L’Europa non è pronta al cambiamento climatico: il rapporto dell’EEA

L’Europa è il continente che sta registrando i più rapidi aumenti delle temperature al mondo. I rischi climatici minacciano la sicurezza energetica e alimentare, gli ecosistemi, le infrastrutture, le risorse idriche, la stabilità economica e la salute dei cittadini.

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L'Europa non è pronta al cambiamento climatico: il rapporto dell’EEA

L’Europa si trova impreparata ad affrontare l’imminente evolversi dell’impatto del cambiamento climatico. È il continente che sta subendo il riscaldamento globale con maggiore intensità, e tale tendenza è in costante accelerazione.

È questo il verdetto espresso dall’Agenzia dell’Unione Europea per la Protezione dell’Ambiente (EEA) nella sua prima edizione dell’European Climate Risk Assessment (EUCRA).

L’aumento delle temperature in questi anni

Nonostante siano stati compiuti significativi progressi in questa direzione, le misure adottate finora non sono sufficienti per affrontare i rischi climatici dovuti all’incremento costante delle temperature. Negli ultimi 12 mesi le temperature medie globali hanno superato di oltre 1,5°C, la soglia oltre la quale si prevedono gli effetti più catastrofici e irreversibili della crisi climatica. Inoltre, per i nove mesi precedenti, ogni mese è stato il più caldo mai registrato, segno di un trend negativo in pericolosa crescita.

Cambiamento climatico: l'aumento delle temperature in questi anni in Europa

Il mese di febbraio ha registrato un aumento di temperatura di +3,3°C rispetto alla media degli ultimi 30 anni, mentre l’inverno nel complesso ha visto un incremento di +1,44°C. Senza interventi “urgenti” e “decisivi”, il rischio climatico nell’area europea, già in uno stato critico, potrebbe presto raggiungere livelli “catastrofici”.

I rischi climatici in Europa che richiedono interventi urgenti

L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha individuato e classificato 36 principali rischi climatici che affliggono l’Europa, suddividendoli in cinque macrocategorie: ecosistemi, alimenti, salute, infrastrutture, economia e finanza.

Per quanto riguarda gli ecosistemi, la maggior parte dei rischi richiede azioni tempestive e decise. Gli ecosistemi marini e costieri sono particolarmente vulnerabili e la loro deteriorazione potrebbe avere conseguenze rilevanti su settori chiave come la produzione alimentare, la salute pubblica, le infrastrutture e l’economia.

Nel settore alimentare, i rischi legati al caldo e alla siccità sono giunti a livelli critici nell’Europa meridionale e centrale, minacciando la produzione agricola, la sicurezza alimentare e l’accesso all’acqua potabile. Una possibile strategia per affrontare questa sfida potrebbe consistere in una transizione parziale da proteine di origine animale a quelle vegetali, riducendo così il consumo di acqua in agricoltura e la dipendenza dai mangimi importati.

Per quanto riguarda la salute, il calore rappresenta il principale rischio climatico per la popolazione, richiedendo azioni immediate per proteggere i gruppi vulnerabili come lavoratori all’aperto, anziani e persone che vivono in aree urbane poco ventilate. Possibili soluzioni includono interventi urbanistici, normative edilizie e politiche lavorative mirate a mitigare gli effetti del calore.

Gli eventi meteorologici estremi aumentano i rischi per le infrastrutture critiche in Europa, come energia, acqua e trasporti. Anche se l’Europa ha gestito relativamente bene i rischi di alluvioni costiere, l’innalzamento del livello del mare e i cambiamenti nei modelli di perturbazione climatica possono avere impatti devastanti.

Infine, i rischi climatici hanno conseguenze economiche e finanziarie significative in Europa, con eventi climatici estremi che possono causare aumenti nei premi assicurativi, rivalutazioni al ribasso delle proprietà e aumento dei costi di prestiti. Questi rischi minacciano la sostenibilità del Fondo di solidarietà dell’UE e aumentano la vulnerabilità delle famiglie a basso reddito.

I problemi che stiamo vivendo in Europa meridionale

Nel contesto dell’Europa meridionale e, in particolare, dell’Italia, si delineano una serie di rischi climatici di notevole gravità. Le ondate di calore estreme, destinate a intensificarsi in termini di durata e intensità nel futuro, costituiscono una minaccia significativa per la salute pubblica, con il potenziale di causare danni gravi e persino fatali.

“L’Europa meridionale è particolarmente a rischio a causa degli incendi boschivi nonché degli effetti delle ondate di calore e della scarsità di acqua sulla produzione agricola, sul lavoro all’aria aperta e sulla salute umana. Le inondazioni, l’erosione e l’infiltrazione di acqua salata minacciano le regioni costiere europee a bassa quota, comprese molte città densamente popolate”, sottolinea il rapporto.

La siccità estrema, evidenziata dalle recenti immagini drammatiche del Po in secca e dalla necessità di razionare l’acqua, rappresenta un altro rischio cruciale per l’Italia. Questo fenomeno minaccia direttamente la produzione agricola, mettendo a rischio molte eccellenze italiane.

Ondate di calore, aumenta la siccità in Italia

Inoltre, l’Italia è soggetta a inondazioni catalizzate dall‘innalzamento del livello del mare e a eventi atmosferici sempre più frequenti ed estremi, tra cui incendi forestali sempre più devastanti. Questi fenomeni contribuiscono alla perdita della biodiversità e alla devastazione degli ecosistemi, fondamentali per sostenere diversi servizi e settori dell’economia.

Tutti questi rischi sono amplificati dal dissesto idrogeologico, che può trasformare le semplici piogge torrenziali in tragedie con decine di vittime. Gli esempi recenti di tali eventi sono purtroppo numerosi, evidenziando la vulnerabilità del nostro Paese di fronte ai cambiamenti climatici in atto.

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