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A cura di: Tommaso Tetro Estrazione di risorse, produzione di oggetti, consumo, e poi spazzatura. Un circolo vizioso, che se portato avanti in modo insostenibile, dirigerà il Pianeta verso il baratro. Basti pensare alla mole di rifiuti urbani che, dagli imballaggi ai dispositivi elettronici (ma anche e soprattutto plastica e avanzi di cibo), ogni anno arrivano a una cifra compresa tra 2,1 e 2,3 miliardi di tonnellate. Soltanto la plastica per esempio è responsabile di 430 milioni di tonnellate di rifiuti all’anno. Affinché le persone siano sensibilizzate su questo, e per diffondere un messaggio che possa dare più forza, alla gestione dei rifiuti a livello globale il 30 marzo si celebra l’International Day of Zero Waste (la Giornata internazionale Rifiuti Zero). Il cuore della campagna è racchiuso anche nell’idea che una minor produzione e un conseguente consumo sostenibile delle risorse siano la base da cui partire per contribuire al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile: “L’umanità deve agire urgentemente per affrontare la crisi dei rifiuti”, spiegano le Nazioni Unite. Gli obiettivi chiamati in causa sono inclusi l’11 e il 12; questi obiettivi affrontano tutte le forme di spreco, compresa quella alimentare, di risorse naturali. International Day of Zero Waste, i progetti a rifiuti zero accelerano l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile La Giornata internazionale Rifiuti Zero è stata indetta con l’adozione di una risoluzione, il 14 dicembre 2022, da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Sono coinvolti il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente e il Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani. Secondo alcune stime se i rifiuti urbani prodotti in un anno venissero imballati in contenitori standard per la spedizione e disposti uno accanto all’altro farebbero il giro del mondo per 25 volte. I servizi globali di gestione dei rifiuti – rileva l’Onu – “non sono attrezzati per gestire questa situazione. Ci sono 2,7 miliardi di persone che non hanno accesso alla raccolta dei rifiuti solidi (2 miliardi di queste vivono in zone rurali) e solo il 61-62% dei rifiuti solidi urbani viene gestito in strutture controllate”. Senza “un’azione urgente, la produzione di rifiuti solidi urbani aumenterà fino a raggiungere i 3,8 miliardi di tonnellate all’anno entro il 2050“. Il miglioramento dei sistemi di raccolta e di riciclo è quindi “una priorità e un’urgenza insieme ad altre forme di corretta gestione dei rifiuti“. Le popolazioni devono risolvere “la crisi cercando di trattare i rifiuti come una risorsa“. E, tanto per cominciare, questo comporta la riduzione della produzione di rifiuti, il riutilizzo e il recupero, e la progettazione (l’eco-design) affinché i prodotti abbiano un ciclo di vita più lungo e a basso impatto ambientale. Già soltanto l’applicazione di questi principi riuscirebbe a portare alla riduzione dell’inquinamento dell’aria, del suolo, delle acque, e soprattutto a un uso più razionale – e senza sprechi – delle “risorse naturali, preziose e limitate“. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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