Energy storage in Italia: essenziale per la transizione energetica, occasione per fare sistema 04/10/2024
Appalti servizi energetici, approvati i CAM EPC: come cambiano i requisiti ambientali minimi 04/09/2024
Federalberghi Abruzzo e Regalgrid: un accordo per la transizione energetica delle strutture 04/10/2024
Nella periferia milanese un’ex cascina degradata diventa un borgo residenziale attento alle nuove forme dell’abitare e all’autoproduzione di alimenti attraverso l’agricoltura idroponica. Il progetto è di DFA Partners di Daniele Fiori A cura di: Pietro Mezzi Render con vista esterna di Forrest in Town Indice degli argomenti: Il recupero urbano Forrest in Town Bioedilizia e impianto geotermico L’agricoltura idroponica Nel quartiere Barona, nella zona sud ovest di Milano, un intervento di riqualificazione dell’ex cascina Galbani offre lo spunto per un intervento edilizio attento non solo all’abitare, ma – ed è qui la vera novità del progetto messo a punto dallo studio di architettura milanese DFA Partners – alla produzione di cibo per chi vivrà nel nuovo complesso. Il recupero urbano Il progetto si inserisce nel piano comunale di recupero delle periferie, in questo caso con un intervento residenziale. Attualmente l’ex cascina si compone di due comparti, il primo abitativo e l’altro commerciale-artigianale; nel complesso è presente anche un asilo, che si sviluppa su due piani fuori terra e uno interato; al centro della corte vi è un’area comune al momento utilizzata a parcheggio delle auto, parte in asfalto e parte a verde. Gli edifici versano in uno stato di manutenzione precario. L’impianto planimetrico dell’ex cascina Con il progetto, che prevede la demolizione e la successiva ricostruzione del complesso esistente, si prevede di realizzare, oltre alle nuove residenze private, un’autorimessa al piano interrato, locali tecnici per gli impianti tecnologici e nuovi spazi comuni. Forrest in Town L’intervento ha le caratteristiche di un borgo residenziale, dove l’abitare viene in concepito nella sua dimensione orizzontale e gli spazi privati, interni ed esterni, si intrecciano con un’area verde condivisa di seimila metri quadrati di superficie, caratterizzata da un’oasi ricca di piante e arbusti. Render della corte urbana Ed è proprio su questo spazio condiviso che si affacciano gli edifici di Forrest in Town (questo il nome del nuovo complesso), che non superano i quattro piani fuori terra e che propongono diverse soluzioni abitative per 10.000 metri quadrati complessivi. La proposta progettuale prevede il mantenimento degli aspetti morfologici e tipologici del tessuto esistente in cui vengono riproposti l’impianto a corte, la formazione di patii per garantire l’apporto di luce e aria alle unità abitative, il mantenimento e riposizionamento delle alberature esistenti e il rifacimento della pavimentazione esterna. Bioedilizia e impianto geotermico Le strutture edilizie sono state realizzate secondo i principi della bioedilizia e del contenimento energetico. I fattori chiave sono energia pulita e sostenibilità, che si traducono in massima efficienza energetica, costi di manutenzione contenuti, riduzione drastica dell’inquinamento sonoro e reimpiego delle acque meteoriche per l’inaffiamento delle aree verdi. Il complesso utilizza un impianto geotermico È prevista la realizzazione di un impianto geotermico condominiale con pozzi di presa in falda, pannelli di riscaldamento a pavimento negli alloggi e fotovoltaici in copertura, impiego di tecniche e materiali coibenti (le murature esterne sono equipaggiate con un isolamento a cappotto). L’agricoltura idroponica L’intervento concepito da Daniele Fiori, fondatore di DFA Partners, è, se non l’unico, sicuramente uno dei pochi complessi abitativi all’interno del quale verranno prodotti gli alimenti a uso e consumo dei residenti. Sarà quindi un complesso residenziale non solo attento ai consumi energetici (il progetto si colloca infatti in classe A+) e alla riduzione delle emissioni, ma in grado di avere una propria autosufficienza alimentare avvalendosi delle tecnologie di coltura fuori suolo. L’area di coltivazione idroponica avverrà in ambienti protetti e controllati: un locale di 250 metri quadrati all’interno del quale saranno prodotti vegetali e ortaggi ad uso esclusivo dei condomini. Una soluzione che, grazie a un know how specializzato, permetterà di avere ciclicamente verdura fresca coltivata con un ridottissimo impatto ambientale, senza uso di pesticidi e con un apporto nutritivo maggiore. DFA Partners ha sede a Milano ed è stato fondato da Daniele Fiori nel 2012, che ha fatto confluire la sua trentennale esperienza di progettista iniziata con Marco Zanuso. Lo studio, che comprende un team di venti persone, fra ingegneri, architetti e paesaggisti, si dedica alla riqualificazione urbana, all’edilizia privata, al recupero e al riutilizzo di aree dismesse sia in Italia che all’estero. Daniele Fiori, oggi managing partner di DFA, opera nell’ambito del real estate come progettista e sviluppatore di impresa. Tema Tecnico Architettura sostenibile Consiglia questo progetto ai tuoi amici Commenta questo progetto