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Legambiente ha presentato il rapporto "Comuni Rinnovabili 2009", giunto quest’anno alla quarta edizione, che censisce l'utilizzo delle fonti rinnovabili nei comuni italiani ed è curato dall'Ufficio Energia e Clima di Legambiente.L'obiettivo del rapporto è promuovere l'utilizzo delle fonti di energia rinnovabile partendo dalle esperienze positive già consolidate nel Paese. Lo studio è stato presentato nel corso di un incontro a Roma durante il quale i comuni virtuosi hanno ricevuto un riconoscimento per il loro impegno a favore di nuove e moderne tecnolgie che non producono scorie e aiutano il clima. Bisogna osservare con attenzione il territorio per capire il nuovo scenario delle fonti energetiche rinnovabili. Sono infatti migliaia gli impianti installati – piccoli, grandi, da fonti diverse – centinaia i progetti in corso di realizzazione, ed è importante capire come stanno dando forma a un nuovo modello di generazione distribuita che cambia profondamente il modo di guardare all’energia e al rapporto con il territorio.I dati del Rapporto 2009 sono stati ottenuti inviando un questionario ai Comuni e incrociando le risposte con studi e rapporti di Gse, Enea, Fiper, Anev oltre che di Regioni, Enti Locali e aziende.La novità del Rapporto Comuni Rinnovabili 2009 è il salto impressionante nella crescita degli impianti installati nel territorio italiano. Uno dei risultati più interessanti è che cresce la diffusione per tutte le fonti e i parametri presi in considerazione. Se si ragiona di fonti rinnovabili al centro sono le risorse presenti nei territori, la domanda di energia di case, uffici e aziende, per capire come soddisfare con le tecnologie più adatte e efficienti le diverse utenze collegate a una rete moderna ed efficiente con la quale scambiano elettricità.E' questo lo scenario che raccontano le tante esperienze realizzate in questi anni nel territorio italiano di "nuovi" impianti da fonti rinnovabili: solare fotovoltaico, solare termico, mini idro-elettrico, geotermia ad alta e bassa entalpia, impianti da biomasse magari collegati a reti di teleriscaldamento.E per ognuna di queste fonti sono diversi i processi che si stanno delineando nelle Regioni italiane (raccontati dalle cartine del Rapporto) proprio perché differenti sono le potenzialità e le possibilità di valorizzazione.Investire nelle rinnovabili è una scelta lungimirante e conveniente che può innescare uno scenario di innovazione e qualità nel territorio: attraverso eolico, geotermico, idroelettrico, biomasse già oggi sono centinaia i Comuni che producono più energia elettrica di quanta ne consumano. Grazie a questi impianti si sono creati nuovi posti di lavoro, portati servizi e creato nuove prospettive di ricerca applicata oltre, naturalmente, ad un maggiore benessere e qualità della vita. Le storie e i numeri del Rapporto sono importanti anche per far capire che la sfida in cui l’Europa si è impegnata al 2020 è a portata di mano e che per l’Italia puntare su un modello di generazione distribuita incentrato su impianti efficienti e da fonti rinnovabili è una prospettiva ben più credibile, moderna e desiderabile di quella che vorrebbero muovere i paladini del nucleare.Gli obiettivi ratificati a Dicembre dal Parlamento Europeo implicano per l’Italia una accelerazione delle politiche energetiche sostenibili, perché occorre ridurre al 2020 le emissioni di CO2 del 5,6% rispetto al 1990 (in continuità con quanto stabilito dal Protocollo di Kyoto, anche se le emissioni sono cresciute del 9%) e per le rinnovabili di soddisfare il 17% dei consumi finali di energia (rispetto al 5,2% del 2005). Per recuperare questa distanza occorre guardare con attenzione ai processi in corso nel territorio, ai numeri e alle buone pratiche della produzione di energia da rinnovabili. I risultatiI Comuni del Solare sono 5.580 in Italia. Un numero in forte crescita, erano 2.803 Comuni nel censimento dello scorso anno, arrivano a coprire il 69% dei Comuni e ancora una volta sono i "Piccoli" ad evidenziare i dati più significativi. Per il Solare Fotovoltaico è il Comune di Monrupino (TS) in testa alla classifica di diffusione con una media di 1.151 kW ogni 1.000 abitanti. Nel Solare Termico a vincere è il piccolissimo Comune di Don (TN) con una media di oltre 1 mq per abitante. Sono 36 i Comuni Italiani che hanno già raggiunto l'obiettivo fissato dall'Unione Europea di 264mq/1.000 abitanti, 11 in più rispetto allo scorso anno.I Comuni dell'Eolico sono 245 nella fotografia elaborata dal Rapporto. La potenza installata è in crescita, pari a 3.861 MW, con 1.022 MW in più rispetto al 2007. Tra questi Comuni 167 si possono considerare autonomi dal punto di vista elettrico, poichè si produce più energia di quanta ne viene consumata nei territori.I Comuni del Mini Idroelettrico sono 698. Il Rapporto prende in considerazione gli impianti fino a 3 MW e in questi Comuni la potenza totale installata è 617 MW. I Comuni della Geotermia sono 73, per una potenza installata pari a 723,79 MW. Grazie a questi impianti in Italia vengono prodotti ogni anno circa 5.569 GWh di energia elettrica in grado di soddisfare il fabbisogno energetico elettrico di oltre 2 milioni e 200 mila famiglie. Un segnale positivo è lo sviluppo di impianti a bassa entalpia, ossia quelli che sfruttano lo scambio termico con il terreno e che vengono abbinati a tecnologie sempre più efficienti di riscaldamento e raffrescamento.I Comuni della Biomassa sono 604, per una potenza installata complessiva di 923 MW, di cui 336 MW derivano da impianti a Biogas. Grazie a questi impianti in Italia si producono 3.928 GWh l’anno pari al fabbisogno elettrico di 1 milione e 571mila famiglie.Il premio per i migliori Comuni delle Rinnovabili è intitolato a Maurizio Caranza.Sindaco di Varese Ligure per 14 anni e poi Vice sindaco, scomparso due anni fa, ha rappresentato un punto di riferimento imprescindibile per tutti coloro che in questi anni hanno guardato con interesse alle fonti rinnovabili. Da assoluto pioniere fece installare due torri eoliche nel Comune e avviò un progetto di valorizzazione e innovazione ambientale che ha ricevuto numerosi premi nazionali e europei proprio per i risultati prodotti. La strada per il 2020Il territorio italiano possiede tutte le risorse per diventare il palcoscenico di una rivoluzione energetica e ambientale incentrata sulle fonti rinnovabili. I numeri e le esperienze del Rapporto forniscono già una prima fotografia di come questa prospettiva potrebbe diventare realtà. La direzione è quella di valorizzare le risorse naturali (sole, vento, acqua, biomasse, sottosuolo) attraverso le più moderne tecnologie e una declinazione locale capace di creare lavoro e ricerca applicata. Il rischio è che non siano colte appieno le potenzialità esistenti senza una chiara politica che dia certezza agli investimenti e che intorno alle rinnovabili definisca una strategia trasversale per innovare il settore industriale e quello edilizio, il tessuto delle piccole e medie imprese italiane. Per Legambiente occorre intervenire in modo incisivo su alcuni campi di azione fondamentali capaci di mettere in moto il futuro:Integrazione delle fonti rinnovabili nell'ediliziaLa riconversione del settore delle costruzioni è infatti strategica per ridurre i consumi energetici e le emissioni di CO2, occorre dunque legare un programma di miglioramento del rendimento energetico delle nuove e vecchie costruzioni capace di dare risposta alle specifiche domande di energia degli edifici e di ridurre sensibilmente le bollette dei cittadini.Semplificazione delle autorizzazioni per gli impianti da fonti rinnovabiliNelle analisi della IEA (International Energy Agency) sulla competitività degli investimenti nelle rinnovabili tra i Paesi europei la situazione italiana risulta quella con le migliori opportunità di guadagno e al contempo quella in cui è più complicato realizzare i progetti. Scarica l'intero Rapporto Comuni Rinnovabili 2009 Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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