Tassonomia verde: la finanza diventa green

La finanza “green” svolge un ruolo importante nella lotta al cambiamento climatico: gli investimenti nelle ESG stanno diventando sempre più importanti per gli operatori del settore. Il processo di regolamentazione della finanza sostenibile avviene oggi per mezzo della tassonomia verde, uno strumento messo in atto dall’Unione Europea per dare degli input concreti alle aziende nel campo della sostenibilità. Una scelta che ha destato delle preoccupazioni da parte delle ONG più importanti come WWF e Greenpeace.

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Tassonomia verde: la finanza diventa green

WWF European Policy Office, Transport & Environment (T&E) e ClientEarth hanno presentato ad aprile un ricorso alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea contro il rifiuto, da parte della Commissione, di rimuovere il gas fossile dalla tassonomia verde.

Per l’UE le centrali a gas possono ricevere l’etichetta green e rientrare nei criteri di sostenibilità dettati dalla tassonomia. Ma le ONG si oppongono con forza alla classificazione di alcuni usi del gas come sostenibili. Dichiara il WWF: Classificare il gas fossile come “sostenibile” rischia anche di peggiorare la dipendenza dell’UE dal gas, aumentando la domanda di gas (dell’UE), che dovrà poi essere importata. Ciò esporrebbe l’UE a una maggiore volatilità, dipendenza dai paesi produttori e crisi di approvvigionamento in futuro, con potenziali ulteriori impatti devastanti sulle bollette delle famiglie”.

Anche Greenpeace si è esposta pubblicamente contro la tassonomia europea. Otto uffici europei dell’ONG hanno presentato alla Corte di Giustizia Europea una causa contro l’inclusione di gas e nucleare nei dettami tassonomici che nel marzo 2022 hanno ampliato l’elenco degli investimenti considerati sostenibili. Come si legge in una nota dell’organizzazione ambientalista: “Greenpeace sostiene che la decisione sulla Tassonomia della Commissione consente alle centrali elettriche a gas fossile e nucleari di ricevere fondi che altrimenti sarebbero stati destinati alle energie rinnovabili”.

Ma che cos’è la tassonomia verde? Quali sono i criteri che definiscono un investimento realmente sostenibile?

Approfondiamo le caratteristiche del sistema di classificazione coniato dall’Unione Europea legato alle attività economiche “green”.

La tassonomia verde per lo sviluppo di un’economia green

La sostenibilità e la transizione verso un’economia “net zero” più efficiente sotto il profilo dell’uso delle risorse e del rispetto dell’ambiente sono fondamentali per garantire la competitività a lungo termine dell’economia UE. I

l governo europeo, dovendo fronteggiare le conseguenze catastrofiche del cambiamento climatico, vede come fondamentale un’azione urgente per adattare le politiche pubbliche alla contemporaneità. In questo quadro anche il sistema finanziario ha un ruolo chiave da svolgere.

La tassonomia verde per lo sviluppo di un’economia green

Come riportato nella Comunicazione della Commissione Europea “Action Plan: Financing Sustainable Growth”: Il sistema finanziario è in fase di riforma per affrontare gli insegnamenti della crisi finanziaria e, in questo contesto, può essere parte della soluzione verso un’economia più verde e più sostenibile. Il riorientamento del capitale privato verso investimenti più sostenibili richiede un cambiamento completo nel modo in cui funziona il sistema finanziario. Ciò è necessario se l’UE vuole sviluppare una crescita economica più sostenibile, garantire la stabilità del sistema finanziario e promuovere maggiore trasparenza e orientamento a lungo termine nell’economia.

Proseguendo nella lettura del documento, si evince come l’Europa debba colmare una carenza di investimenti annui di quasi 180 miliardi di euro per raggiungere gli obiettivi climatici ed energetico entro il 2030. La mancanza di un approccio chiaro per gli operatori del settore in merito a ciò che caratterizza un “investimento sostenibile” è un elemento che contribuisce ancora di più a questo divario.

Al tempo stesso lo spostamento dei flussi di capitale verso progetti più sostenibili deve essere supportato da una comprensione condivisa di cosa significhi “investimento green”. Qui entra in gioco la tassonomia verde, un sistema di classificazione istituito dall’UE nel luglio 2020 per fornire maggiore chiarezza su quali siano le attività “sostenibili”. Scopo principale della tassonomia è prevenire il greenwashing e aiutare gli operatori finanziari a fare scelte più oculate e amiche dell’ambiente.

La tassonomia verde aiuta gli investitori ad identificare in maniera univoca le attività e gli asset che contribuiscono agli obiettivi di sostenibilità. Allo stesso tempo le etichette evidenziate nella tassonomia verde aiutano le aziende a comprendere quanto sia realmente green la propria impresa.

Quando un investimento può essere definito sostenibile?

Un investimento “responsabile” in linea con i criteri della tassonomia verde stabilita dall’UE deve rispecchiare questi sei obiettivi:

  • Mitigazione dei cambiamenti climatici
  • Adattamento ai cambiamenti climatici
  • Transizione verso l’economia circolare
  • Prevenzione e controllo dell’inquinamento
  • Protezione e uso sostenibile delle risorse idriche
  • Tutela e ripristino della biodiversità

Per ottenere l’etichetta “green” in linea con la tassonomia, è necessario che gli investimenti contribuiscano ai seguenti requisiti: dare un contributo sostanziale ad almeno un obiettivo ambientale; non recare alcun danno significativo ad alcun altro obiettivo ambientale (rispettando la clausola “Do not harm”); rispettare le tutele sociali minime e infime essere conformi ai criteri di vaglio tecnico.

Tassonomia verde: a che punto siamo nel mondo?

Dopo l’esempio dell’Unione Europea, molti Paesi nel mondo hanno iniziato a lavorare per stabilire la propria green taxonomy o ne hanno già ultimata una. Stati come l’Indonesia, il Kazakistan, e lo Sri Lanka hanno già lavorato per la finalizzazione della propria tassonomia verde.

Tassonomia verde: a che punto siamo nel mondo?

Alla stessa maniera anche i Paesi dell’America latina sono al lavoro per delineare i criteri tassonomici in relazione al contesto locale: la Colombia, ad esempio, è il primo Paese a lanciare la propria tassonomia con l’impegno di rafforzare i finanziamenti sostenibili nel territorio nazionale. Gli altri territori dell’America Latina come Cile, Messico e Perù stanno seguendo le orme tracciate dalla Colombia per definire la propria roadmap nello sviluppo di un sistema di investimenti sostenibile.

Lo scorso marzo il Sustainable Finance Action Council in Canada ha pubblicato la sua “Taxonomy Roadmap Report”, un documento che funge da guida per lo sviluppo di una nuova tassonomia degli investimenti green al fine di creare la chiarezza necessaria per gli operatori del settore che cercano attivamente opportunità di investimento sostenibile.

Ma perché tanti Paesi stanno sviluppando un progetto di tassonomia verde? In uno scenario in cui è necessario affrontare degli urgenti problemi ambientali, le regole della tassonomia possono veicolare il lavoro degli investitori suggerendo loro dove indirizzare i finanziamenti per influenzare positivamente l’ambiente e il clima. Come sottolineato da  Deborah Thur, esperta legale della società Ecofact specializzata in investimenti green, molti modelli tassonomici nel mondo si stanno adattando ai criteri europei declinandoli secondo le esigenze locali. Per questo motivo la Colombia investe in particolar modo sulle azioni legate alla conservazione del suolo in quanto si tratta di settori responsabili del 59% delle emissioni di gas serra del Paese.

Cosa prevede il futuro? Le giurisdizioni locali stanno procedendo per creare una roadmap per la definizione di investimenti in cui la sostenibilità è al primo posto. Al momento non si può ancora parlare di una tassonomia “globale”: ogni Paese sta facendo la sua parte per facilitare la transizione ecologica nel proprio territorio. Una scelta che ha destato preoccupazioni per la frammentazione della normativa e la mancanza di interoperabilità della tassonomia green tra gli Stati.

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