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A cura di:La Redazione La green economy in Italia va a rilento. Nonostante alcune aree, come il tasso di riciclo dei rifiuti, dimostrino un buon andamento, il percorso verso la decarbonizzazione non rispetta il target fissato dall’Unione Europea, come anche la crescita delle energie rinnovabili che non è al passo con gli obiettivi al 2030 e le emissioni di gas serra dal 2019 al 2022 sono aumentate. Inoltre, l’Italia occupa solo la diciannovesima posizione nell’Unione Europea per quanto riguarda le aree terrestri protette. Questi in sintesi i principali dati emersi dal Report presentato ieri in apertura dei lavori degli Stati Generali della Green Economy 2023, evento promosso dal Consiglio Nazionale della Green Economy, a cui partecipano 68 organizzazioni di imprese, in collaborazione con il MASE e la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, organizzato sul tema “L’economia di domani: una green economy decarbonizzata, circolare e rigenerativa”. Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha sottolineato come un rinnovato impegno verso la transizione ecologica potrebbe dare un impulso significativo all’economia italiana, stimolando innovazione e investimenti. Ha poi evidenziato la necessità di un contesto normativo più stabile, di una diminuzione dei costi energetici grazie anche allo sviluppo delle rinnovabili, e di un maggiore ricorso all’economia circolare, elementi fondamentali per una rinascita economica del Paese che altrimenti rischia la stagnazione. Green economy, l’andamento dei principali settori Clima ed Energia Le emissioni nette di gas serra dal 2015 al 2022 sono scese soltanto del 4%, dal 2019 al 2022 sono addirittura aumentate del 2% e i dati relativi all’anno in corso, pur in calo, non sono sufficienti ad allinearci ai target fissati a livello europeo. La copertura di consumi energetici da fonti rinnovabili è calata dal 21% nel 2021 al 19% nel 2022, ben al di sotto del traguardo del 40% fissato per il 2030. Nel 2022, le rinnovabili elettriche sono scese dal 41% al 35,6%. Sebbene, con 3 GW di installato nel 2022, ci sia stato un incremento nell’installazione di nuovi impianti per le energie rinnovabili, l’Italia rimane in ritardo rispetto ai partner europei ed è assai distante dai 10/12 di GW annui previsti dagli obiettivi al 2030 (per fare solo qualche esempio, lo scorso anno la Francia ha installato 5 GW, la Polonia 6 GW, la Spagna 9 GW e la Germania 11 GW). Il settore dei trasporti continua ad essere particolarmente energivoro: consumi ed emissioni lo scorso anno sono aumentati del 5% circa. Economia Circolare Il 2022 ha visto una diminuzione nella produttività delle risorse – dal 3,5 euro di PIL per Kg di risorsa consumata del 2019 ai 3,3 – sebbene l’Italia mantenga una posizione di rilievo in UE. Il tasso di riciclo dei rifiuti è più alto rispetto alla media europea (nel 2020 72% versus 58%), ma il tasso di utilizzo di materie da riciclo è in calo, segno di problematiche nel mercato delle materie prime seconde, soprattutto quelle plastiche. Capitale Naturale L’Italia, anche se ricca di biodiversità, protegge una percentuale del proprio territorio inferiore alla media europea, con uno stato di conservazione preoccupante per la flora, la fauna e gli habitat terrestri tutelati dalla Direttiva Habitat. Mobilità Anche se le immatricolazioni di nuove auto sono diminuite, il tasso di motorizzazione è in aumento e la maggior parte delle auto circolanti, l’86%, sono ancora a benzina o diesel. L’adozione di veicoli a zero emissioni rispetto ad altri paesi europei rimane lenta: la quota di auto full-electric immatricolate è infatti bassa, anche se in crescita, al 30 giugno 2023 sono state immatricolate solo 32.000 elettriche, 7.900 in più rispetto allo stesso periodo del 2022. Infine, il report cita l’Agenzia Internazionale dell’Energia, che nel suo “World Energy Outlook 2023” afferma che le misure necessarie a ridurre le emissioni entro il 2030 sono già note e convenienti da un punto di vista economico. L’implementazione in Italia del pacchetto “Fit for 55” per la decarbonizzazione porterebbe a benefici economici significativi, con maggiori entrate per lo Stato in 10 anni di ben 529,5 miliardi. Analogamente, le misure europee per l’economia circolare prometterebbero risparmi notevoli e un incremento del valore delle attività di riciclo dei rifiuti. Consiglia questa notizia ai tuoi amici Commenta questa notizia
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