Clima, per colpa del caldo aumentano di 4,7 volte i decessi al 2050

Il nuovo rapporto di The Lancet dedicato a salute e cambiamenti climatici. In evidenza una “grave e crescente minaccia” a causa del “prolungato ritardo nell’azione di contrasto” ai cambiamenti climatici.

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Clima, per colpa del caldo aumentano di 4,7 volte i decessi al 2050

Nuove proiezioni globali che

“rivelano la grave e crescente minaccia per la salute derivante da un prolungato ritardo nell’azione di contrasto ai cambiamenti climatici, con il rischio di un aumento di 4,7 volte dei decessi legati al caldo entro la metà del secolo”.

Questo quanto emerge dal rapporto annuale della rivista scientifica ‘The Lancet‘ (‘2023 Lancet countdown on health and climate change‘) dedicato a salute e cambiamenti climatici, in cui si fa presente, tra gli altri elementi, che “il mondo si trova ad affrontare danni irreversibili” ed è per questo che “l’imperativo” è offrire “una risposta incentrata sulla salute”.

“Il mondo sta andando nella direzione sbagliata – viene spiegato – con continui investimenti e sussidi al settore dei combustibili fossili e una scarsa priorità alla giusta transizione energetica”.

Il rapporto – condotto dall’University College di Londra, che rappresenta il lavoro di 114 esperti provenienti da 52 istituti di ricerca e agenzie Onu di tutto il mondo, tra cui l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Organizzazione meteorologica mondiale (Omm) – presenta 47 indicatori che includono metriche nuove e migliorate per monitorare l’inquinamento atmosferico domestico, il finanziamento dei combustibili fossili, e l’impegno delle organizzazioni internazionali sui benefici per la salute derivanti dalla mitigazione del clima. Inoltre viene pubblicato in un momento fondamentale, dal momento che ci si trova ormai alla fine dell’anno più caldo mai registrato e a pochi giorni dall’inizio del vertice mondiale sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite, la Cop28 in programma a Dubai proprio in questi giorni.

In aumento le mori legate al caldo

Secondo il nuovo rapporto di ‘The Lancet’

“la mancanza di azione nel contrastare il cambiamento climatico sta portando a perdite di vite umane e peggiori condizioni di vita”. Viene messo in evidenza come “le morti legate al caldo tra gli anziani” siano “aumentate dell’85% nell’ultimo decennio e il cambiamento climatico” stia “impattando sistemi essenziali come acqua, igiene e produzione alimentare”. Inoltre “le perdite economiche legate a eventi meteorologici estremi sono in aumento e colpiscono maggiormente i Paesi a basso e medio indice di sviluppo umano (Hdi), aggravando le disuguaglianze globali”.

Per la prima volta nella storia delle conferenze sul clima, alla COP28 un’intera giornata è dedicata alla salute; in questa occasione dovrebbe essere adottata una dichiarazione su salute e clima, ma gli esperti ritengono che manchi il riconoscimento della causa principale del fallimento della salute pubblica: ovvero i combustibili fossili. Una lettera aperta firmata da 46 milioni di professionisti della salute, indirizzata al presidente della Cop28 Sultan Al Jaber, lo esorta a “impegnarsi per un’eliminazione più rapida, giusta ed equa dei combustibili fossili e a investire in una transizione energetica rinnovabile”.

Gli autori dello studio denunciano “la negligenza di governi, aziende e banche che continuano a investire in petrolio e gas mentre le sfide e i costi dell’adattamento aumentano e il mondo si avvicina a un danno irreversibile. Gli autori avvertono che senza un’azione di mitigazione decisa e rapida per affrontare le cause profonde del cambiamento climatico, la salute dell’umanità è gravemente rischio”. Inoltre delineano “l’opportunità che una giusta transizione energetica” possa offrire “una riduzione delle disuguaglianze sanitarie e migliorare la salute e il benessere di tutte le popolazioni”.

Proteggere il clima per proteggere la salute

Quello che è necessario è “un’azione urgente per il clima incentrata sulla salute”, per spostare “l’economia globale verso un’economia a zero emissioni di carbonio, offrendo allo stesso tempo opportunità trasformative per migliorare la salute delle popolazioni mondiali attraverso un migliore accesso e una maggiore sicurezza energetica, aria più pulita, acqua potabile più sicura, diete e stili di vita più sani e città più vivibili”.

Secondo il rapporto bisogna affrontare il fatto che “la vita delle generazioni attuali e future è in bilico, con il mondo attualmente sulla buona strada per registrare un aumento del riscaldamento di 2,7 gradi centigradi entro il 2100, e le emissioni legate all’energia che hanno raggiunto un nuovo record nel 2022. Nel 2023, il mondo ha registrato le temperature globali più calde degli ultimi 100mila anni e i record di temperature sono stati battuti in tutti i continenti, esponendo le persone di tutto il mondo a pericoli potenzialmente mortali”.

Secondo Marina Romanello, direttore esecutivo del Lancet countdown all’University college di Londra, “le proiezioni di un mondo più caldo rivelano un futuro pericoloso e ci ricordano che il ritmo e la portata degli sforzi di mitigazione finora compiuti sono tristemente inadeguati a salvaguardare la salute e la sicurezza delle persone. Con 1.337 tonnellate di anidride carbonica emesse ogni secondo, non stiamo riducendo le emissioni abbastanza velocemente da mantenere i rischi climatici entro i livelli che i nostri sistemi sanitari possono affrontare”. Ma avverte Romanello “c’è ancora spazio per la speranza. L’attenzione sul tema della salute alla Cop28 è l’occasione da non perdere”.

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COP28, Sostenibilità e Ambiente

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