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Al termine del Summit per l’ambiente non è stato presentato un documento congiunto dai ministri perché gli USA stanno rivedendo le proprie politiche energetiche Il ministro dello Sviluppo economico e presidente di turno del summit G7 Energia, Carlo Calenda, ha annunciato che al termine dei lavori del 9 e 10 aprile non c’è stata alcuna dichiarazione congiunta, a causa del rifiuto degli Stati Uniti, rappresentato al G7 Energia dal segretario di stato del dipartimento energia, Rick Perry, di sottoscrivere un testo in cui si facesse riferimento al cambiamento climatico. Si fa dunque sentire la nuova politica per il clima introdotta da un “nostalgico” Trump, basata su un rilancio del carbone, la più importante fonte di emissioni di CO2 e intenzionato a rivedere le posizioni di Obama rispetto alla lotta ai cambiamenti climatici. Anche se, fanno notare gli economisti, le grandi imprese USA stanno invece investendo in maniera significativa nelle rinnovabili, a dispetto del loro Presidente. E intanto Canada, Regno Unito e Francia hanno già annunciato che abbandoneranno completamente il carbone; a anche in Cina e India diminuiscono le centrali. Segno che il mondo sta andando dalla parte giusta. Si mette dunque a rischio l’accordo per il clima firmato a Parigi due anni fa? Non è dato saperlo, certo diventa più difficile garantire il contenimento del rialzo delle temperature entro i 2°, mentre da tutti i fronti aumentano gli allarmi per la sopravvivenza stessa dell’ambiente, pensiamo allo scioglimento dei ghiacci o alla Grande Barriera Corallina australianalche sta diventando bianca a causa dell’aumento della temperatura dell’acqua, con conseguenze devastanti sull’ecosistema. Luca Iacoboni, responsabile della campagna clima e energia di Greenpeace Italia ha evidenziato che per rispettare gli accordi di Parigi è necessario che il nostro paese, che ha la presidenza di turno del G7, dia l’esempio “non limitandosi a fare i compiti a casa ma facendo pressione su chi non sembra prendere sul serio i cambiamenti climatici”. Edoardo Zanchini, vice presidente di Legambiente vorrebbe un impegno maggiore del nostro governo verso le rinnovabili e ha commentato che “di fronte all’assenza di una dichiarazione congiunta in chiusura del G7 energia, stupisce che nelle sue dichiarazioni il ministro Calenda si soffermi unicamente su accordi in materia di gas, Gnl e gestione e ammodernamento della rete gas dell’Ucraina. La risposta al negazionismo di Trump non è il gas”. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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