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credit img Menno de Jong da Pixabay Indice degli argomenti: Ricaricare auto elettrica a casa: serve l’infrastruttura? Ricarica auto: cosa prevede il Decreto legislativo 257/2016? Ricarica tramite wallbox: quali sono i passaggi e i costi necessari per installarla? Infrastruttura ed ecobonus 110%: cosa è bene sapere Infrastruttura di ricarica veicoli elettrici: come sbrigare la burocrazia Ricarica auto elettrica: a casa o in viaggio. Tempi e costi Come si ricarica l’auto elettrica? È una domanda sempre più attuale dato che i veicoli elettrici stanno prendendo piede. Prima che l’emergenza Covid-19 azzerasse o quasi le vendite automobilistiche, a gennaio le auto elettriche avevano fatto segnare un incremento del +587% del numero di immatricolazioni. Il superbonus del governo e le misure incentivanti avviate da diverse regioni, hanno permesso alle vetture elettriche di cominciare a uscire dalla propria nicchia. Certo, stiamo parlando ancora di numeri piccoli, ma le previsioni di mercato parlano di 40,6 milioni di unità entro la fine del 2026 secondo Fortune Business Insights. Sebbene la pandemia abbia segnato una battuta d’arresto in ogni settore produttivo, compreso quello automobilistico, ci sono segnali importanti lanciati per far fronte alla crisi: in questo senso il Governo ha varato il Decreto Rilancio che prevede un’ecobonus rialzato al 110% per svolgere interventi di riqualificazione energetica, di riduzione del rischio sismico. Esso contempla incentivi per installare l’impianto fotovoltaico e un sistema di accumulo ma anche per la installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Superbonus ed ecobonus a parte quali sono gli aspetti che è meglio conoscere per chi intende acquistare e ricaricare una vettura full electric? In collaborazione con Daniele Invernizzi, presidente eV-Now! – Ente privato di Ricerca, Sviluppo e Promozione della Mobilità Elettrica, proviamo a fare chiarezza. Ricaricare auto elettrica a casa: serve l’infrastruttura? Sì, è necessaria. «La maggior parte delle auto elettriche è dotata di un proprio caricatore che si attacca alla presa shuko, sistema di spina e presa “CEE 7/4” che è poi la “spina” italiana tradizionale. La differenza sostanziale che quella attuata in questo modo è una ricarica di emergenza o temporanea. Essa non ha il controllo di sicurezza dalla spina a monte, ma solo dalla spina a valle. Sono tanti quelli che ricaricano a casa con questo caricatore, che è parte del gruppo originale della Casa madre. Ma se dovesse accadere un guasto, per vari motivi (impianto elettrico non a norma, incendio ecc.), sono responsabili di quanto accaduto e le compagnie assicurative non rispondono. La normativa prevede che per ricaricare il veicolo elettrico ci sia un’infrastruttura a norma, certificata e installata a regola d’arte. L’automobile non è un elettrodomestico: i nostri garage, le nostre abitazioni non sono tradizionalmente progettate prevedendo un’infrastruttura di ricarica elettrica dell’auto». Questa necessità di provvedere a ricaricare a norma (secondo D.Lgs 257/2016) è particolarmente importante in ambito condominiale. Quindi a maggior ragione, l’installazione svolta da una persona non qualificata è considerata fuori norma e a livello assicurativo, nel caso di danno, non si sarebbe coperti e anzi si rischia anche il risarcimento danni per le parti comuni danneggiate. Ricarica auto: cosa prevede il Decreto legislativo 257/2016? «Il decreto in questione prevede l’obbligo per i condomini di nuova costruzione (con più di 10 unità abitative) della predisposizione per l’installazione di infrastrutture condivise per la ricarica dei veicoli, idonee a permettere la ricarica delle auto elettriche da ciascun parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box per auto, e, per i soli condomini, per un numero di spazi a parcheggio e box auto non inferiore al 20% di quelli totali. Il decreto inoltre, contempla l’obbligo sulle ristrutturazioni nei condomini esistenti di installare due punti di ricarica per veicoli elettrici per ogni 10 posti auto e comprende anche tutti i condomini coinvolti in ristrutturazioni importanti di primo livello». Ricarica tramite wallbox: quali sono i passaggi e i costi necessari per installarla? «Il costo indicativo di un punto di ricarica a corrente alternata monofase può variare tra 1000 e 3000 euro, ma dipende da molti fattori quali potenza allacciata, tipo di contatore ecc.», spiega Invernizzi. Per esempio: la Box Station 2.0 di Enel X costa oggi meno di 1000 euro eroga energia a una potenza massima di 3,7kW (16A, 230V) ed è dotata di una presa Tipo 2, la più diffusa in Europa per la ricarica in corrente alternata. Infrastruttura ed ecobonus 110%: cosa è bene sapere L’incentivo prevede che l’installazione dell’infrastruttura sia compresa in un piano di interventi migliorativi della classe energetica della propria abitazione, che comporta altri lavori. «È un’occasione importantissima, prevedendo magari anche la possibilità di installare anche un impianto fotovoltaico, uno di accumulo energetico e di passare a una modalità di consumi 100% elettrici, partendo quindi dal tetto e arrivando al garage», specifica il presidente eV-Now! Se confermata in toto, l’ecobonus al 110% è una misura incentivante di carattere governativo che una portata difficilmente riscontrabile in Europa per ottimizzare i consumi residenziali. Per chi fosse interessato a sfruttare dei benefici dell’ecobonus per l’efficienza energetica, ricarica auto elettrica compresa, ma non fosse in grado di provvedere economicamente, la cessione del credito è una misura possibile. «La decima parte del 110% verrà acquisito dall’azienda o dall’istituto di credito che finanzia l’operazione. Attualmente si sta dialogando per far sì che l’Agenzia delle Entrate garantisca i rimborsi, così da permettere anche alle Pmi di poter farvi fronte e accettando il rischio d’impresa di porsi come fautrice dei lavori. In ogni caso, il proprietario che abbia qualche migliaio di euro di capitale iniziale per i lavori di efficientamento energetico, ha la certezza di recuperare il 110% delle spese totali, ovvero più di quanto speso, in 5 anni. Ma se gli importi sono considerevoli, è possibile dare in mano tutto l’onere finanziario alle aziende o alle banche e riuscire a non spendere nulla». Altri incentivi per ricarica auto elettrica È prevista fino al prossimo 31 dicembre la possibilità di detrazione del 50% per le spese riguardanti le colonnine di ricarica delle auto elettriche. Infrastruttura di ricarica veicoli elettrici: come sbrigare la burocrazia La decisione più semplice e sicura per azzerare il disbrigo delle pratiche per i privati è affidarsi a un tecnico abilitato. «È particolarmente importante contare su una figura competente anche per questioni di sicurezza. Terminata l’opera l’installatore deve rilasciare un certificato di conformità dell’impianto e del suo funzionamento alle norme di sicurezza elettrica – spiega Invernizzi – Un consiglio: è meglio affidarsi a chi questo lavoro lo fa già da qualche anno, avendo maturato così una certa esperienza oltre alla competenza». Costo ricarica auto elettrica: quanto si spende a casa? Per la ricarica domestica della vettura elettrica si possono spendere 18/20 centesimi al kilowattora, che corrispondono – per un auto con batteria da 64 kWh – a una spesa di 13 euro circa per contare su un’autonomia indicativa di 500 km. Ricaricare l’auto elettrica in viaggio: quanto tempo ci vuole? Innanzitutto è bene contare su un’app che segnali le infrastrutture di ricarica nel tragitto fissato. È possibile prevedere una sosta di mezz’ora circa per una ricarica. Ma è un tempo indicativo: il punto fondamentale è l’infrastruttura dove si fa il “rabbocco”: le differenze, per esempio, tra una fast charge (struttura a corrente continua ad alta potenza) da 50 kW o superiore e una colonnina da 22 kW. credit img Menno de Jong da Pixabay «Un sistema di valido aiuto è Power Cruise Control, un’app sviluppata da un ingegnere italiano, Leonardo Spacone, che fornisce la stima precisa dell’autonomia e delle eventuali tappe dove fermarsi per fare il “rabbocco elettrico”. In pratica permette di pianificare il viaggio e fornisce in tempo reale i dati utili relativi allo stile di guida raccomandato». Ricarica auto elettrica fuori casa: come si paga? Le possibilità sono varie. In ordine di diffusione si segnalano: il pagamento mediante card prepagata o abbonamento (con bonifico o addebito/accredito); le app su smartphone; la carta di credito; il pagamento in contanti. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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