Inquinamento, qualità dell’aria e particolato: pubblicato il report SNPA 2023

Cambiamenti climatici e polveri sottili peggiorano la qualità dell’aria: ecco i dati del 2023 emersi nel report SNPA, dove viene mostrato un quadro in miglioramento.

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Inquinamento, qualità dell’aria e particolato: pubblicato il report SNPA 2023

L’inquinamento ha diversi effetti negativi sulla salute e sulla mortalità della popolazione, per questo motivo vengono condotti periodicamente report e studi per rilevare la qualità dell’aria. I cambiamenti climatici, inoltre, aggravano la presenza delle polveri sottili, dei livelli dell’ozono, e del particolato atmosferico, fattori da non sottovalutare per salvaguardare la salute e la sicurezza.

L’ultimo report sulla qualità dell’aria del SNPA 2023 mostra un quadro in miglioramento: le azioni intraprese per migliorare la qualità dell’aria iniziano a dare i propri frutti, ma il cammino è ancora lungo. Ecco cosa segnalano i dati e le strategie per ridurre i livelli di inquinamento atmosferico entro il 2030.

Qualità dell’aria: cosa rivela il report SNPA

Il report SNPA è uno spunto di riflessione sulla qualità dell’aria che si respira nel territorio italiano, calcolata tramite l’analisi delle varie attività svolte dalle strutture tecniche, in concomitanza con gli istituti di ricerca nazionali.

Lo scopo del report, oltre a mostrare la qualità dell’aria con dati oggettivi, è fornire elementi di discussione e di approfondimento per sensibilizzare sull’importanza di ridurre la presenza di inquinanti nell’aria.

Qualità dell’aria: cosa rivela il report SNPA

I temi della qualità dell’aria e dell’inquinamento atmosferico hanno importanti riflessi sulla salute pubblica. Grazie a più di 650 stazioni di monitoraggio attive sul territorio nazionale, l’SNPA riesce a raccogliere 25 milioni di dati ogni anno. Presentiamo oggi il nostro ultimo Rapporto sulla qualità dell’aria, che copre il periodo 2013-2022, e l’Informativa sintetica sulla qualità dell’aria nel 2023.

Così Stefano Laporta, presidente di SNPA e ISPRA.

Passando ai dati analizzati, il report tiene conto delle dinamiche dell’inquinamento atmosferico, delle azioni di risanamento e delle conoscenze scientifiche. Inoltre vi è una rilevazione delle sorgenti di inquinamento e dell’impatto sulla salute dei cittadini, specialmente di quelli che abitano nelle zone più soggette a inquinamento atmosferico.

Dunque il dato finale è che, per il 2023, l’Italia ha rispettato i valori limite annuali del particolato atmosferico PM10, registrando una riduzione media di circa il 13% rispetto alla media rilevata nel decennio 2013-2022. Bene anche il valore limite giornaliero del PM10, superiore ai limiti soltanto nei Comuni del bacino padano.

La qualità dell’aria nel 2023 è migliorata

Dati alla mano, le rilevazioni del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA/ISPRA) mostrano un quadro in miglioramento per quanto riguarda la qualità dell’aria sul territorio italiano. Rispetto al 2007, anno a partire dal quale sono disponibili i primi dati di PM10 e PM2,5, nel 2023 si è registrato un netto miglioramento sia per la soglia giornaliera di PM10 sia per i valori medi calcolati su scala annuale.

Nonostante il dato in parte positivo, a preoccupare gli esperti è l’aumento dei periodi di “stagnazione atmosferica invernale”, fenomeno che si verifica quando una massa d’aria resta su una superficie per un periodo prolungato senza precipitazioni, con gravi implicazioni per la salute per via della maggiore esposizione all’inquinamento atmosferico (ad esempio patologie cardiovascolari e problemi respiratori). Situazione che si è venuta a creare in Pianura padana e in altre zone geograficamente critiche tra gennaio e febbraio del 2024.

Attenzione alla composizione delle polveri sottili

Il report del SNPA sulla qualità dell’aria evidenzia un dato importante: gli effetti negativi sulla salute dipendono sia dalla concentrazione di polveri sottili sia dalla loro composizione.

Per questa ragione il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale dovrà rafforzare i sistemi di monitoraggio del particolato atmosferico. L’OMS, infatti, sostiene che migliorare l’analisi della tossicità dell’aria può facilitare le iniziative politiche volte ad abbattere le emissioni.

Le strategie per migliorare la qualità dell’aria entro il 2030

Studi ed evidenze scientifiche dimostrano da anni che l’esposizione all’inquinamento atmosferico provoca seri danni alla salute. Per questo motivo la Commissione europea nel 2021 ha avviato “Un percorso verso un pianeta più sano per tutti Piano d’azione dell’UE”. L’obiettivo di questo percorso è diminuire l’inquinamento per l’aria, l’acqua e il suolo entro il 2030 e ridurre del 55% malattie e decessi prematuri causati dall’inquinamento, rispetto al dato registrato nel 2005.

Con lo stesso obiettivo, nel 2022 il Consiglio europeo ha proposto la revisione delle Direttive europee nelle parti in cui si prevede, entro il 2030, il rispetto di limiti significativamente più severi di quelli attuali.

Sarà un percorso impegnativo, soprattutto se si considera che – anche nelle zone più virtuose – i livelli di inquinamento atmosferico attuali sono in larga parte superiori ai valori limite proposti per il 2030.

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