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Indice degli argomenti: Perché è importante ridurre l’impatto ambientale dell’edilizia Progettazione sostenibile e sistemi passivi Decarbonizzare i sistemi di riscaldamento nelle abitazioni Materiali sostenibili, naturali e riciclati Superfici mangia smog Coperture e pareti verdi Energie rinnovabili La lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento può assumere diverse connotazioni e coinvolgere persone, aziende ed interi settori produttivi. Nel corso degli anni si è portata avanti questa “battaglia” con successi più o meno importanti. Una cosa certa è l’ormai riconosciuta l’importanza di impegnarsi, in qualsiasi ambito per ridurre il proprio impatto ambientale e risparmiare energia. Nel campo dell’edilizia, ad esempio, non sono mancate le innovazioni a riguardo, con lo studio di materiali e soluzioni innovative, ma anche con un’attenzione progettuale indirizzata al rispetto dei principi dell’architettura sostenibile. Perché è importante ridurre l’impatto ambientale dell’edilizia Da tempo si parla di quanto l’edilizia sia uno dei settori responsabili di una quantità importante di emissioni in atmosfera e di un eccessivo consumo energetico. Ad impattare, sono le fasi dell’intero ciclo di vita dell’edificio, in quanto fin dall’estrazione delle materie prime e dalla realizzazione dei materiali, fino alla sua demolizione, si consumano risorse ed energia. Nello specifico, secondo i dati del Global Alliance for Buildings and Construction, nel 2019 il settore edile è stato responsabile del 36% dei consumi energetici globali e del 39% delle emissioni in atmosfera di CO2. È chiaro, quindi, che anche se ci si sta già muovendo verso un’architettura più sostenibile, sia importante insistere in questa direzione e fare in modo che questo approccio sia sempre più diffuso. Ad esempio, in Italia i nuovi edifici sono realizzati secondo determinati crismi, anche grazie alla normativa che obbliga alla costruzione di costruzioni efficienti e NZEB, ma c’è ancora moltissimo lavoro per quanto riguarda il patrimonio esistente. Progettazione sostenibile e sistemi passivi Il primo passo per ridurre l’impatto ambientale di un edificio durante il periodo del suo funzionamento è una corretta ed attenta progettazione. L’architettura bioclimatica, infatti, sfrutta risorse naturali come il vento, il sole e la vegetazione per essere più efficiente, riducendo così la necessità di produrre energia con gli impianti. L’approccio bioclimatico punta ad aumentare l’autosufficienza energetica degli edifici, ricorrendo a strategie progettuali passive, come il corretto orientamento, la predisposizione corretta degli ombreggiamenti, sistemi solari come serre, strutture con elevata inerzia termica, sistemi per la ventilazione naturale e così via. Decarbonizzare i sistemi di riscaldamento nelle abitazioni Ridurre l’impatto ambientale è una scelta doverosa per preservare il nostro pianeta: per questo motivo una strada necessaria nel percorso di transizione verso un futuro più green prevede la decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento. Uno studio condotto da Elemens per Legambiente e Kyoto Club nell’aprile 2021 fa notare come il riscaldamento domestico contribuisca in maniera rilevante all’inquinamento delle città. I dati emersi dalla ricerca ritraggono metropoli inquinate oltre misura in cui il metano è ancora una delle tipologie primarie di combustibile In Italia sono 17,5 milioni le abitazioni che utilizzano il metano, una scelta fortemente dannosa per l’ambiente: secondo i dati Ispra il riscaldamento degli edifici commerciali, residenziali e pubblici ha un peso sulle emissioni di anidride carbonica per oltre il 17%. Un dato che viene confermato dallo studio di ARPA svolto in Lombardia: la ricerca ha messo in evidenza come nella Regione, nonostante lo stop legato al lockdown del 2020, le emissioni di PM10 siano diminuite soltanto del 17% proprio a causa di un aumento dell’uso dei riscaldamenti. Esistono soluzioni alternative da adottare per decarbonizzare il riscaldamento? La risposta è affermativa: Legambiente e Kyoto Club propongono delle opzioni green pensate per favorire la diffusione di sistemi di riscaldamento a zero emissioni. Nel Paese sono ancora troppe le politiche che favoriscono l’uso di impianti a gas e gasolio. Le due associazioni propongono di eliminare le caldaie a gas dal Superbonus e di fissare al 2025 la data per eliminare i sussidi ai consumi di gas e vietare l’installazione di impianti che utilizzano fonti fossili, come già fatto in vari paesi in Europa. Tra le altre soluzioni proposte per incentivare la transizione verso tecnologie ecofriendly troviamo anche l’installazione di caldaie efficienti a biomassa legnosa, oltre alla richiesta di sostituire gli impianti inquinanti con soluzioni come le pompe di calore e il solare termico. Materiali sostenibili, naturali e riciclati Ragionando sull’intero ciclo di vita dell’edificio, emerge l’importanza di ridurre l’impatto ambientale fin dal principio, ovvero dalla produzione dei materiali con cui è costruito. L’impatto ambientale di un materiale o un prodotto da costruzione dipende dall’energia utilizzata per estrarlo, trasportarlo e lavorarlo, dalla CO2 emessa durante questo processo e dalla produzioni di eventuali altri inquinanti. Per questo, scegliere materiali naturali prodotti secondo processi rispettosi dell’ambiente e provenienti dal territorio locale è molto importante per ridurre l’impatto dell’intero edificio. Una valida alternativa è quella dell’utilizzo dei materiali riciclati, una strada ormai facilmente percorribile, grazie al fatto che la filiera del riciclo è sempre più sviluppata e oggi sono disponibili sul mercato moltissimi materiali riciclati, provenienti dal trattamento di rifiuti edili, legno, vetro e plastica. Superfici mangia smog Oggi sono disponibili sul mercato materiali in grado di ridurre la quantità di smog presente nell’aria, per questo detti “mangia smog”. Si tratta di materiali come pitture o cementi che, reagendo alla presenza del sole, possono eliminare gli inquinanti presenti nell’atmosfera, come l’ossido di azoto. Il cemento fotocatalitico e mangia smog utilizzato per la realizzazione di Palazzo Italia di Expo Milano 2015 Il meccanismo alla base di questa interessante funzionalità, è la fotocatalisi, un processo che decompone gli inquinanti. Considerando che le città sono sempre più inquinante, l’utilizzo di questi prodotti al posto di altri tradizionali, può fare la differenza. Superfici mangia smog: alcuni esempi di architetture nel mondo Palazzo Italia è solo uno degli esempi di architetture green la cui facciata è realizzata per catturare le particelle di smog e liberare l’aria dagli agenti inquinanti. Ospedale Manuel Gea Gonzàlez – Città del Messico Lo smog presente a Città del Messico ha raggiunto negli anni dei dati veramente critici, tanto da far entrare la metropoli nelle classifiche delle città più inquinate al mondo. È in contesti come quello della capitale centroamericana che l’architettura gioca un ruolo chiave nel rendere la città più vivibile e l’aria più salubre. Ospedale Manuel Gea Gonzàlez – Città del Messico. img by Gobierno de Mexico Qui troviamo l’ospedale Manuel Gea Gonzàlez, un perfetto esempio di edificio “mangia smog”. La facciata della struttura ospedaliera riduce le emissioni inquinanti grazie al rivestimento composto in biossido di titanio, un materiale capace di attivare la fotocatalisi che neutralizza lo smog. NòvAmpere – Milano Da Città del Messico voliamo a Milano. Nel capoluogo meneghino si trova il progetto nòvAmpère realizzato dallo Studio Beretta Associati. Un edificio green composto da 101 appartamenti per oltre 10.000 metri quadrati di superficie e ben 4.000 metri quadrati di verde a disposizione dei condomini. Progetto nòvAmpère a Milano La particolarità? La facciata cattura smog: per realizzarla lo studio di architettura ha utilizzato il cemento i.active TECNO di Italcementi che contiene il principio fotocatalitico TX Active. Vediamo il funzionamento: l’azione combinata della luce naturale e di TX Active va a neutralizzare gli agenti inquinanti restituendo così una migliore qualità dell’aria. Coperture e pareti verdi Anche la realizzazione di coperture e pareti verdi è una soluzione per aumentare la sostenibilità di un edificio, ridurre l’inquinamento e migliorare il microclima interno all’edificio e anche nei suoi dintorni. Lo strato di vegetazione ha effetti positivi sugli ambienti interni degli edifici su cui è installato, riducendo problemi come il surriscaldamento estivo e regolando l’umidità. Inoltre, la vegetazione migliora anche la qualità dell’aria, in quanto funziona come un filtro naturale, in grado di filtrare inquinanti come le polveri sottili. Infine, le coperture verdi trattengono acqua piovana e riducono così le superfici impermeabili, responsabili anche dell’effetto isola di calore e dell’innalzamento della temperatura all’interno dei centri urbani. Coperture e pareti verdi: quando la natura entra in città Gli architetti di tutto il mondo stanno definendo delle soluzioni progettuali in grado di far dialogare la natura e l’architettura. Vediamo alcuni degli edifici più interessanti in cui le coperture e le pareti verdi sono protagoniste. Bosco Verticale – Stefano Boeri Uno dei casi più indicativi di green architecture è il Bosco Verticale di Stefano Boeri, sicuramente uno degli esempi di architettura residenziale verde più affascinante e funzionale che ci sia. L’architettura fa parte di una visione di riforestazione e rinaturalizzazione delle grandi città: con i suoi 4.500 arbusti e oltre 800 alberi, il Bosco Verticale è parte attiva nella lotta all’inquinamento. Centro Acros – Emilio Ambasz Img by Wikipedia Il lavoro di Emilio Ambasz ha ispirato architetti di tutto il mondo nel cammino verso l’integrazione tra natura ed elementi architettonici. Uno dei progetti più celebri dell’archistar argentina è sicuramente il Centro Acros di Fukuoka inaugurato nel 1995. Come conciliare la necessità di costruire nuovi edifici in città con l’importanza del vivere a contatto con il verde? Il Centro Acros esemplifica pienamente il concetto di architettura ecologica, restituendo alla città un edificio in perfetta simbiosi con la natura. In un’intervista del 2009, Emilio Ambasz commenta con queste parole il suo avveniristico progetto: “Per me Fukuoka è molto importante perché è la dimostrazione che si può fare architettura verde nel centro della città. In fondo è un po’ scontato relegare il verde alla periferia lasciando il grigio in città: è un’idea che manca totalmente di immaginazione. Con questo palazzo cerco di fare onore al mio slogan – che non sempre mi riesce bene – che è quello di restituire alla comunità il cento per cento del terreno che il palazzo copre, in forma di giardini accessibili alle persone”. Il Centro Acros da un lato si presenta come un “tradizionale” edificio tipico di un distretto finanziario, dall’altro si mostra in tutta la sua bellezza “verde”: l’unicità del progetto di Fukuoka risiede nei 14 giardini terrazzati ricoperti da una fitta vegetazione che culminano nel belvedere panoramico che regala una vista esclusiva sulla città. California Academy Of Sciences – Renzo Piano California Academy Of Sciences- Img by Fondazione Renzo Piano Tra gli esempi celebri di coperture verdi è doveroso citare il lavoro di Renzo Piano. L’archistar italiana ha firmato il progetto dell’edificio dedicato ad un’importante istituzione culturale e scientifica: la California Academy Of Sciences le cui origini affondano le radici nel 1853. Il premio Pritzker ha realizzato una struttura che contiene un planetario, un acquario, un museo di storia naturale, spazi dedicati alla ricerca e uffici. Il tutto in una veste “green” innovativa. Renzo Piano ha dotato l’edificio di un imponente tetto verde: la copertura dell’Accademia vanta una dimensione di 50.000 metri quadrati ed è ricoperta da piante autoctone. L’Accademia si fonde con il territorio presentandosi come un paesaggio collinare che si solleva e si abbassa dolcemente. Il green rooftop creato da Renzo Piano è un elemento “vivo” che respira e dialoga con il panorama circostante: tra piante e specie in fiore, la California Academy of Sciences crea un ecosistema benefico per la città di San Francisco. Energia rinnovabile Infine, per combattere l’inquinamento e i cambiamenti climatici, l’architettura può ricorrere all’energia pulita. Produrre energia da fonti fossili causa il consumo di risorse non rinnovabili, ma anche la produzione di emissioni in atmosfera. Per questo è importante che l’energia rinnovabile trovi sempre maggior diffusione, anche nel settore edile. Inoltre, oggi c’è la possibilità di integrare gli impianti di produzione di energia verde con l’architettura dell’edificio, con risultati anche esteticamente soddisfacenti. Esistono tegole, vetrate e anche balaustre fotovoltaiche ad esempio, in modo che l’impianto diventi effettivamente parte della costruzione. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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