Qual è la situazione energetica in Italia? Quadro generale e prospettive

Accendere la luce, azionare la lavastoviglie o il forno, cucinare e riscaldare la casa. Queste attività sono così radicate nel nostro stile di vita che, probabilmente, non ci siamo mai chiesti in modo troppo approfondito come riescono a funzionare, più precisamente da dove arriva l’energia elettrica che le alimenta e come viene prodotta. Interrogativi che non abbiamo sentito la necessità di porci fino a un paio di mesi fa, quando ci siamo visti recapitare bollette più che raddoppiate, nei casi peggiori. Ed era solo l’inizio.

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Se inizialmente non ci si era resi conto del perché di questa impennata dei costi dell’energia, con lo scoppio del conflitto in Ucraina sembra che le cause inizino ad essere più chiare e, con loro, anche la situazione energetica precaria in cui si trova l’Italia.

Cerchiamo, quindi, di capire in che modo il nostro Paese produce l’energia necessaria per lo svolgimento delle attività e dei servizi sul territorio e per il consumo da parte degli utenti privati, analizzando le tipologie di fonti utilizzate e la loro provenienza.

Quando si parla di fabbisogno energetico nazionale si fa riferimento sia all’utilizzo di energia elettrica che all’utilizzo diretto di combustibili fossili (per esempio il gas), necessario per poter soddisfare la richiesta di alcuni rami del settore dei trasporti, quali il trasporto marittimo e aereo, del riscaldamento degli ambienti e di parte della produzione industriale.

Innanzitutto dobbiamo specificare che l’Italia, nonostante importi una grande percentuale di combustibili fossili per lo più destinata alla produzione di energia elettrica, attualmente, non è in grado di soddisfare autonomamente il fabbisogno.

La quota mancante di elettricità viene, quindi, importata dall’estero attraverso gli elettrodotti, infrastrutture di rete utilizzate per trasportare energia elettrica ad alta tensione che includono sia le linee elettriche aeree che le linee interrate in cavo, alloggiate nei cavidotti.

Il mercato elettrico in Italia

La nascita del mercato libero in Italia è da ricondursi all’entrata in vigore del Decreto Legislativo 16 marzo 1999, n. 79, anche detto Decreto Bersani. Ma cosa si intende per mercato elettrico?

Il mercato elettrico altro non è che la sede delle transazioni riguardanti l’energia elettrica e in Italia è articolato in tre “sotto-mercati”:

  • Mercato del Giorno Prima (MGP), sede delle negoziazioni relative alle offerte di acquisto e di vendita di energia elettrica, è interessato dallo scambio di blocchi orari di energia per il giorno successivo;
  • Mercato Infragiornaliero (MI), consente di apportare modifiche ai programmi definiti nel MGP attraverso ulteriori offerte di acquisto o vendita nel caso di produzione elettrica in eccesso o in difetto rispetto al consumo;
  • Mercato per il Servizio di Dispacciamento (MSD), attraverso il quale Terna S.p.A. si approvvigiona delle risorse necessarie alla gestione e al controllo del sistema.

Nel Mercato del Giorno Prima e Infragiornaliero, gestiti dal Gestore dei Mercati Energetici (GME) che agisce come controparte centrale, vengono definiti i prezzi di equilibrio per un’equa negoziazione dell’energia.

Quanta energia elettrica consuma l’Italia?

Il grafico di Terna mostra l’evoluzione dei consumi di energia elettrica negli ultimi vent’anni suddivisi per settore; nello specifico l’energia elettrica utilizzata in Italia alimenta quattro macro-settori:

  • Servizi
  • Industria
  • Domestico
  • Agricoltura
Evoluzione dei consumi di energia elettrica
Fonte – Terna

Osservando il grafico è possibile osservare l’evoluzione del consumo di energia in Italia dal 2000 al 2020 nei diversi settori; nello specifico Terna riporta un consumo di energia per settore nel 2020 pari a:

  • 85,9 TWh per il settore dei servizi,
  • 125,4 TWh per il settore industriale,
  • 66,2 TWh per il consumo domestico,
  • 6,3 TWh per il settore agricolo.
Consumi energetici nel corso del 2020 e fonti di approvvigionamento
Consumo energetico nel 2020 e fonti di approvvigionamento. Fonte – Terna

Sempre secondo quanto riportato da Terna, il fabbisogno di energia elettrica in Italia nel 2020 è stato di 271,643 TWh, segnando una contrazione rispetto al 2019 dovuta agli effetti della pandemia. La domanda di energia elettrica è stata soddisfatta dalla produzione nazionale per una quota pari all’89,3% e il restante 10,7% del fabbisogno è stato coperto dalle importazioni dall’estero.

Come e dove viene prodotta l’energia elettrica in Italia?

Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica in loco, vengono utilizzate due tipologie di fonti:

  • fonti non rinnovabili (i famosi combustibili fossili),
  • fonti rinnovabili.

L’energia da fonti non rinnovabili

Le fonti non rinnovabili rappresentano ancora la materia prima maggiormente utilizzata per la produzione di energia elettrica in Italia, contribuendo a una produzione in percentuale del 57,6% circa tramite le centrali termoelettriche. Ma di cosa si tratta?

Le fonti non rinnovabili, meglio conosciute come combustibili fossili, includono gas naturale, carbone e petrolio. Il carbone rappresenta il principale accumulo di combustibile fossile sfruttabile, ma il suo utilizzo è stato severamente limitato a causa delle significative emissioni inquinanti rilasciate in atmosfera.

In Italia circa 6 GW di capacità elettrica sono ancora generati mediante combustione del carbone all’interno di sette centrali dislocate su tutto il territorio, ma il PNIEC prevede la loro graduale dismissione entro il 2025. A tale proposito, nel 2020, l’Italia ha registrato rispetto al 2019 una diminuzione del 29% sulle importazioni di carbone da vapore e una diminuzione del 22% sulle importazioni di carbone metallurgico e PCI.

Come già anticipato la maggior parte dei combustibili fossili utilizzati in Italia viene importata dall’estero e contribuisce in maniera significativa al soddisfacimento del fabbisogno energetico.

Le attività minerarie di estrazione dei combustibili fossili, infatti, rappresentano un settore marginale dell’economia nazionale e “la produzione nazionale di risorse fossili nel 2013, con i consumi ai minimi degli ultimi venti anni, è risultata pari a circa il 4% per il carbone, intorno al 9% per il petrolio e all’11% per il gas naturale” (Scenari di Consumi elettrici al 2050 – ISPRA).Mappa gasdottiLa quota di import più significativa è quella del gas naturale, che arriva in Italia principalmente attraverso i seguenti gasdotti:

  • il TAG (Trans Austria Gas), che trasporta gas proveniente dalla Russia, passando per l’Ucraina, fino a raggiungere il Friuli,
  • il Greenstream, che trasporta gas per 520 km dalla Libia fino a Gela,
  • il Transmed, che collega l’Algeria, il nostro secondo fornitore di gas dopo la Russia, all’Italia passando per la Tunisia,
  • il Transitgas, che trasporta il gas proveniente da Norvegia e Olanda,
  • il TAP, ultimato nel 2020, attraverso cui l’Italia importa gas dall’Azerbaijan.

I combustibili fossili, in particolare il gas, rappresentano una fonte di sussistenza importantissima per l’Italia, che si piazza al primo posto come paese europeo maggiormente dipendente dal gas naturale. Solo nel 2021 questa fonte ha permesso di produrre il 48% circa dell’energia elettrica nazionale.

Copertura della domanda elettrica negli anni
Il grafico mostra l’evoluzione della copertura della domanda elettrica in Italia dal 2005 al 2020, evidenziando il contributo prevalente dei combustibili fossili – Fonte: Terna

Ecco perché risulta estremamente difficile poter pensare a una strategia che permetta di rinunciare fin da subito al gas russo che, attualmente, copre la maggior quota di import di gas nel nostro Paese.

Si sta valutando la possibilità di intensificare le importazioni da altri produttori, ma questa strategia presenta dei limiti in termini di infrastrutture; inoltre, l’Italia non è attualmente dotata di adeguati impianti di rigassificazione, necessari per riportare il gas liquefatto allo stato aeriforme. Nello specifico, sono in funzione tre rigassificatori: uno onshore a Panigaglia e due offshore al largo di Rovigo e Livorno.

Energia elettrica da fonti rinnovabili

La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia non è ancora riuscita a raggiungere le percentuali sperate per un concreto avvicinamento agli obiettivi di decarbonizzazione, ma il settore elettrico fornisce il maggior contributo in termini di sostenibilità ed è interessato da un incremento costante delle fonti rinnovabili utilizzate.

Secondo il Piano di Sviluppo 2021, documento stilato da Terna che contiene obiettivi e criteri del processo di pianificazione della rete, priorità di intervento e risultati attesi, “lo sviluppo delle fonti rinnovabili – a fronte di un boom di installazioni verificatosi tra il 2008 e il 2013 – ha subito negli ultimi anni un forte rallentamento e i tassi di incremento annui della capacità installata sono circa 800 MW/anno. Si tratta di tassi di incremento estremamente contenuti e insufficienti al raggiungimento degli obiettivi PNIEC (almeno 40 GW di nuova capacità eolica e fotovoltaica al 2030), soprattutto alla luce della possibile revisione a rialzo degli obiettivi a valle del recepimento del Green Deal UE (+70 GW).”

Le fonti di energia pulita utilizzate ad oggi in Italia sono:

  • Energia Idroelettrica
  • Energia solare
  • Bioenergia
  • Energia Eolica
Evoluzione del fotovoltaico dal 2014 al 2022
Evoluzione del fotovoltaico dal 2014 al 2022 e potenza installata per regione – Terna

Al 31 dicembre 2020 risultano installati in Italia 935.838 impianti fotovoltaici, per una produzione complessiva di 24,93 TWh di energia elettrica. Per quanto riguarda gli impianti eolici ci classifichiamo al quinto posto in Europa in termini di capacità installata; nel 2020 l’eolico ha generato 18,5 TWh coprendo il 6% circa della domanda elettrica nazionale.

Potenza prodotta dal fotovoltaico per mese
Dall’analisi dell’andamento mensile della produzione 2020 emerge il primato di produzione dei mesi centrali; luglio, in particolare, è il mese caratterizzato dalla maggiore produzione (poco più di 3,1 TWh).

Il grafico è riportato nel rapporto statistico Solare Fotovoltaico del GSE relativo all’anno 2020 e mostra uno dei limiti riguardanti l’energia prodotta dal sole: l’incertezza legata alla stagionalità. Fonti energetiche come sole e vento, infatti, sono caratterizzate da un’aleatorietà che non può essere trascurata e che si traduce in una possibile instabilità delle reti elettriche con impatto sulla qualità del servizio e sulla sicurezza.

Cosa vuol dire? Per poter garantire il funzionamento delle varie attività, senza interruzioni, sia di giorno che di notte, è necessario fornire in modo continuativo il carico di base sulla rete, ossia il livello minimo della domanda di energia. Se si pensa che il sole non può fornire energia costante, non solo durante la notte, ma anche in base alle diverse stagioni (per fare un esempio), risulta necessaria l’installazione di sistemi di accumulo in grado di immagazzinare l’energia prodotta e non consumata per poterla fornire all’occorrenza.

Evoluzione dell'eolico dal 2014 al 2022
Evoluzione dell’eolico dal 2014 al 2022 e installazioni a livello regionale – Terna

Lo stesso discorso vale anche per l’energia eolica, che può essere prodotta solo in condizioni ventose favorevoli, con variazioni significative in relazione alle diverse regioni (non a caso l’installazione di sistemi eolici si concentra per lo più nelle regioni del sud Italia).

Evoluzione dell'idroelettrico dal 2014 al 2022
Evoluzione dell’idroelettrico dal 2014 al 2022 e distribuzione delle centrali a livello regionale – Terna

Per quanto riguarda, invece l’idroelettrico, il cui sviluppo è rimasto pressoché costante nel corso degli ultimi otto anni, come si evince dal grafico, l’energia prodotta ogni anno si aggira attorno ai 46 TWh.

Per l’energia elettrica prodotta dalle centrali idroelettriche l’aleatorietà risulta essere meno impattante per adesso, ma il cambiamento climatico in atto batte colpi sempre più forti. Lo dimostrano le scarse piogge dell’ultimo semestre che hanno causato la secca di corsi d’acqua importanti, come il Po, responsabile dell’approvvigionamento annuo di 20 miliardi di metri cubi di acqua destinati ad agricoltura e industria e incapace, in questo momento, di fornire acqua per l’azionamento delle turbine idroelettriche.

Evoluzione delle bioenergie e degli impianti geotermoelettrici
Evoluzione delle bioenergie e degli impianti geotermoelettrici dal 2014 al 2022 e potenze installate per regione – Terna

Il contributo delle bioenergie e degli impianti geotermoelettrici risulta essere, ad oggi, quello meno significativo con 4,91 GW di potenza installata a fine 2021.

Prospettive per il futuro: alla conquista della neutralità climatica

Le rinnovabili installate in Italia hanno permesso di coprire nel 2021 una quota di energia pari a 120,9 TWh, a fronte di una domanda complessiva di 278,133 TWh. In termini di percentuali hanno fornito il 43% circa dell’energia necessaria a coprire il fabbisogno.Qual è la situazione energetica in Italia? Quadro generale e prospettive 1Questo vuol dire che l’Italia dipende per il 60% circa da fonti non rinnovabili, nonostante gli obiettivi nazionali di decarbonizzazione richiedano un decremento del 55% di produzione da fonti fossili al 2030 e il raggiungimento dell’obiettivo netZero al 2050.

Per poter raggiungere l’obiettivo sarà necessario installare circa 80 GW di rinnovabili, con una media di 8 GW l’anno, nel corso dei prossimi dieci anni, contro gli attuali 800 MW/anno (pari a soli 0,8 GW) e pensare all’installazione di soluzioni che riescano ad accumulare energia per poterla fornire in modo continuativo.

A questi ostacoli si aggiunge, inoltre, la lentezza burocratica che lascia in sospeso circa 1400 richieste d’installazione di impianti fotovoltaici ed eolici per un totale di 150GW di potenza, anche se il decreto recentemente emanato scioglie qualche nodo a tal proposito. Sarà sufficiente?

Le rinnovabili sono fondamentali per il Paese ma non bisogna dimenticare che sarà necessario garantire sempre il carico di base nella fornitura di energia in rete, continuità che potrebbe essere garantita senza problemi dall’energia nucleare.

Nonostante la questione riguardante il nucleare non sia stata ancora presa seriamente in considerazione in Italia, l’opinione su questa fonte energetica inizia a prendere una direzione differente in Europa. Non sono certo passate inosservate le dichiarazioni degli ecologisti europei, che hanno segnato un punto di svolta ammettendo che la chiusura delle centrali di Germania e Belgio non può essere sostenuta in questo momento.

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