La nuova Strategia dell’Europa per la resilienza idrica

La Commissione europea ha presentato la nuova Strategia per la Resilienza Idrica, un piano che ha l’obiettivo di garantire acqua sicura, sostenibile e accessibile per cittadini, imprese e ambiente. L’obiettivo è creare un’economia dell’acqua più intelligente, resiliente e competitiva, partendo da tre direttrici fondamentali: ripristino del ciclo idrico, efficienza e sicurezza per tutti.

La conferenza stampa di presentazione della Strategia europea per la resilienza idrica
La conferenza stampa di presentazione della Strategia europea per la resilienza idrica – Fonte Commissione Europea

L’acqua non è solo una risorsa, è la nostra linfa vitale. Con queste parole, Jessika Roswall, Commissioner for Environment, Water Resilience and a Competitive Circular Economy, ha introdotto la nuova Strategia europea per la resilienza idrica, approvata il 4 giugno 2025. Un documento che pone l’acqua al centro dell’agenda climatica, economica e sociale dell’Unione. La strategia interviene in un momento in cui i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la pressione antropica stanno compromettendo sempre più i sistemi idrici del continente.

In un’Europa che si riscalda più rapidamente rispetto al resto del mondo, dove alluvioni e siccità si fanno sempre più frequenti e impattanti, il ripensamento del ciclo dell’acqua diventa una priorità. Non si tratta di una misura emergenziale, ma di un nuovo paradigma che vuole trasformare la gestione dell’acqua in leva di sostenibilità, innovazione e sicurezza per tutti i cittadini europei. Basti pensare che a livello globale, 2,2 miliardi di persone vivono ancora senza accesso all’acqua potabile sicura e quasi metà delle acque reflue domestiche non viene trattata.

Negli ultimi dieci anni, il numero di europei colpiti dalla scarsità d’acqua è quasi raddoppiato. Ogni anno il 30% delle terre europee affronta scarsità idrica. Ma anche alluvioni improvvise e piogge estreme sono diventate la nostra nuova normalità. Che si tratti di troppa, troppo poca o acqua troppo inquinata, l’insicurezza idrica è ora tra i principali rischi per l’economia dell’eurozona. È chiaro quindi che dobbiamo mettere l’Europa su un percorso di resilienza idrica. – Jessika Roswall

Ripensare il ciclo dell’acqua: ambiente, salute e sicurezza

Il primo asse su cui si fonda la strategia è la rigenerazione del ciclo idrico, dalla sorgente al mare. Questo significa ripristinare la capacità naturale dei suoli, delle foreste e delle zone umide di trattenere e purificare l’acqua, un concetto che prende forma concreta nella creazione di una Sponge Facility europea: un’iniziativa volta a ripristinare il ruolo “spugna” del paesaggio attraverso soluzioni basate sulla natura. L’obiettivo è affrontare le sfide di quantità e qualità idrica in modo sistemico, garantendo la piena attuazione del quadro normativo UE già esistente, come la Direttiva Quadro sulle Acque (DQA), il Regolamento sul ripristino della natura e la Direttiva sulle Alluvioni.

Ripensare il ciclo dell’acqua: ambiente, salute e sicurezza

Oltre a questo, la Commissione propone la revisione della Marine Strategy Framework Directive, per allinearla meglio con il quadro normativo sulle acque dolci e garantire una gestione integrata dalle fonti fluviali fino ai mari. Il collegamento “source-to-sea” è infatti essenziale per contenere l’inquinamento, proteggere la biodiversità e salvaguardare le attività economiche costiere.

La Commissione prevede anche un intervento deciso contro l’inquinamento idrico, con particolare attenzione ai PFAS, le cosiddette sostanze “eternamente persistenti” che mettono a rischio la salute pubblica e ambientale. Sarà incentivata la depurazione, il trattamento innovativo delle acque reflue e la prevenzione dell’inquinamento alla fonte, anche attraverso partenariati pubblico-privati per lo sviluppo di tecnologie di bonifica avanzate.

Ma la strategia guarda anche al cambiamento climatico. Gli strumenti digitali come il gemello digitale dell’oceano, i sistemi di allerta Copernicus e il monitoraggio in tempo reale saranno potenziati per gestire meglio i rischi legati a siccità e alluvioni. “Non possiamo più considerare l’acqua come infinita, gratuita e sempre disponibile. È tempo di trattarla come una responsabilità condivisa. Dobbiamo aumentare la quantità di acqua disponibile: prevenendo le perdite, riciclando le acque reflue, utilizzando la desalinizzazione e migliorando l’efficienza d’uso”, ha affermato la Vicepresidente Ribera.

Verso un’economia dell’acqua più smart, efficiente e competitiva

L’altra grande direttrice della strategia è lo sviluppo di un’economia idrica più intelligente e sostenibile. La Commissione ha fissato l’obiettivo di migliorare l’efficienza idrica dell’UE almeno del 10% entro il 2030. Per raggiungerlo, si punterà sulla riduzione delle perdite nelle reti (oggi variabili tra l’8% e il 57% nei diversi Stati membri), sulla digitalizzazione dei consumi e sul riuso sicuro delle acque reflue, anche oltre il settore agricolo.

Verso un’economia dell’acqua più smart, efficiente e competitiva

Va detto che il target del 10% di efficienza idrica previsto dalla Strategia europea per la resilienza idrica non è vincolante. Si tratta di un obiettivo raccomandato, pensato per orientare gli Stati membri verso una gestione più sostenibile dell’acqua entro il 2030.
La Commissione Europea invita ogni Stato a definire i propri obiettivi nazionali in base alle specificità territoriali, collaborando alla definizione di una metodologia comune. Tuttavia, non esistono obblighi legali o meccanismi sanzionatori associati a questo traguardo.
Questa scelta ha suscitato critiche da parte di alcune organizzazioni ambientaliste, che sottolineano come l’assenza di vincoli giuridici possa ridurre l’efficacia concreta della strategia.

Le infrastrutture saranno rinnovate attraverso fondi europei dedicati, con il sostegno della BEI che metterà a disposizione oltre 15 miliardi di euro per progetti nel triennio 2025–2027. La digitalizzazione avrà un ruolo centrale, con l’adozione di sistemi di smart metering e piattaforme dati per il monitoraggio, la previsione e l’ottimizzazione dell’uso idrico.

Un altro elemento importante è il coinvolgimento dei cittadini, imprese e comunità locali, considerate essenziali per trasformare questi obiettivi in realtà. La strategia promuove pratiche di risparmio e consapevolezza, sia in ambito domestico che industriale, anche grazie al rafforzamento dell’Ecolabel e dell’ecodesign per prodotti ad alta efficienza idrica.

Infine, la strategia ha anche un respiro internazionale. L’Europa vuole guidare l’agenda globale sull’acqua attraverso il Global Gateway e partenariati strategici nei bacini fluviali condivisi, puntando su cooperazione, diplomazia idrica e accesso equo alle risorse.

Con questa Strategia, proponiamo una serie di misure per affrontare le sfide della resilienza idrica: dal potenziamento dei sistemi europei di allerta precoce e monitoraggio in tempo reale, alla raccolta di dati necessari, agli investimenti in infrastrutture resilienti, fino al miglioramento della gestione idrica tramite digitalizzazione e investimenti privati. Ma andiamo oltre: contiamo sulla natura per ispirare le nostre soluzioni. L’UE ha gli strumenti, le leggi e un settore idrico leader mondiale per guidare questo cambiamento. Trasformiamo questa sfida in forza. Proteggiamo ciò che ci sostiene. Condividiamo la nostra conoscenza con altri partner. Rendiamo l’Europa resiliente all’acqua. – Teresa Ribera

La Commissione da dicembre 2025, convocherà ogni due anni un Water Resilience Forum, sollecitando un dialogo con gli stakeholder europei. Una revisione intermedia dei progressi è prevista per il 2027.

Economia e sostenibilità: il risparmio idrico nei settori a più alto impatto

A integrare e rafforzare la Strategia per la Resilienza Idrica, l’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) ha pubblicato il rapporto “Water savings for a water-resilient Europe”, che mette in evidenza come i settori economici a più alto consumo d’acqua siano anche quelli con il maggiore potenziale di risparmio.

Produzione di energia elettrica per il raffreddamento (36%), agricoltura (29%), approvvigionamento idrico pubblico (19%) e industria manifatturiera (14%) coprono insieme il 98% dei prelievi idrici dell’UE.
Il rapporto segnala che settori emergenti come i data center e la produzione di idrogeno stanno generando nuove pressioni sulle risorse idriche. Il raffreddamento dei data center comporta una domanda idrica crescente e costante, mentre l’idrogeno – considerato strategico nella transizione energetica – necessita di acqua ad alta qualità.
Il documento sottolinea l’urgenza di ridurre perdite e sprechi, e raccomanda di combinare il risparmio idrico con misure tecnologiche e gestionali per migliorare la resilienza come, per esempio, riuso, desalinizzazione e raccolta delle acque piovane.

Secondo il Report senza un cambio di rotta, la scarsità idrica – già presente nel 30% del territorio europeo – rischia di compromettere settori vitali e spingere verso un’escalation dei costi economici e ambientali. La direttrice dell’EEA, Leena Ylä-Mononen commenta: “Tagliare i consumi idrici a livelli sostenibili è oggi una priorità non negoziabile per tutti i grandi utilizzatori d’acqua in Europa”.

FAQ – Domande sulla Strategia europea per la resilienza idrica

Cosa prevede la strategia per affrontare la scarsità idrica?

La strategia promuove il principio “efficienza idrica prima di tutto”, con obiettivi di riduzione dei consumi e investimenti in tecnologie per il riuso e il risparmio idrico.

Che ruolo hanno le imprese nella strategia?

Le imprese sono chiamate a migliorare l’efficienza nei processi produttivi, adottare sistemi di riutilizzo delle acque reflue e investire in innovazione idrica, anche tramite incentivi pubblici.

Come sarà finanziata la strategia?

Oltre ai fondi UE per la coesione e la PAC, è previsto un piano d’investimenti da oltre 15 miliardi € da parte della BEI, con l’attivazione di capitali privati e strumenti innovativi come i nature credits.

In che modo i cittadini possono contribuire?

Attraverso comportamenti consapevoli nel consumo domestico, la scelta di prodotti più efficienti, la partecipazione ai processi di pianificazione e la sensibilizzazione locale.

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