato trovato un accordo politico di alto profilo all’interno del Consiglio Europeo che dovrà però essere tradotto in azioni concrete. Il pacchetto completo dovrebbe essere presentato a metà luglio e impegnerà tutti gli Stati Membri, inclusa l’Italia. “Che cos’è la transizione ecologica. Clima, ambiente, disuguaglianze sociali – Per un cambiamento autentico e radicale”, a cura di Gianluca Ruggieri e Massimo Acanfora – 192 pagine, 15 euro (Altreconomia) Con i contributi di: • Davide Agazzi • Veronica Aneris • Andrea Baranes • Agnese Bertello • Riccardo Bocci • Marco Borgarello • Paolo Cacciari • Giovanni Carrosio • Stefano Caserini • Annalisa Corrado • Elena De Luca • Marco Deriu • Antonia De Vita • Anna Donati • Francesca Forno • Francesco Gesualdi • Elisa Giannelli • Giacomo Grassi • Simone Maggiore • Roberto Mancini • Fabio Monforti • Paolo Pileri • Anna Realini • Rinascimento Green • Davide Sabbadin • Caterina Sarfatti • Annalisa Savaresi • Chiara Soletti • Antonio Tricarico • Mauro Van Aken • Alessandro Volpi La copertina è di Commando Jugendstil Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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