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Indice degli argomenti Toggle Quanto hanno impattato sul settore la guerra in Ucraina e gli aumenti dei prezzi dell'energia?Quali sono i problemi principali in Italia e che cosa si potrebbe fare per velocizzare le installazioni, a livello residenziale, ma non solo?Il fotovoltaico all’interno del mix giocherà certamente un ruolo da protagonista. In che modo?Quindi sull’agrivoltaico effettivamente siamo pronti? Un’altra tecnologia emergente è quella del fotovoltaico galleggianteI bonus (superbonus in primis) edilizi hanno funzionato ma i continui cambiamenti in corso d’opera hanno creato molta incertezza. Cosa dovrebbe fare il Governo secondo lei?Un altro tema interessante è il passaggio dalla casa tradizionale alla smart home. Quali sono gli strumenti e le tecnologie più efficienti?Quali sono le ultime soluzioni proposte da SolarEdge per l’autosufficienza energetica?E per l’agrivoltaico? Garantire il raggiungimento degli obiettivi climatici richiede per il nostro paese un’accelerazione importante sul fronte della transizione energetica. Gli ultimi dati e il successo di alcune manifestazioni di settore, a partire da K.EY, ci dicono che il mercato italiano delle rinnovabili e in particolare del fotovoltaico, è tornato ad essere appetibile anche per player internazionali e per grandi volumi. Christian Carraro, General Manager South Europe di SolarEdge, azienda che da sempre segue la filosofia di ottimizzare la produzione di energia, ci ha parlato dei possibili scenari di sviluppo del mercato italiano, considerando che siamo un paese tecnologicamente molto avanzato, capace di offrire un sistema completo per l’autonomia energetica, ma senza dimenticare il rallentamento dovuto allo stop del superbonus. Partiamo dall’attuale situazione geopolitica, dall’impatto della guerra in Ucraina e degli aumenti dei prezzi dell’energia (ma anche delle materie prime) sul mondo dell’energia. Questo quanto ha impattato sul vostro settore? “Gli impatti a livello macroeconomico globale sono tuttora significativi ed evidenti. Il costo dell’energia è una voce importante di qualsiasi industria e l’impredicibilità degli aumenti ha creato moltissimi problemi, sia nel rispettare commesse già acquisite che nell’acquisirne di nuove, con la conseguente difficoltà per tante aziende di stabilire un costo di vendita del proprio prodotto. A causa della guerra ci sono stati impatti anche nei flussi delle materie prime perché sono sorti problemi a livello di sicurezza delle vie di trasporto”. Per raggiungere gli obiettivi europei al 2030 sarà necessario installare in Italia almeno 60-65 GW di nuova capacità produttiva da fonti rinnovabili. I dati dell’Energy&Strategy Group ci dicono che nel 2022 sono stati installati circa 3 GW, un dato in crescita rispetto all’anno precedente; per quanto il settore stia andando bene siamo però lontanissimi dall’obiettivo per diversi motivi, tra cui, sicuramente, il contesto regolatorio e normativo. Quali sono i problemi principali in Italia e che cosa si potrebbe fare per velocizzare le installazioni, a livello residenziale, ma non solo? “A prescindere dagli obiettivi al 2030, credo che prima di tutto l’Italia debba ripensare al proprio mix energetico in base anche alle diverse fonti e alla disponibilità di materie prime. Le rinnovabili possono essere di vario tipo: eolico, fotovoltaico, biogas… Non si può pensare di migliorare il nostro mix energetico puntando solo su una di queste fonti, al contrario dobbiamo implementare anche nuove tecnologie. Il problema è che in Italia manca una strategia chiara di sviluppo che permetta alla filiera di poter fare dei piani di lungo periodo e i 3 GW installati nel 2022 riflettono esattamente questo: si tratta soprattutto di installazioni residenziali, legate al superbonus e sostenute anche da sconto in fattura e cessione del credito, misure che hanno ampliato la platea di persone con con tetto disponibile che altrimenti non avrebbero avuto la possibilità di gestire il credito”. Il fotovoltaico all’interno del mix giocherà certamente un ruolo da protagonista. In che modo? “Ci sono 2 possibilità: la prima sfruttare al massimo tutti i tetti disponibili, residenziali, commerciali e industriali, in ottica di autoproduzione e autoconsumo, o di condivisione dell’energia all’interno di comunità energetiche. D’altra parte è ovvio che i tetti non siano sufficienti per aumentare la potenza installata quanto richiesto dagli obiettivi”. “Vanno dunque immaginati impianti più grandi e in quest’ottica è necessario snellire la burocrazia, soprattutto in determinati contesti in cui è altissimo il numero di enti coinvolti per poter installare un impianto fotovoltaico, con il rischio che ci si perda nell’iter burocratico. Per il futuro avrà un ruolo importante l’agrivoltaico dove non si va a consumare o deturpare il terreno”. Quindi sull’agrivoltaico effettivamente siamo pronti? “Siamo pronti: ci sono oggi impianti che si stanno sviluppando, ma che hanno un iter ancora lungo, stiamo aspettando che venga delineato il quadro normativo definitivo. Il PNRR ha previsto l’installazione di almeno 1,04 GW di impianti agrivoltaici entro il 30 giugno 2026: l’obiettivo di GW è relativamente piccolo e di breve periodo, non ci fa dunque pensare alla continuità che dovremmo avere per fare 65 GW, ma credo sia un buon inizio. Non si deve pensare a permettere installazioni in maniera selvaggia naturalmente, ma si possono pensare percorsi normativi semplificati per installazioni di valore”. SolarEdge offre una soluzione ottimizzata per i sistemi agrivoltaici, che assicura benefici sia per l’agricoltura che per l’ambiente ed è composta da un inverter fotovoltaico ottimizzato in corrente continua, ottimizzatori di potenza, inseguitori fotovoltaici guidati da intelligenza artificiale e piattaforma di monitoraggio. Un’altra tecnologia emergente è quella del fotovoltaico galleggiante “Assolutamente: in Italia ci sono tanti bacini che potrebbero prevedere installazioni di fotovoltaico flottante, l’interesse sta crescendo grazie alla diminuzione del costo dei pannelli , ma anche perché il solare galleggiante offre una grande opportunità di investimento laddove la disponibilità di terreno è scarsa o costosa. In Italia ci sono cave inutilizzate e ci sono tantissimi (purtroppo) poligoni industriali che oramai sono in decadimento e non vengono utilizzati. Ma anche in questo caso serve una politica organica. Tra i molti vantaggi l’acqua assicura un effetto di raffreddamento che migliora l’efficienza dei pannelli galleggianti, che possono arrivare a produrre più energia rispetto ai sistemi a terra. Migliora inoltre la qualità dell’acqua sottostante riducendo l’evaporazione e frenando la crescita di alghe, erbacce e altri microrganismi”. Impianto fotovoltaico galleggiante da 13,7 MW realizzato nel lago artificiale di Wi-Shan-Tou, a Taiwan, famosa destinazione turistica nota per il suo paesaggio panoramico. Xingye Green Energy, una filiale di Star Energy, ha vinto una gara d’appalto governativa per il sito in cui è stata scelta una soluzione fotovoltaica commerciale galleggiante SolarEdge, grazie alle sue avanzate caratteristiche di sicurezza, alla facilità di gestione e manutenzione (O&M) che consente la risoluzione dei problemi in tempo reale e l’analisi dei dati accessibile da qualsiasi luogo. Un altro fattore che ha reso SolarEdge la soluzione ottimale è stata la sua capacità di attenuare il disaccoppiamento a livello di modulo, grazie alla soluzione con ottimizzatore di potenza, consentendo a ciascun modulo di funzionare al massimo della sua capacità. Si prevede che il sistema fotovoltaico galleggiante SolarEdge di Wu-Shan-Tou genererà 17.000.000 kWh e farà risparmiare 8.906 tonnellate di emissioni di CO2 all’anno. In Italia abbiamo un patrimonio storico architettonico importante e bisognerebbe pensare alla sua riqualificazione prevedendo l’utilizzo delle energie rinnovabili nel rispetto della storicità e del paesaggio “Ormai la tecnologia ce lo consente: i pannelli possono essere integrati nel tetto, possono essere colorati (rossi come le tegole, neri come l’ardesia), esistono anche le tegole fotovoltaiche. Anche in questo caso bisogna prevedere installazioni controllate. A volte in Italia si blocca l’installazione di impianti anche su condomini o abitazioni che si trovano all’interno di centri storici dove i tetti sono assolutamente nascosti, spesso sono brutti e mal tenuti”. I bonus (superbonus in primis) edilizi hanno funzionato ma i continui cambiamenti in corso d’opera hanno creato molta incertezza. Cosa dovrebbe fare il Governo secondo lei? “Il nodo della cessione dei crediti, per quanto si stia cercando di risolverlo, ha messo in crisi molte aziende, ancora oggi sono tante quelle che si trovano con i crediti incagliati. A fronte di cambiamenti in corso d’opera mi aspetterei delle misure alternative che possano contribuire a coprire il vuoto di potenziali installazioni. Il superbonus nel suo principio è stato estremante positivo, sia perché ha riattivato l’economia, sia perché ha cercato di incentivare l’efficientamento energetico del parco di case, obsoleto ed energivoro. E’ necessario proseguire, non possiamo certo pensare di installare tecnologie rinnovabili solo su nuove costruzioni, perché la realtà è che l’Italia ha molto patrimonio edificato e si costruisce poco nuovo. Bisogna proseguire nell’intento di efficientare i condomini, dando la possibilità a tutte le fasce sociali di fare i lavori. Purtroppo si demonizza uno strumento che ha funzionato, perché, per mancanza di controlli, ci sono stati degli illeciti. Si potrebbe pensare a rimodulare i bonus a seconda del miglioramento in termini di efficienza energetica e anche del reddito delle persone”. Un altro tema interessante è il passaggio dalla casa tradizionale alla smart home. Quali sono gli strumenti e le tecnologie più efficienti? “La smart home si lega anche al problema del caro bollette. Ridurre le emissioni e utilizzare l’energia in modo più efficiente, richiede di passare all’elettrico e, se si riesce ad autoprodurre l’energia in maniera gratuita, il cerchio si chiude in maniera virtuosa. La smart home è la soluzione migliore per poter gestire la transizione energetica e la tecnologia principale è chiaramente il fotovoltaico con accumulo, associato a livello termico a una pompa di calore, a una parte di domotica per gestire i carichi e prevedendo eventualmente la colonnina per la ricarica della macchina elettrica. E’ quella casa che riesce a produrre l’energia elettrica in maniera rinnovabile e gratuita, riesce a consumare il meno possibile, ha al suo interno un sistema di controllo che per esempio può attivare una pompa di calore, può immagazzinare l’energia prodotta in eccesso ed eventualmente la può indirizzare verso quegli utilizzi a più alto consumo nei momenti giusti della giornata. Il tutto deve essere gestito da un unico cervello che è in grado di misurare produzione e consumo, livello di capacità della batteria e necessità istantanee”. E nei condomini si può applicare? “Nei condomini il concetto di smart home può essere applicato alle utenze. Il problema è che i condomini in Italia si sviluppano in verticale e non in orizzontale e alla fine la potenza fotovoltaica installabile è relativa rispetto al numero di utenze. Quello che si può fare è gestire l’utenza condominio in smart home e inserire il condominio all’interno di una comunità energetica. Anche sulle CER in Italia dovremmo spingere molto di più e anche in questo caso manca una normativa chiara”. Quali sono le ultime soluzioni proposte da SolarEdge per l’autosufficienza energetica? “SolarEdge da sempre ha il proposito di ottimizzare la produzione di energia: l’architettura sviluppata prevede infatti di poter raccogliere il massimo della produzione di ogni pannello senza avere perdite di stringa. Ci siamo specializzati nel mondo della casa e dei tetti, siamo oggi uno dei player principali nelle installazioni a tetto e questo ci ha permesso di sviluppare in anticipo un concetto di integrazione dell’impianto all’interno dei consumi. Abbiamo sviluppato la soluzione SolarEdge Home che prevede l’utilizzo dei moduli smart che arrivano già con l’ottimizzatore integrato a bordo della Serie-S, un ottimizzatore estremamente innovativo con caratteristiche di sicurezza avanzata e con la possibilità di disconnettere l’impianto in caso di arco elettrico o sovratemperatura”. Ottimizzatore di potenza serie S “Inoltre l’inverter, sia monofase che trifase, permette la gestione avanzata dell’accumulo e l’integrazione con una colonnina elettrica e con la domotica SolarEdge. E’ proprio nell’inverter che si trova il cervello che gestisce la smart home: è in grado di misurare tutte le componentistiche e di ottimizzare e indirizzare i flussi di energia all’interno della casa, andando eventualmente ad attivare determinati carichi o la pompa di calore piuttosto che le luci del circondario…. Abbiamo una soluzione avanzata per impianti a tetto con ottimizzatori e inverter fino a 120 kW anche nel campo commerciale e industriale”. E per l’agrivoltaico? “Per progetti a terra abbiamo sviluppato un nuovo inverter di potenza maggiore da 330 kW con ottimizzatori dedicati, con una specifica soluzione dedicata per l’agrivoltaico, che prevede l’utilizzo di inverter ottimizzati ma anche di inseguitori solari intelligenti che permettono di massimizzare la produzione di energia e anche quella agricola, gestendo non solo l’inseguimento del sole ma anche le fasi delle coltivazioni che sono sotto ai pannelli. Il nostro know how anche in questo caso arriva dalla gestione dei carichi della smart home: la nostra offerta di agrivoltaico permette già di gestire la sensoristica che può essere utilizzata nelle coltivazioni e permette di attivare carichi da remoto, addirittura pompe per poter irrigare il terreno. A seconda delle latitudini l’agrivoltaico prenderà forme diverse, più si va a nord, più si tenderà a mettere i moduli in verticale, paradossalmente la situazione in cui i moduli possono performare di meno rispetto a un’installazione inclinata a 30°, ma dove possono essere estremamente performanti anche moduli bifacciali e, in questo senso, l’utilizzo di ottimizzatori con moduli bifacciali è già stato testato e ha portato ulteriori benefici”. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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