Fotovoltaico e storage: ecco i fattori che spingono all’indipendenza energetica

L’ecobonus al 110% e persino l’emergenza Covid-19 possono stimolare lo sviluppo di fotovoltaico ed energy storage, ma anche spingere verso l’autosufficienza energetica

Fotovoltaico e storage spingono all’indipendenza energetica

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L’autosufficienza energetica con fotovoltaico ed energy storage è più vicina, anche grazie al potenziale stimolo dell’ecobonus al 110%. Persino il fattore Covid-19 può dare una spinta alla transizione energetica verso fonti rinnovabili e soluzioni per lo stoccaggio energetico. È quanto emerge dalle opinioni di alcuni rappresentati di aziende protagoniste del settore solare e accumulo.

Fotovoltaico ed energy storage: che leva rappresenta l’ecobonus 110%

Enrico Marin, amministratore unico di BayWa r.e. Solar SystemsSulle potenzialità positive dell’innalzamento delle detrazioni fiscali, che comprendono anche fotovoltaico ed energy storage è positivo il commento di Enrico Marin, amministratore unico di BayWa r.e. Solar Systems: «l’ecobonus al 110% può sicuramente fornire uno stimolo molto forte verso fotovoltaico e storage e potrà fare da volano per la ripresa del settore dopo la frenata imposta da Covid-19. Sempre, però, nell’ottica di interventi più completi di riqualificazione energetica dell’edificio, essendo gli “interventi trainanti”, ovvero isolamento termico e sostituzione dei sistemi di climatizzazione invernale tramite, ad esempio, pompe di calore, quelli indispensabili per l’accesso all’aliquota maggiorata».

Una misura così netta, aggiunge, «porta sicuramente il vantaggio di far prendere in considerazione l’installazione di un impianto fotovoltaico, con o senza accumulo, anche a utenti che, per diversi motivi, non avevano mai valutato la fattibilità della cosa in maniera realmente interessata. In determinate situazioni, questo Superbonus potrebbe quindi essere decisivo: penso, per esempio, alle parti comuni dei condomìni e al patrimonio edilizio “datato”, che ora hanno la possibilità concreta di migliorare le proprie prestazioni energetiche».

Giovanna Salemi, responsabile marketing e commerciale SunballastGiovanna Salemi, responsabile marketing e commerciale Sun ballast, è dell’avviso che «a seguito dell’ottimo lavoro svolto dal nostro governo, con la cessione del credito al 110% ci sarà sicuramente un aumento di domanda nel settore: sia per gli impianti fotovoltaici sia per gli storage. È sicuramente una manovra giusta per diversi motivi: coinvolge banche e istituti finanziari che dovranno attivarsi il prima possibile per non bloccare la filiera; permette di aumentare la classe energetica delle abitazioni, aumentando così l’energia pulita e la consapevolezza dei cittadini».

Nicola Baggio, Chief Technology officer di FuturaSunSullo stimolo offerto dall’ecobonus al 110%, il Chief Technology officer di FuturaSun, Nicola Baggio, afferma che «può consentire una più facile realizzazione di impianti di qualità elevata, ovvero utilizzando moduli ad alta efficienza e ad alto valore estetico, per esempio con celle back-contact come le Zebra. Allo stesso tempo, il limite a 48mila euro e il divieto di accedere allo scambio sul posto, farà si che tutti gli impianti adottino l’uso di sistemi di accumulo e che la potenza complessiva dei moduli sia almeno di 6 kW».

La possibilità di installare anche una colonnina di ricarica per veicoli elettrici, contemplata nel Decreto Rilancio, può essere un’ulteriore leva? «In realtà dovrebbe far optare a chi ha case più signorili per impianti ancora più grandi da almeno 10 kW, così da ricaricare più agevolmente l’auto elettrica».

Giovanbattista Napolitano, Technical Support Coordinator Italy di FimerSecondo Giovanbattista Napolitano, Technical Support Coordinator Italy di Fimer, «sia per il puro fotovoltaico, che per il fotovoltaico con storage ritengo l’ecobonus 110% sia un importante e interessante stimolo. Va analizzata bene la forma di incentivazione nelle more del decreto ma di sicuro l’Ecobonus potrà dare una spinta al mercato fotovoltaico soprattutto per quanto riguarda il segmento residenziale. Magari potrà creare delle false aspettative in merito alla possibilità di fare tanti impianti pressochè gratuiti, ma senza ombra di dubbio porterà a uno slancio del mercato PV residenziale dei prossimi mesi».

Fotovoltaico ed energy storage: il fattore Covid-19 stimola la transizione energetica

La pandemia da coronavirus ha significato gravissime perdite di vite umane e causa di una crisi economica di cui è ancora difficile valutare l’entità. Ma ha portato anche molti a ragionare sulla necessità di ripensare le proprie abitudini e di come sia necessario guardare a una transizione energetica sempre più improntata a fonti rinnovabili e sostenibili.

«Sicuramente lo shock sistemico legato al Covid-19 non fa altro che accelerare la transizione verso un nuovo modello energetico dove le rinnovabili la faranno da padrone – afferma Nicola Baggio – Specie in un paese povero di risorse fossili come l’Italia che deve pensare a come rendersi più indipendente da scenari internazionali sempre più incerti e avversi, vedasi per esempio la situazione in Libia».

L’emergenza covid-19 «accompagnata all’esigenza di rimanere a casa ha di sicuro spostato maggiormente, rispetto al passato, l’attenzione verso i consumi soprattutto residenziali», rileva Giovanbattista Napolitano, ritenendo che in tal senso «l’interesse del consumatore medio verso autosufficienza e autoconsumo sia aumentato e che il lock down abbia portato a una maggiore sensibilizzazione nei confronti di tematiche energetiche green in generale. Di sicuro nei prossimi mesi il fotovoltaico in generale, ma anche quello con storage riscontrerà un maggiore interesse e maggior vigore rispetto al passato. Da questa emergenza con tutto quello che di negativo c’è stato, potremmo ripartire con nuove opportunità che forse prima non venivano neanche considerate».

L’emergenza Covid-19 «credo abbia stimolato negli utenti finali il desiderio di autosufficienza energetica a vari livelli», afferma Enrico Marin. «Innanzitutto, nelle varie settimane di permanenza forzata in casa, moltissime persone sono diventate più attente nei confronti del proprio “sistema casa”, in termini sia di valore e prestazioni dell’abitazione sia di consumi energetici. In particolare, essendo per forza di cose cresciuti i consumi in fascia diurna, sono aumentati anche i costi, ed è per questo che l’idea di diventare autonomi a livello energetico è ora più allettante per una gran parte della popolazione».

Ultimo, ma non per importanza, l’aspetto ambientale: «ci troviamo in un momento storico in cui l’attenzione all’ambiente è forse più forte che mai, e il Covid-19 ci ha dimostrato ancora una volta e in maniera molto netta quanto il nostro stile di vita possa impattare negativamente sull’ambiente. Abbiamo visto diversi esempi di come, finché la nostra vita iniziava a scorrere a ritmi più lenti, la natura abbia ripreso a vivere: questo ha sicuramente scosso le coscienze dei più sensibili a questo genere di tematiche».

L’interesse verso un nuovo modello di gestione energetica trova più di una conferma negli addetti ai lavori: «parlando con installatori, progettisti e distributori abbiamo notato un interesse generale di aumentare il desiderio di autosufficienza energetica e nonostante il periodo abbiamo continuato a ricevere numerose richieste», segnala Giovanna Salemi. «Ora che le attività sono riprese e con l’arrivo dei nuovi incentivi sono certa che aumenterà la domanda di cappotti, installazioni fotovoltaiche, soluzioni per l’accumulo energetico, colonnine nella propria abitazione».

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