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Indice degli argomenti Toggle Benefici delle coperture vegetaliIl verde pensile è vittima di un vaccum normativoTetti verdi, composizione e tipologieInverdimento estensivo e intensivoStratificazioneTerriccio e irrigazioneDaku: Nuove tecnologie ispirate a madre terraIl caso – La scuolaHortusUp© – Cambiamenti in atto anche nella città eternaProgettiCasa AshrayaFendi Factory Gli eventi atmosferici violenti a cui stiamo assistendo periodicamente sono un messaggio chiaro dell’ambiente, una natura che esprime il proprio disagio per le conseguense che su di essa hanno avuto le scelte umane. Le alluvioni sono uno dei fenomeni più temuti, come si è visto di recente in Emilia Romagna. E allora le riflessioni su come siamo arrivati a questo e su come si potrebbe retrocedere o reagire si sprecano; e se probabilmente siamo abbastanza in grado di rispondere al primo quesito, su come rimediare c’è più perplessità, non tanto perché manchino le idee e le iniziative, quanto perché talvolta non c’è tempestività nel metterle in atto. Benefici delle coperture vegetali Tra le molteplici nuove tecnologie che potrebbero rendere un edificio più idoneo a cavalcare le sfide del futuro, anche in questo senso, o semplicemente più resistente agli eventi atmosferici inaspettati e catastrofici, ci sono i tetti verdi. A differenza dei tetti tradizionali con tegole, i tetti verdi hanno, infatti, un’apprezzabile capacità di assorbire e contenere acqua, hanno la capacità di abbassare la temperatura dell’aria sia fuori che dentro gli edifici, si annoverano tra le tecnologie isolanti, sia a livello termico che acustico, e trattandosi di un progetto naturale non va ad impattare ulteriormente sull’ambiente. Inoltre, come riporta uno studio della Scuola professionale Laimburg (in provincia di Bolzano), secondo ricerche effettuate dall’Università di Kassel, una copertura a verde con 15 cm di substrato leggero è in grado di assorbire circa il 94,4% delle emissioni nel campo di frequenza della rete telefonica mobile cellulare – da 1,8 a 1,9 GHz – e delle ricetrasmittenti. “Se si potessero realizzare tetti verdi sopra ai capannoni industriali, con le capacità di ritensione idrica che queste strutture presentano sarebbe un gran passo avanti, avremo un ritardo nello scarico delle acque fino a 6/7 ore”, spiega il geometra Wolfgang Staschitz, consulente tecnico per Bauder Italia. “Il secondo vantaggio è l’isolamento acustico (consiglio i tetti verdi per chi vive in prossimità di aeroporti, per esempio) e termico (sia in estete che in inverno); infine, i tetti verdi fanno un po’ come una regolazione, un controllo delle temperature esterne. È stata fatta una simulazione nella città di Bolzano, immaginando di coprire tutti i tetti con coperture vegetali la temperatura media esterna risultava più bassa di circa 1°. Questo risolverebbe molti problemi nelle grandi città come Milano. E poi non dobbiamo dimenticare che il verde va a beneficio dell’equilibrio dell’ecosistema”. Il verde pensile è vittima di un vaccum normativo Intervista all’architetto Giorgio Strapazzon – Associazione Italiana Verde Pensile Quando è uscita la normativa sui bonus fiscali l’obiettivo era che il verde pensile fosse riconosciuto come un pacchetto di spesa che poteva beneficiare degli incentivi, in realtà poi non è successo: il bonus verde è stato mantenuto come era, senza dedicare un’apposita certificazione al verde pensile. E quindi nel momento in cui si vanno a fare i calcoli termotecnici per stabilire la classe energetica dell’edificio, avviene tutto in relazione ai materiali (spessore di coibentazione, tipi di materiali utilizzati), mentre il verde non viene contemplato perché non ci sono dati certificati, e il fatto che sul tetto ci sia un pacchetto di verde di 10/15 cm resta quindi inquantificabile nel computo delle spese per gli sgravi fiscali. Peraltro stiamo parlando di un’evidenza, perché è facilmente percepibile la differenza qualitativa interna tra un ambiente con copertura vegetale e uno analogo senza; e questo si riflette anche sui costi di gestione dell’immobile, perché se si affida al verde pensile l’assorbimento della prima quantità di calore che il sole manda all’edificio e la trasformo in energia di fotosintesi, è chiaro che gli strati sottostanti lavorano con parametri termici molto diversi, le prestazioni energetiche sono migliori e quindi si spende meno in termini di condizionamento e riscaldamento. L’AIVEP sta lavorando affinché si integri la normativa con un’adeguata certificazione di queste strutture. Tetti verdi, composizione e tipologie Inverdimento estensivo È il sistema più semplice ed è calpestabile solo a scopo di manutenzione. Img by Bauder Caratteristiche: Spessore della stratificazione 8/20 cm Stratigrafia: protezione guaina, vasche di ritenzione per l’acqua, telo protezione drenaggio, substrato 10/12 cm e piante grasse tipo sedume. Peso da 70 a 250 kg/mq Molto semplice da gestire, massimo due interventi all’anno per il controllo delle piante e degli scarichi. Irrigazione: artificiale solo i primi mesi Costo: tra 30 e 50 euro/mq (tetto completo) Inverdimento intensivo Si tratta di una sorta di parco/giardino, con camminamenti, alberi, prato, sculture, un giardino vivibile. Più impegnativo nei costi e nel mantenimento, come si può immaginare. Caratteristiche: Spessore della stratificazione da 20 a 150 cm Peso compreso tra 250 e 2000 kg/m2 Manutenzione importante (come quella di un parcourbano) Vasta selezione di specie, tra arbusti, alberi e prato Irrigazione artificiale Costi da 70 euro/mq (esclusa l’impermeabilizzazione), ma le varianti sono molte. Stratificazione 1. Inverdimento 2. Strato di vegetazione 3. Strato filtrante 4. Strato di accumulo idrico e di drenaggio 5. Strato protettivo 6. Strato separatore e di scorrimento 7. Impermeabilizzazione. Img by Bauder La stratigrafia dei tetti vegetali è generalmente così composta: Tetto grezzo Barriera a vapore Strato isolamento termico (2 strati bitume o uno strato sintetico) Strato di protezione Strato accumulo e drenaggio Strato filtrante (parte divisoria tra il substrato e le vaschette sotto per l’acqua) Strato di vegetazione e inverdimento Monostrato o multistrato In base alla situazione climatica, alla tipologia di vegetazione e ai prodotti, gli strati e i materiali possono diversificarsi. Esistono anche copertuve vegetali estensive monostrato, questo significa che in un unico strato devono concentrarsi diverse funzioni. In questo caso, più che nel sistema stratificato il terriccio deve essere specifico e di qualità. Terriccio Substrato estensivo è il migliore, è un terriccio specifico ed è composto da: pomice, lava vulcanica e un po’ di terra. Con questo si riesce a tenere sempre lo stesso spessore e l’acqua della pioggia prima entra nelle piante, poi nel terriccio (pomice e lava) e poi arriva nelle vaschette fino al “troppo pieno” perché ogni tetto piano ha una piccole pendenza e poi va a scorrere nei vari scarichi e con questo sistema anche la bomba d’acqua viene gestite più efficacemente. Irrigazione Varia da zona a zona, se siamo più vicini al mare la pianta grassa si nutre dell’umidità dell’aria, per esempio. In genere, nei tetti estensivi, con piante sedume, è necessario intervenire con l’irrigazione per i primi 3/4 mesi, poi non c’è più bisogno di acqua. Daku: Nuove tecnologie ispirate a madre terra Se si vuole risolvere un problema la soluzione va cercata in natura, nell’osservazione di come questa risolve le proprie criticità possiamo trovare la soluzione ai nostri problemi. Questa è la filosofia che accompagna da sempre l’azienda veneta Daku Italia fondata nei primi anni Novanta. Per esempio il Sedum spp è, come lo definisce Andrea Fantin (Sviluppo Commerciale & Marketing): “il macchinario biologicamente più avanzato a nostra disposizione da impiegare sulle coperture verdi”. Il sistema Estensivo Standard di Daku: 1. Supporto in cls 2. Manto impermeabile antiradice 3. FSD Irriga (80 mm) 4. Camini capillari 5. Stabilfilter Sfe 6. Roof soil 2 irriga (80 mm) 7. Vegetazione Sedum 8. Sistema di alimentazione bacino secondario Irriga Lo stesso si può dire per la genesi del brevetto Irriga che, proprio come nelle dinamiche della natura trova la sua ratio di funzionamento: l’acqua sale dal basso verso l’alto per capillarità, attraverso questo sistema, che ripropone quanto succede in natura, è possibile risparmiare fino al 60% rispetto all’irrigazione a pioggia. L’azienda lavora in collaborazione con Enti di ricerca e con i Consorzi di Bonifica. Il caso – La scuola Il sistema Daku Standard è stato utilizzato per la copertura della Scuola Antonio Brancati di Pesaro, una superficie di 650 mq per il cui progetto il marchio ha collaborato con Derbigum, produttore di speciali guaine impermeabili (la membrana scelta in questo progetto è VAEPLAN® V FR nella colorazione del bianco). Grazie a questo intervento la scuola ha ricevuto la prestigiosa certificazione LEED. HortusUp© – Cambiamenti in atto anche nella città eterna Tra coloro che hanno intuito le potenzialità del verde in copertura e vogliono promuoverlo c’è il laboratorio di Architettura e Paesaggio di Roma Greenatelier che sta sviluppando una startup dal nome HortusUp© mirata proprio alla diffusione degli orti e dei giardini in copertura, una sorta di auspicata metamorfosi dell’urbe (il progetto si sviluppa principalmente nella Capitale) attraverso le tanto decantate Nature based Solution, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030. Nel mirino di Greenatelier ci sono i tetti di condomini privati e le coperture piane dei mercati con una grande superficie inutilizzata, perfetti per l’allestimento di strutture pubbliche con orti didattici e sociali, giardini, urban farm. Il progetto si attua attraverso la realizzazione di interventi pilota pubblici e privati di rigenerazione urbana sulle coperture degli edifici, ed è supportato dal Progetto Fusilli ( Horizon 2020 gestito da Risorse per Roma), dal Crea e Assoverde. Progetti Casa Ashraya Modello simbolo dell’integrazione dell’architettura con il paesaggio, il progetto di Kirkland Fraser Moor Architects si trova nell’Hertfordshire, Inghilterra, e si presenta come una collina verde il cui tetto verde si ricongiunge dolcemente allo storico giardino inglese recintato. La casa Ashraya è un’innovativa struttura a basse emissioni di carbonio. Fendi Factory La Fendi Factory a Bagno a Ripoli (Fi), è un innovativo luogo di lavoro, un’architettura perfettamente integrata nel paesaggio collinare toscano, ideata dallo studio milanese Piuarch. La copertura verde, intercalata da patii che ne interrompono la continuità e illuminano gli spazi interni, emerge come l’elemento distintivo del progetto. “L’idea è stata quella di ricostruire un paesaggio naturale attraverso un’architettura che scompare all’interno del paesaggio stesso”. spiega Gino Garbellini, socio dello studio Piuarch. Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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