Riqualificazione energetica in edifici vincolati: limiti e soluzioni

La riqualificazione energetica degli edifici vincolati richiede un equilibrio tra l’innovazione e la conservazione, per rispettare le caratteristiche architettoniche e storiche senza rinunciare all’efficienza. Ogni soluzione alternativa deve essere attentamente studiata, anche in termini di compatibilità con l’esistente.

A cura di:

Riqualificazione energetica in edifici vincolati: limiti e soluzioni

Un intervento di riqualificazione energetica può presentarsi più o meno complesso a seconda della tipologia e della conservazione dell’edificio esistente su cui si decide di intervenire. Oltre a condizioni di degrado particolarmente significative, uno dei principali “ostacoli” che si può incontrare è sicuramente la presenza di vincoli sull’edificio. Gli edifici storici o di particolare pregio, del resto, sono molto diffusi in tutte le città italiane, composte da un tessuto urbano che fonda le proprie origini anche molto indietro nel tempo.

Un patrimonio di valore e ricco di storia, che al contempo deve essere gestito e allineato alle attuali esigenze in materia di efficienza energetica e sostenibilità. In questi casi, infatti, è fondamentale recuperare l’esistente mantenendo in equilibrio differenti necessità, rispettando l’identità del luogo e valutando tutte le possibili soluzioni che ne permettano anche una completa riqualificazione. Per evitare che si commettano inutili errori, è stata anche predisposta una specifica norma, che offre delle linee guida di riferimento per la riqualificazione degli edifici storici. Si tratta della UNI EN 16883:2017 “Conservazione dei beni culturali – Linee guida per migliorare la prestazione energetica degli edifici storici”, che non si applica solo agli edifici definiti come bene culturale, ma in generale a tutti gli edifici storici, al di là della tipologia e dell’età. Si parla di scelta degli interventi migliorativi, dell’analisi dell’edificio e della valutazione degli impatti generati sulla conservazione degli elementi originali mantenuti.

Isolamento termico, soluzioni alternative al cappotto

La riqualificazione energetica di un edificio storico richiede, forse prima di ogni altra cosa, una riflessione in merito all’isolamento termico.

Isolamento termico, soluzioni alternative al cappotto

Per ridurre il consumo di energia è necessario evitare dispersioni di calore e inefficienze dell’involucro, provvedendo a isolare le superfici che confinano con l’esterno o, in generale, con ambienti non riscaldati.

Gli edifici vincolati non fanno eccezione, ma possono presentare alcune criticità in più. Se in un nuovo edificio la soluzione più utilizzata è quella del cappotto termico, in un edificio sottoposto a tutela questa strada potrebbe non essere percorribile, per via dei vincoli sulle facciate. Si tratta, pertanto, di individuare le migliori alternative al cappotto, ricordando che in questi casi sono ammesse eccezioni rispetto ai valori minimi da garantire a seguito di una riqualificazione, con la consapevolezza che l’equilibrio tra efficienza e conservazione potrebbe richiedere alcuni compromessi. Una delle scelte fatte più frequentemente, laddove gli interni non presentino a loro volta particolari vincoli, è quella di realizzare un isolamento termico dall’interno, preservando così la facciata originale. In questi casi va posta molta attenzione alla compatibilità dei materiali scelti, preferendo soluzioni traspiranti, naturali e performanti, oltre che sottili. L’obiettivo, in sostanza, è migliorare quanto più possibile le prestazioni termiche, combattendo fenomeni quali la formazione di umidità e muffa, ma anche evitano di impattare in modo eccessivo sulla volumetria interna. Inoltre, si deve garantire la rimozione di ogni componente, o la sua sostituzione, senza compromettere l’integrità dell’edificio e delle murature.

In altri casi ancora, si ricorre a speciali e innovativi intonaci, in grado di assolvere diverse funzioni, tra cui quella di isolante termico. In questo caso gli spessori sono ridotti al minimo e l’impatto sulle strutture esistenti è molto limitato.

Come intervenire sui serramenti esistenti

I serramenti, oltre a essere fondamentali per l’apporto di luce naturale, si trasformano in possibili punti critici a causa delle dispersioni di calore indesiderate e degli spifferi d’aria non controllati.

Riqualificazione energetica in edifici vincolati: Come intervenire sui serramenti esistenti

I vecchi infissi, del resto, sono lontani dall’avere le caratteristiche di quelli contemporanei e, oltretutto, il tempo ne ha sicuramente compromesso le prestazioni. I problemi principali riguardano l’isolamento termico dei vetri e la tenuta all’aria, oltre all’isolamento acustico, fondamentale per il comfort interno. Le azioni che si possono attuare si possono distinguere principalmente per il modo in cui si valutano gli infissi esistenti: da un lato è possibile provvedere alla loro sostituzione, dall’altro si punta alla più o meno completa conservazione. Nel caso si vogliano sostituire gli infissi storici, è fondamentale aver fatto (come detto per l’isolamento termico) un’opportuna valutazione rispetto alla compatibilità con l’esistente. Dopo di che, si devono scegliere serramenti perfettamente coerenti con l’immagine di quelli in essere: resa cromatica, materica e forma devono riproporre l’aspetto originale.

Quando i serramenti esistenti sono in condizioni adeguate ed è possibile un loro restauro, l’intervento può essere meno invasivo. Si passa dalla sostituzione di alcuni componenti, come ad esempio i vetri, fino al totale recupero di quanto esistente, senza alterarne i componenti, ad eccezione di eventuali riparazioni, come spesso accade per la ferramenta. In altri casi ancora, si opta per il recupero degli infissi esistenti, ma con un abbinamento a nuovi serramenti, ad esempio installati all’interno. Ciò permette di mantenere in facciata quelli originali, senza però chiedere loro di soddisfare le prestazioni in richieste in ambito termico e acustico.

Comfort, efficienza e sicurezza degli impianti in un edificio vincolato

Ultimo, ma non certo per importanza, si pone il tema tecnologico, connesso a tutte le soluzioni impiantistiche che assicurano il funzionamento di un edificio contemporaneo. Lo scopo è assicurare comfort, benessere e sicurezza. Le principali soluzioni da valutare riguardano la climatizzazione, la ventilazione dei locali, l’illuminazione ed, eventualmente, l’integrazione dell’energia rinnovabile.

  • Il riscaldamento e il raffrescamento di un edificio sono responsabili della fetta principale di energia consumata; pertanto, è fondamentale optare per soluzioni quanto più possibile efficienti. Ciò significa intervenire sia sul generatore, installando ad esempio una pompa di calore, che sul sistema di distribuzione del calore. Alcune delle soluzioni più utilizzate nel caso di nuovi edifici, come i sistemi radianti a pavimento, potrebbero non essere realizzabili in un edificio in cui anche le finiture delle pavimentazioni hanno particolare pregio. In certi casi, infatti, si dovrà optare per tecnologie più facilmente removibili e che non intaccano la conservazione dell’esistente, come ad esempio sistemi di distribuzione ad aria.
  • La riqualificazione degli impianti idrici ed elettrici è altrettanto importante, soprattutto per garantire adeguate prestazioni e la massima sicurezza per gli occupanti dell’edificio. In questo caso è fondamentale studiare l’esistente e valutare come integrare le nuove tecnologie e sostituire gli impianti esistenti, sempre con il massimo rispetto delle strutture storiche. Per quanto riguarda l’illuminazione, chiaramente si procede anche con una totale sostituzione dei corpi illuminanti, optando per soluzioni a risparmio energetico.
  • Per assicurare la qualità dell’aria interna ed eliminare problematiche connesse a muffa e umidità, potrebbe essere molto vantaggioso installare un sistema di ventilazione meccanica controllata (VMC). Ciò assicura anche il massimo benessere delle persone. È possibile optare per soluzioni decentralizzate, che non richiedono grandi modifiche strutturali, ma consentono il ricambio d’aria senza disperdere calore.
  • Infine, è importante considerare l’integrazione con le nuove tecnologie e gli impianti per la produzione di energia rinnovabile. La parola d’ordine, in questo caso, è senza dubbio “integrazione architettonica”. Nel caso del fotovoltaico, ad esempio, è bene dimenticare i classici pannelli posizionati in copertura, per orientarsi su soluzioni quali le tegole fotovoltaiche o altri sistemi pienamente integrati nel complesso architettonico, come nel caso del fotovoltaico trasparente e integrabile in qualsiasi superficie trasparente.

Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici

Commenta questo approfondimento



Tema Tecnico

Le ultime notizie sull’argomento



Secured By miniOrange