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Indice degli argomenti: Come intervenire sull’involucro opaco degli edifici storici Come intervenire sugli infissi Gli impianti negli edifici storici e le fonti rinnovabili L’efficienza energetica è ormai un requisito irrinunciabile in qualsiasi edificio, anche nel caso del patrimonio esistente. Anzi, sono proprio gli edifici degli scorsi decenni quelli che presentano il massimo potenziale di risultato nel caso di un intervento di riqualificazione energetica e che più di tutti richiedono questo tipo di interventi. Se è vero che circa il 70% del patrimonio edile italiano è di almeno 20 anni fa, lo è anche che il margine di miglioramento in termini di efficienza energetica dell’intero comparto è davvero ampio. Le principali tematiche da affrontare quando si parla di riqualificazione sono: Il miglioramento delle prestazioni termiche dell’involucro opaco, come pareti, solai e copertura; Le prestazioni degli infissi e dei serramenti, come finestre, porte e porte finestre; Gli impianti per la produzione e la distribuzione di energia e di acqua calda; La produzione e l’utilizzo di energia rinnovabile, come il fotovoltaico. Certamente intervenire su alcune tipologie di edifici, come quelli storici, significa seguire regole precise e differenti rispetto a quelle che guidano le riqualificazioni nelle altre tipologie di edificio. Avendo alcuni vincoli particolari, gli interventi di riqualificazione energetica dell’edilizia storica non si pongono certo l’obiettivo di renderli pari al nuovo, ma solo di migliorarne le performance il più possibile, ripristinandoli e rendendoli più sicuri ed efficienti. Come intervenire sull’involucro opaco degli edifici storici Uno dei punti cruciali negli interventi di riqualificazione energetica è l’isolamento termico, fondamentale per aumentare le prestazioni dell’edificio e ridurre il più possibile le dispersioni di energia. In molti edifici storici, però, non è possibile intervenire con la realizzazione di un cappotto, la soluzione più efficace e semplice da realizzare, a causa del valore artistico e culturale dell’edificio, che non può essere modificato. Più frequentemente, invece, è possibile intervenire posando un isolamento interno. In ogni caso, è fondamentale che l’intervento sia preceduto da uno studio attento dell’esistente e dei materiali che lo compongono, in quanto l’abbinamento con nuovi prodotti potrebbe addirittura ledere all’edificio e portare a risultati opposti rispetto a quanto sperato, ad esempio con formazione di condensa o degrado delle superfici. I materiali non devono essere impermeabili e nemmeno eccessivamente traspiranti ed essere chimicamente, fisicamente e meccanicamente compatibili con quelli già in essere. Se, per vari motivi, non è possibile applicare alcun tipo di isolamento, la scelta migliore è sempre quella di massimizzare i benefici passivi delle strutture esistenti. Ad esempio, le pareti particolarmente massive sono garanzia di sfasamento termico ed inerzia ed è quindi bene assicurarsi che siano continue e in buone condizioni. Per verificare lo stato di fatto si possono fare indagini più o meno invasive: si usano spesso la termografia, controlli visivi, indagini soniche e pacometriche, piuttosto che endoscopiche. Come intervenire sugli infissi Proprio come detto per l’isolamento dell’involucro opaco, anche intervenire sui serramenti esistenti potrebbe essere complicato, in quanto si rischia di compromettere l’integrità dell’edificio e della facciata. Per questo motivo, quando non è concessa la sostituzione del serramento, una delle possibili soluzioni, se gli infissi sono in buone condizioni, è quella di sostituire solo il vetro, mantenendo le caratteristiche visive di quanto già installato. Si possono scegliere vetri basso emissivi, selettivi o elettrochimici. In altri casi ancora, invece, si procede con l’inserimento di un secondo serramento interno, con prestazioni migliori. In ogni caso, deve essere conforme al contesto e scelto in base alla natura del luogo. Gli impianti negli edifici storici e le fonti rinnovabili Anche per quanto riguarda l’impiantistica, scegliere la soluzione giusta significa anche fare attente valutazioni su come è possibile inserire la nuova tecnologia nel contesto storico in cui si opera. Per fare un esempio, non si coprirà un pavimento originale e prezioso con un massetto per il riscaldamento a pavimento. Img by Pixabay In molti casi, canali e tubazioni possono essere ospitati in nuove contropareti leggere (ad esempio in cartongesso) o sfruttando quanto esistente, come canne fumarie e cavedi. Anche il pavimento può essere in parte integrando con appositi canali adeguatamente predisposti. I terminali vengono scelti in base all’efficienza assicurata e alla possibilità di integrazione con il contesto. In molti luoghi non riscaldati costantemente, ad esempio, si opta spesso per dei ventilconvettori di nuova generazione. In molti edifici storici, come musei o luoghi pubblici, per l’illuminazione si scelgono soluzioni “mobili”, come faretti su cavo o colonnine verticali. In questo modo non si intacca in alcun modo lo stato dell’esistente, ma si offrono le prestazioni tecniche necessarie. Per quanto riguarda gli impianti per la produzione di energia rinnovabile, invece, è fondamentale progettare l’installazione favorendo l’integrazione architettonica, per non alterare la forma e le linee dell’edificio esistente. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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