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L’ambito di ricerca è nuovo: industrie che utilizzano un mix di energia solare e combustibili fossili per ottenere il calore che serve ai loro processi produttivi. Si può fare raccogliendo l’energia solare grazie a collettori solari termici installati in parchi solari. Diversi sono i progetti pilota dove si applica questa nuova tecnologia. Nel corso degli ultimi due anni, EURAC ha monitorato due di queste installazioni nell’ambito del progetto europeo INSUN. La prima delle installazioni analizzate da EURAC è collocata in Austria. Siamo nei dintorni di Vienna dove ha sede Fleischwaren Berger, un’azienda che produce insaccati. L’impresa ha ora installato un parco solare di collettori piani con una superficie di oltre 1000 metri quadrati per generare calore a temperature fino a circa 100 gradi, condizioni necessarie per la sua produzione. “Attraverso dei sensori installati nel parco solare abbiamo monitorato costantemente il suo funzionamento,” spiega Marco Cozzini, ricercatore dell’Istituto per le energie rinnovabili e uno dei responsabili del monitoraggio a Vienna, “Per verificare con accuratezza l’energia ceduta al processo produttivo è fondamentale un monitoraggio continuo del sistema, in modo da poterlo caratterizzare nelle diverse condizioni di disponibilità solare. Per quanto i test di laboratorio siano pensati per tenere conto di questa variabilità intrinseca, un test sul campo, in condizioni di reale utilizzo, presenta inevitabilmente una valore dimostrativo superiore”. L’obiettivo era quello di verificare le performance di questa tecnologia in sistemi che integrano calore prodotto da fonti rinnovabili e da fonti fossili. “Abbiamo monitorato il campo dall’estate del 2013 all’estate del 2015.” continua il ricercatore, “Usando queste tecnologie è stato possibile ridurre il consumo energetico globale del 7% circa. Per una generica azienda di piccole-medie dimensioni ci si può attendere di arrivare a una riduzione dell’ordine del 10%”. La seconda delle installazioni monitorate da EURAC si trova invece in Italia, nei pressi di Cesena. Qui l’azienda Laterizi Gambettola ha installato collettori solari a concentrazione di tipo Fresnel a specchi piani per preriscaldare l’aria utilizzata nel processo di essicazione di una fornace. Si tratta di una tecnologia alternativa e più complessa rispetto ai collettori piani. La concentrazione della luce ottenuta grazie ad opportune geometrie di specchi, montati su una meccanica in grado di inseguire la posizione del sole, consente di raggiungere temperature fino a circa 250 °C. Durante il progetto è stato dimostrato un funzionamento affidabile per un lungo arco temporale e con diversi tipi di fluidi termovettori (olio diatermico e vapore). Concentratori solari di Fresnel installati per Soltigua L’uso di parchi solari di queste dimensioni in processi produttivi è alle prime fasi di dimostrazione. Una tecnologia che, ad oggi, fatica ad entrare nel mercato a causa dell’elevata occupazione di terreno e dei costi d’investimento ancora relativamente alti. “Il settore industriale e commerciale è responsabile per il 28% del consumo di energia in Europa. Due terzi di questa energia viene utilizzata per raggiungere le temperature necessarie per la produzione. Da qui si capisce quanto sia importante investire nel dimostrare tecnologie rinnovabili affidabili e con costi d’investimento che si ripaghino in 3-5 anni, facilitandone l’ingresso sul mercato” commenta Roberto Fedrizzi, a capo del gruppo di ricerca EURAC che si è occupato del monitoraggio. Fonte: Istituto per le energie rinnovabili di EURAC Research Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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