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A cura di: Giorgio Pirani Indice degli argomenti Toggle +120% rispetto al 2022, ma c’è ancora molto da fareIl grande lavoro in Italia su PPA ed idrogeno verdeLe sfide del futuro: dallo stoccaggio dell’energia al decreto FER-X L’Italia ha guadagnato una posizione, ma la top ten rimane ancora distante. Questo è quanto emerge dai vertici della RECAI 2023, l’Indice di attrattività dei Paesi per le energie rinnovabili redatto da EY. Dal 2003, l’organizzazione conduce una ricerca semestrale sui primi 40 mercati globali, valutandone l’appeal per gli investitori e le opportunità nel settore “verde”. Il nostro paese torna così a salire in classifica, dopo che nella scorsa edizione era calato di tre posizioni. +120% rispetto al 2022, ma c’è ancora molto da fare Il Paese ha fissato obiettivi ambiziosi nel campo delle energie rinnovabili, mirando a incrementare la percentuale di fonti rinnovabili fino al 65% entro il 2030 e raggiungendo nei primi 6 mesi dell’anno i 2,5 GW, evidenziando un aumento del 120% rispetto al 2022. Ma si può e deve fare di più: per raddoppiare entro il 2030 la produzione di energia da fonti rinnovabili, le stime indicano che il nostro Paese dovrà colmare un gap di circa 11 GW rispetto ai target stabiliti per l’energia eolica e di 35 GW relativamente al fotovoltaico. “Il costante aumento del fabbisogno energetico e l’instabilità geopolitica sono alcuni dei fattori che hanno portato alla necessità di accelerare la transizione verso modelli energetici più sostenibili – commenta Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader – Oltre ai significativi benefici economici e ambientali che la transizione energetica porta con sé, si creeranno anche nuove opportunità per il mondo del lavoro: entro il 2030, infatti, triplicherà l’offerta per le professioni specializzate nel settore delle rinnovabili e sarà dunque determinante consolidare le competenze i processi di formazione legati, in particolare, alle discipline STEM”. La classifica L’ultima edizione evidenzia un podio consolidato, con Stati Uniti, Germania e Cina che mantengono saldamente le prime tre posizioni, con i primi che si confermano in vetta grazie allo sviluppo significativo nel settore fotovoltaico incentivato dall’Inflation Reduction Act (IRA). La Germania sta vivendo un notevole successo nell’eolico a terra, mentre per quanto riguarda la Cina, è in crescita l’eolico offshore, un settore in espansione esponenziale. Seguono poi Francia, Australia, India, Regno Unito (in calo di tre posizione), Spagna Danimarca e Paesi Bassi. Il grande lavoro in Italia su PPA ed idrogeno verde Il Paese ha fissato obiettivi ambiziosi per incrementare la quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, e recenti iniziative governative mirano a facilitare l’accesso a tali fonti. C’è un crescente interesse nel mercato nazionale dei Power Purchase Agreement (PPA), come evidenziato anche dall’indice del RECAI, che ha visto il Paese avanzare dal 13° al 12° posto rispetto alla precedente edizione. Questo progresso è attribuibile in gran parte a una riduzione del prezzo all’ingrosso dell’energia, avvenuto dopo i picchi registrati nel 2022, sebbene il prezzo non sia tornato ai livelli predeficit energetico e precrisi in Ucraina. Un ruolo chiave nel nuovo contesto delineato dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima di giugno scorso è svolto dall’idrogeno verde, prodotto utilizzando elettricità da fonti rinnovabili. L’Italia mira ad aumentare la quota di idrogeno verde rispetto al totale di idrogeno utilizzato nell’industria fino al 42% entro il 2030. Oltre agli incentivi europei per gli investimenti in progetti, è prevista l’introduzione di incentivi a livello nazionale basati sui volumi prodotti per ridurre la differenza di costo tra la produzione verde di idrogeno e quella non decarbonizzata. Le sfide del futuro: dallo stoccaggio dell’energia al decreto FER-X Guardando al futuro, una delle principali sfide e opportunità legate allo sviluppo delle energie rinnovabili è rappresentata dallo stoccaggio dell’energia prodotta, soprattutto considerando la loro natura intermittente e la necessità di gestire l’energia prodotta in eccesso rispetto alla domanda in determinati momenti. La massimizzazione dell’autoconsumo da parte di fonti rinnovabili decentralizzate e la crescente elettrificazione dei consumi, come nel caso della mobilità elettrica, generano una domanda crescente per le soluzioni di immagazzinamento energetico. Lo stoccaggio a batteria, sia elettrochimico che a fluido, emerge come un’opportunità chiave per consolidare la crescita delle energie rinnovabili, grazie a un progresso tecnologico che ne aumenta la competitività. Dal punto di vista regolatorio, il settore dello stoccaggio è ancora in fase di sviluppo, in attesa delle Disposizioni Tecniche di Funzionamento che definiranno i termini e le condizioni dei prodotti di stoccaggio elettrico, particolarmente rilevanti per lo sviluppo dei Power Purchase Agreement (PPA) virtuali. Un’altra disciplina in fase di definizione è contenuta nella bozza del decreto FER-X del MASE – Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che mira a rivedere e aggiornare alcuni meccanismi di incentivazione. Il decreto prevede diverse modalità di supporto per gli impianti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato. Il decreto FER-X rappresenta un intervento su una scala almeno 10 volte più ampia rispetto al precedente decreto, e i numeri indicati nella bozza (60 GW da inserire nel meccanismo nei prossimi 5 anni) suggeriscono che gran parte del mercato delle rinnovabili potrebbe essere coinvolto, inclusi potenzialmente impianti fotovoltaici in aree agricole, finora esclusi. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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