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Un ambiente più pulito entro il 2030, zero inquinamento entro il 2050: sono questi i target della Commissione UE. Per raggiungerli, in linea con l’obiettivo del Green Deal Europeo arriva la proposta di introdurre norme unionali più stringenti, a cui l’industria e l’autorità dovranno adeguarsi. L’intervento riguarda aria e acqua, entrambe essenziali per la salute umana, il risparmio energetico, la produzione alimentare, l’industria e la biodiversità. Al momento si tratta di proposte, che saranno valutate dal Parlamento europeo e dal Consiglio. Una volta adottate, entreranno in vigore in modo progressivo, con obiettivi diversi per il 2030, il 2040 e il 2050. Ecco in sintesi quali sono le nuove norme proposte dalla Commissione UE. Le direttive della Commissione UE sulla qualità dell’aria L’inquinamento atmosferico da solo è la causa della morte prematura, ogni anno, di quasi 300.000 europei. In linea con gli orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità, le nuove norme proposte puntano a ridurre questo dato di oltre il 75% in dieci anni. Si propone di ridurre di oltre la metà il valore limite annuale del particolato fine (PM2,5), il principale inquinante dell’aria. Inoltre, la Commissione propone di introdurre un diritto di risarcimento alle persone la cui salute è stata danneggiata dall’inquinamento atmosferico, in presenza di violazioni delle norme dell’UE. Le ONG potrebbero guidare azioni collettive per ottenere il risarcimento dei danni. Questo porterebbe a una maggior consapevolezza dei cittadini, una migliore informazione sulla qualità dell’aria e le sanzioni incentiverebbero il rispetto delle norme. Alle autorità locali verrà fornito sostegno per monitorare la qualità dell’aria. In fatto di inquinamento aria, l’Italia a oggi è in linea con il target UE al 2030. Le proposte per il trattamento delle acque reflue urbane Obbligo di recuperare i nutrienti dalle acque reflue, nuove norme per i microinquinanti e monitoraggio più stringente per le microplastiche: sono alcune delle nuove norme per avere fiumi, laghi, acque sotterranee e mari più puliti. Per sfruttare meglio la risorsa delle acque reflue, si propone di puntare alla neutralità energetica del settore entro il 2040. La volontà è quella di estendere gli obblighi di trattamento delle acque anche ai centri più piccoli con 1.000 abitanti. La Commissione UE ha sottolineato anche la necessità di avere piani integrati per gestire le forti piogge, sempre più frequenti, e per monitorare i virus nelle acque reflue. Tutti i paesi dovranno poi garantire l’accesso a servizi igienico-sanitari per tutti. Inoltre, poiché il 92% dei microinquinanti tossici riscontrati nelle acque reflue dell’UE proviene da prodotti farmaceutici e cosmetici, si prevede di introdurre un regime di responsabilità estesa ai produttori di questi comparti, che dovranno pagare in proporzione a quanto inquinano. Questo dovrebbe incentivare la ricerca e l’innovazione in prodotti privi di sostanze tossiche. La protezione delle acque superficiali e sotterranee La Commissione UE propone di aggiornare gli elenchi degli inquinanti delle acque, aggiungendo 25 nuovi elementi da controllare più rigorosamente. Tra questi i PFAS, alcuni pesticidi come il glifosato, farmaci e antibiotici, il Bisfenolo A, plastificante e componente degli imballaggi di plastica. Anche le norme relative ai 16 inquinanti che già erano disciplinati, tra cui metalli pesanti e sostanze chimiche industriali, saranno aggiornate. Inoltre, in caso di incidenti in bacini idrici, si propone l’obbligo di avvertire le regioni a valle della zona sinistrata. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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