Sostenibilità: gli esempi in alta quota secondo Legambiente

Legambiente assegna 19 Bandiere Verdi nell’arco alpino. Primeggia il Piemonte con il maggior numero di vessilli verdi. Non mancano le Bandiere Nere, simbolo di pratiche non più sostenibili.

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Sostenibilità: gli esempi in alta quota secondo Legambiente

Il cambiamento climatico sta esercitando un’enorme pressione sulle montagne, sfidando la capacità di resilienza delle comunità locali e dell’ambiente. La crisi climatica sta portando a una crescente tensione tra l’uomo e la natura, con conflitti che minacciano di diventare insostenibili per la nostra specie.

Fortunatamente sempre più esperienze virtuose stanno emergendo dalle Alpi come risposta al climate change e allo spopolamento. Le protagoniste di questa rivoluzione sono associazioni e operatori locali, piccoli comuni ed enti culturali, che si trovano in prima linea nel lavoro sul territorio.

Anche quest’anno Legambiente è tornata a raccontare le storie di Carovana delle Alpi attraverso il Report “Bandiere Verdi e Nere 2023” un documento che pone l’attenzione sugli esempi positivi di sostenibilità in alta quota.

“La montagna – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambientesta dimostrando di essere un territorio resiliente e di offrire nuove opportunità rispondendo così a crisi climatica e spopolamento. Il mondo delle bandiere verdi è, infatti, la prova evidente di questa resilienza e forza delle comunità locali che puntano sempre di più su innovazione, sostenibilità ambientale, valorizzazione del territorio e adattamento innovativo”. 

Come spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Legambiente Alpi: “La crisi climatica esaspera la convivenza uomo-natura, con conflitti che rischiano di diventare insostenibili per la nostra specie. (…) è importante riconoscere l’impegno di coloro che attraverso i vari campi di attività provano a dare forma a nuovi significati e valori per le terre alte, a partire dalle bandiere Verdi esempi concreti da contrapporre alle bandiere nere, ossia a quelle pratiche che non fanno bene all’ambiente e che guardano al passato e non al futuro della montagna”.

Quest’anno primeggia il Piemonte con 5 Bandiere Verdi, seguito da Friuli-Venezia Giulia con 4, Veneto con 3 bandiere, Lombardia e Valle d’Aosta con rispettivamente 2 bandiere, Alto Adige, Liguria e Trentino rispettivamente con una bandiera.

Le Bandiere Verdi 2023, nel segno della sostenibilità in alta montagna

Il Comune di Balme (TO) è stato riconosciuto per la sua scelta di orientare le prospettive future del territorio verso la conservazione della natura e del paesaggio tradizionale. La Giunta ha adottato delibere coraggiose, come quella contro l’utilizzo turistico dei veicoli a motore, dimostrando un impegno concreto per la tutela dell’ambiente.

Le Bandiere Verdi 2023, nel segno della sostenibilità in alta montagna

Premiato per il suo importante impegno nel ripristino forestale, il Comune di Enego (VI) ha lavorato duramente dopo la devastante tempesta Vaia. Il Comune di Caraglio (CN) è stato riconosciuto per un progetto innovativo che ha permesso il recupero di un’area precedentemente degradata, trasformandola nel Bioparco “Acqua Viva”.

Merita una menzione speciale anche il Comune di Valdieri (CN) che ha affrontato con decisione alcune questioni ambientali aperte da tempo, tra cui la delicata tematica degli usi civici del vallone del Valasco situato nel territorio comunale.

Le Bandiere Verdi 2023 sono state assegnate a diversi operatori locali che hanno saputo mettere in atto progetti concreti per garantire uno sviluppo sostenibile dell’ambiente montano.

I gestori dei rifugi della Deiva (SV) sono stati premiati per il loro impegno nel mantenere questi luoghi presenti sul territorio come ambiente di ospitalità e presidio di una realtà dove la sostenibilità è un valore centrale. Citiamo anche la lodevole esperienza di Ivan Provenzale e famiglia che, dal 2019, ha scelto di vivere in un borgo disabitato della Val Tramontina (PN) promuovendo esperienze di comunità e co-progettazione. Affascinante e degno del premio di Legambiente anche il lavoro dell’impresa sociale Dolomiti Hub di Fonzaso (BL): questa realtà si è adoperata per rigenerare un opificio dell’area, così da contrastare lo spopolamento in corso.

Sono tante le esperienze positive delle associazioni locali e delle pro loco riconosciute in questa edizione. Un esempio è quello del Comitato per l’ampliamento del Parco del Mont Avic, Fénis (AO) che ha scelto di ampliare il territorio del Parco sui propri terreni. L’Associazione Castanicoltori Lario Orientale, Sala al Barro (LC) ha ricevuto una menzione per la promozione della buona pratica di cura delle selve castanili affinché questo patrimonio agricolo continui ad esistere.

Ma le associazioni premiate sono davvero tante, ciascuna portatrice di un progetto che mette al centro la sostenibilità ambientale in montagna. Le Bandiere Verdi 2023 vanno a: Pro Loco di Preone (UD); Alpstream – Centro internazionale per lo studio dei fiumi alpini, Ostana (CN); Associazione per l’Ecomuseo Valle Elvo e Serra Sordevolo (BI); Associazione Aosta Iacta Est, Aosta (AO); Associazione Gruppo Sentieri Amici della Storia di Val Brembilla (BG); Associazioni e gli enti promotori dell’Iniziativa Baumgart – frutteti tradizionali Bolzano (BZ); associazione Amici di Venzone e al Comune di Venzone (UD).

Le storie virtuose in alta montagna

Nella Foresta della Deiva (Liguria) troviamo i rifugi Casa Ressia (con 22 posti letto) e Casa Giumenta (con 16 posti letto) che sono stati inaugurati nel 2020 e successivamente affidati alla cooperativa sociale Arci Media. Queste strutture sono state oggetto di una ristrutturazione attenta alla conservazione delle caratteristiche architettoniche e storiche originali. Entrambe le strutture si sono distinte per le iniziative plastic-free e per avere una fonte di acqua autonoma. In particolare, Casa Giumenta è stata concepita come una struttura a basso impatto ambientale, grazie all’utilizzo di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia elettrica.

Dalla Liguria ci spostiamo nel Comune di Caraglio (CN) per parlare del progetto Bioparco “Acqua Viva”. L’innovativa iniziativa è stata realizzata su un’ampia area boscata di 15 ettari, precedentemente dismessa dall’esercito (ex polveriera) e a rischio di degrado.

Il risultato di questo ambizioso progetto è la creazione del primo bio-lago balneabile in Piemonte, insieme a un parco giochi per bambini e un parco avventura per i ragazzi. All’interno dell’area è stata anche creata una riserva idrica destinata all’agricoltura.

Il Comune di Enego in Veneto ha merita la Bandiera Verde per il suo impegno nella rinascita della Piana della Mercesina. In ottica di una pianificazione a medio termine coerente con gli obiettivi di transizione ecologica del Comune, è stato elaborato un masterplan generale per interventi di ripristino forestale ed ambientale e di valorizzazione della piana. L’ambizioso progetto vede il recupero di circa 800 ettari di boschi coinvolti dagli schianti, diversi tipi di intervento: dal ripristino forestale a scopo produttivo, alla ricostituzione degli ambiti di protezione, fino alla trasformazione in aree a pascolo o da lasciare all’evoluzione naturale.

Le Bandiere Nere, segni di un’economia ancorata al passato

Le storie delle 11 Bandiere Nere risultano meno positive. La regione con più demeriti è il Friuli-Venezia Giulia, che riceve ben 3 bandiere nere, seguita da Lombardia e Trentino con 2 ciascuna. A seguire, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e Alto Adige ricevono una bandiera nera ciascuno.

Le Bandiere Nere, segni di un’economia ancorata al passato in montagna

Legambiente assegna la maggior parte delle Bandiere Nere alle istituzioni pubbliche, in particolare a quelle regionali. Citiamo l’esempio dell’amministrazione regionale del Friuli-Venezia Giulia che si trova coinvolta in tutte e tre le bandiere nere assegnate dall’associazione ambientalista.

Come si legge nel report, insieme alle Amministrazioni Comunali di Ampezzo, Forni di Sopra, Sappada e Sauris (UD), la Regione Friuli-Venezia Giulia è stata penalizzata per aver liberalizzato la circolazione delle motoslitte su oltre settanta chilometri di strade forestali montane durante il periodo invernale.

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