Riuso oli e grassi esausti: da un’idea italiana nascono biocarburanti certificati e sostenibili

Ogni anno sono prodotti migliaia di tonnellate di oli e grassi esausti. Se opportunamente trattate, possono generare biocarburanti e persino idrogeno verde. Un’idea italiana offre una soluzione

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Riuso oli e grassi esausti: da un’idea italiana nascono biocarburanti certificati e sostenibili

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Il riuso di oli e grassi esausti è un’opportunità circolare e sostenibile. Ogni anno si stima un residuo non utilizzato superiore a 280mila tonnellate di olio vegetale esausto, dei quali circa 65mila tonnellate prodotte dalla ristorazione. (dati Legambiente). Ma sono stime da ricondurre solo a quanto conferito ai due consorzi di riferimento: CONOE e RenOils.

Il quantitativo previsto è assai più ampio, anche più che doppio.

Seppure non siano nocivi alla salute, oli e grassi commestibili di scarto rappresentano un pericolo potenziale e un rischio per l’ambiente se smaltiti in modo scorretto. Se invece sono gestiti in modo ottimale, possono essere trasformati in biocarburanti. Lo desidera attestare una soluzione, ottimizzata in Italia, che prevede la possibilità di produrre biocarburanti certificati, fin dal recupero di oli e grassi dagli scarichi idrici della ristorazione professionale

Riuso di oli e grassi esausti: una miniera energetica sostenibile

Il progetto per il riuso di oli e grassi esausti si chiama HYDRO BEN ed è nato ottimizzando un’idea avuta più di 70 anni fa nel Regno Unito, poi brevettata e certificata CE, e debitamente ottimizzata da Piervincenzo Benvenuti, nell’ambito dell’economia circolare, presso la sede della “Stazione Sperimentale Oli e Grassi” di Milano. Qui, nel 2019 si è costituito un “Coordinamento di Progetto”, per promuovere l’opportunità di ridurre i rifiuti e produrre biofuel green e certificati.

La tecnologia nasce per la ristorazione, comprese pizzerie, trattorie, ma anche gastronomie, supermercati, autogrill, alberghi e hotel.

È una soluzione consolidata, ma ancora poco attuata in Italia. È un peccato perché i vantaggi offerti sono significativi. «Innanzitutto, chi l’utilizza riduce la quantità di rifiuti da conferire. Chi ha le vasche di degrassamento esterne riduce sensibilmente l’esigenza di fare lo spurgo, con un importante ritorno economico e ambientale».

Lo stesso Benvenuti quantifica i rifiuti di oli e grassi animali e vegetali da trasformare in materia prima seconda: «consideriamo che solo in provincia di Brescia (dove ha sede HYDRO BEN) si contano circa mille ristoranti da 50 a 200 pasti giorno. Ogni realtà di questa dimensione è in grado di raccogliere 3-4 kg di oli e grassi esausti al giorno», specifica. Tradotto, in un anno fa una tonnellata l’anno. Ci sono poi da aggiungere tutte le altre attività che fanno uso di oli e grassi, dalle rosticcerie ai supermercati, fino alle mense collettive, come quelle scolastiche e non solo. Quindi i quantitativi nazionali potrebbero essere almeno doppi rispetto alla stima di Legambiente.

Come funziona HYDRO BEN

HYDRO BEN promuove la buona pratica per il recupero al riuso, come definito anche dalla recente Norma UNI TS 11852:2022. Lo fa attraverso un dispositivo autonomo e automatico, costituito al 98% di acciaio inox, totalmente riciclabile oltre che sempre riparabile, da collegare allo scarico del lavello e impiegato per il trattamento dello scarico idrico generato dal lavaggio di pentole e stoviglie.

Attraverso questo sistema di pre-trattamento fisico delle acque in scarico, si accumulano gli oli e grassi in una sezione del dispositivo e alla fine del ciclo produttivo della ristorazione (pranzo e/o cena). Tramite un PLC, ovvero un controllore logico programmabile per la gestione o controllo dei processi industriali, avvia il processo di riscaldamento del liquido a 40 °C, aumentando la flottazione di oli e grassi verso la superficie. Sfrutta poi la tensione superficiale e mediante un rullo rotante attrae la sostanza grassa di rifiuto che viene scaricata, attraverso uno scivolo, in un apposito contenitore removibile, pronta per essere raccolta e conferita al Consorzio. I consumi energetici generati dalla soluzione sono inferiori a 0,5 kWh al giorno per un impianto di ristorazione da 50-200 pasti al giorno. Un consumo assai basso specie se si pensa che dal quantitativo totale dei rifiuti è possibile recuperare il 90-95% della materia.

«La soluzione messa a punto consente di recuperare gli oli vegetali e i grassi animali direttamente al punto di immissione, separandoli dallo scarico idrico, in forma automatica ed in completa sicurezza, eliminando il problema degli intasamenti e generando maggiore igiene».

Il dispositivo si integra con la gestione HACCP, spiega il titolare, che svolge attività di revisore tecnico ambientale esperto, specializzato in trattamento, gestione e depurazione delle acque, iscritto all’associazione degli Esperti ambientali riconosciuta dal MiSE.

Dal riuso di oli e grassi esausti biocarburanti e prodotti green…

HYDRO BEN è supportata anche come Buona Pratica da ICESP, Piattaforma italiana degli attori per l’Economia Circolare curata da ENEA, oltre che dalla piattaforma digitale Prima Osservatory of Innovation che raccoglie, valorizza e racconta le idee progettuali dei ricercatori, e le buone pratiche delle imprese innovative e sostenibili del settore agroalimentari italiano.

È il frutto di una ricerca, da svolgere con la collaborazione del dipartimento di Ingegneria sanitaria ambientale dell’Università degli Studi di Brescia, che compare tra i soggetti coinvolti nel progetto ideato e promosso da Benvenuti.

Secondo il DM 14 novembre 2019, con oli e grassi esausti da ristorazione & C., ora considerati materia prima dal doppio valore energetico, è possibile produrre biocarburanti, ma anche biogas, additivi per bonificare terreni inquinati da idrocarburi e per produrre bioplastiche, anche per alimenti e biopolimeri compostabili. Inoltre questa “gestione” permette di generare additivi per lubrificanti nel settore della meccanica e fusione metalli, con la caratteristica di essere biodegradabili e auto-estinguenti; additivi per la cosmetica e per la chimica verde (potrebbe essere impiegato per detersivi a base di essenze naturali, sostituendo con questo prodotto di seconda vita).

… e idrogeno verde, oltre a promuovere la nascita di comunità energetiche

L’interesse di HYDRO BEN, come dalle Linee Guida EU, è anche legato alla possibilità di generare energie rinnovabili e alternative o anche idrogeno verde: «il progetto condiviso con i Gestori del servizio idrico integrato e degli impianti di depurazione, con la relativa digestione anaerobica dei fanghi, permette di inserire – dosata – la sostanza trattata per avere una produzione costante di biogas per alimentare sistemi di cogenerazione e, quindi avere energie sostenibili, per alimentare elettrolizzatori e produrre green hydrogen», specifica Benvenuti.

Non solo: grazie a questo progetto e alle opportunità di produrre energia verde in piccoli impianti anche, attraverso le opportunità create dalla “RED II” si può dare avvio alla creazione di Comunità Energetiche da fonti rinnovabili alternative a solare o eolico, con autoproduzione energetica certificata, sostenibile, stabile e autonoma.

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