Eolico e turismo: con i parchi del vento ci guadagnano le rinnovabili e i territori

Le rinnovabili sanno regalare energia pulita e un motivo di attrazione turistica: è quanto si può scoprire leggendo “Parchi nel vento”, la prima guida al mondo che parla di turismo dell’eolico

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Eolico e turismo: con i parchi del vento ci guadagnano le rinnovabili e i territori

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Eolico e turismo è un abbinamento forse inaspettato, ma che invece funziona a meraviglia. Lo conferma “Parchi nel vento”, la prima guida al mondo che parla di turismo dell’eolico. Giunta alla seconda edizione, è curata e promossa da Legambiente col patrocinio di ANEV e con il contributo di alcuni tra i principali operatori dell’energia eolica. Questa fonte rinnovabile sta vivendo un periodo di crescita record in Europa: nel 2021 sono stati investiti 41 miliardi di euro per la costruzione di nuovi parchi eolici in Europa, finanziando una capacità di 24,6 GW, la seconda più alta registrata negli ultimi dieci anni. Peccato che l’Italia si ponga al penultimo posto tra i 14 Paesi europei più attivi, con appena 600 milioni di euro investiti.

Investire nell’energia eolica è necessario, ma ripaga non solo in termini produttivi. I 18 parchi eolici scelti da Legambiente e raccontati nella guida “sono la dimostrazione che ­integrare ­nuovi impianti nel paesaggio è una sfida che può essere affrontata con il consenso delle comunità attraverso forme innovative e affascinanti di valorizzazione delle risorse locali”, scrive Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, che ha curato la pubblicazione.

La guida è completata da un sito web, Parchidelvento.it, in lingua italiana e inglese, dove trovare cartine interattive e informazioni.

Eolico e turismo: i parchi del vento piacciono in tutto il mondo

Oltre alle 18 mete italiane, la guida illustra alcuni dei parchi che dalla Danimarca alla Nuova Zelanda sono meta di visite pressoché quotidiane in barca o a piedi. Tali siti e i territori attigui si sono organizzati “per rispondere a una crescente curiosità verso questi impianti e per i cambiamenti che stanno avvenendo anche nel fenomeno turistico, di persone sempre più in cerca di esperienze e scoperte”, si legge nella guida, mettendo in rilievo il legame virtuoso tra eolico e turismo.

Si prenda a esempio il parco eolico Bangui, nelle Filippine. Composto da 26 unità di turbine eoliche disposte in un’unica fila che si estende lungo la baia di Bangui, sul Mar delle Filippine occidentale. Oltre a contare su una fornitura elettrica che copre più del 40% del fabbisogno della provincia di Ilocos Norte, dove sorge, il parco di Bangui Wind Farm attira turisti grazie alla sua facile accessibilità. Lo sviluppo di questo progetto ha inserito la provincia nella top ten delle destinazioni turistiche del Paese e da allora il numero di turisti in arrivo è in aumento.

Parco eolico Bangui, nelle Filippine
Parco eolico Bangui, nelle Filippine – img by Kirkamon, Wikipedia

Non è un caso isolato: accade anche a Middelgrunden, in Danimarca, sede di un parco eolico offshore che alla sua nascita, nel 2000, era il più grande al mondo con le sue 20 turbine dalla capacità totale di 40 MW. Per visitarlo ci sono gite organizzate da una cooperativa locale che è tra i soci del parco e che propone tour in collaborazione con compagnie di navigazione, organizzando ogni anno dalle 30 alle 40 uscite.

Dall’Europa agli USA l’indice di gradimento si conferma alto: il parco di Block Island, il primo eolico offshore costruito negli Stati Uniti, secondo una ricerca dell’Università del Rhode Island ha portato a un aumento del turismo sull’isola. Quindi sono valide le parole che si leggono nella guida, che vuole essere un work in progress:

i parchi andranno crescendo nei prossimi anni con l’obiettivo di scoprire altre esperienze capaci di dimostrare che la grande sfida climatica può essere vinta puntando su un modello di generazione energetica pulito e distribuito che valorizza i territori, le risorse presenti e rafforza le comunità”.

Viaggio nell’Italia del turismo eolico

Parchi nel vento” è una guida che parla sì di eolico e turismo, ma ha il pregio di far conoscere territori anche minori d’Italia che però riservano una grande ricchezza a livello naturalistico, paesaggistico, nonché storico e artistico.

Si parte dal parco di Rivoli Veronese, nel Veneto. Posto sulla “cresta” dell’ultima morena glaciale della Val d’Adige, è un’area di straordinaria biodiversità, dove spiccano numerose specie di orchidee protette.

Parco eolico di Rivoli Veronese
Parco di Rivoli Veronese – Img by Legambiente

In Liguria, il parco eolico Cinquestelle, in provincia di Savona, è un esempio di perfetta armonia tra infrastrutture e tutela ambientale, che gli è valso il Premio Pimby (please in my back yard). È considerato tra i più innovativi costruiti in Italia, riconosciuto in passato con il Klimaenergy Award. Stella, il Comune che dà il nome unendosi ad altri quattro paesi limitrofi, fa parte della Comunità Montana del Giovo e del Parco naturale regionale del Beigua, la più vasta area protetta regionale della Liguria situata a cavallo dello spartiacque appenninico.

Dalla natura all’enogastronomia, vale la pena ricordare a esempio che nel territorio dove sorge il parco eolico di Carpinaccio, presso Fiorenzuola (Firenze), è stato realizzato un percorso didattico per le scolaresche e i visitatori. È un luogo d’elezione dove assaggiare quella che è considerata la migliore fiorentina d’Italia.

A questo proposito, è apprezzabile che nella guida vengano ricordati non solo i MW prodotti dall’eolico, e la CO2 evitata grazie all’energia dal vento, ma sono anche presenti suggerimenti su dove mangiare e pernottare, oltre che i luoghi di cultura e di storia da visitare.

Tra le storie da raccontare va ricordata quella, recente, del parco Cooperativo di Gubbio (Perugia) in Umbria: è il primo parco eolico in Italia promosso da una cooperativa energetica. Inaugurato nel 2021, in un’area a 11 chilometri dal centro storico di Gubbio, è composto da una pala da 900 kW e una produzione di 2 GWh all’anno di energia elettrica che viene distribuita a più di 900 famiglie socie della cooperativa. Oltre che energia condivisa, è anche sostenibile: la produzione eolica di elettricità evita l’emissione di 878 tonnellate di CO2 all’anno.

Il sud Italia: luogo d’elezione per l’energia eolica

Nel meridione ci sono potenzialità ancora da sfruttare per far crescere le rinnovabili e in particolare l’eolico. Sardegna, Sicilia, Puglia, Basilicata e Campania sono le regioni con la maggiore ventosità, cui si aggiunge il Molise.

Anche l’Abruzzo si fa notare positivamente: nella guida si illustra Tocco di Vento, parco eolico situato a Tocco da Casauria, Comune di 2400 abitanti circa, dove sorge la prima centrale eolica realizzata in Italia.

Parco eolico Tocco di Vento
Parco eolico Tocco di Vento – Img by Legambiente

Il progetto attuale è nato come revamping di quella storica infrastruttura che oggi è un moderno parco eolico e che ha contributo a migliorare la vita economica e a rivoluzionare la sensibilità ambientale dei suoi abitanti, si ricorda nella guida. Una storia importante, che è stata raccontata anche oltreoceano: la storia di Tocco, infatti, è stata celebrata persino in un articolo di prima pagina del New York Times. Una storia di transizione energetica in piena regola: nel territorio di questo borgo furono costruiti i primi pozzi petroliferi italiani e i terzi al mondo. Oggi, invece, si parla di fonti rinnovabili.

Anche a Matera, capitale della cultura 2021, sorge un parco eolico che ha una produzione media annua di energia verde di 4.800 MWh, in grado di coprire i consumi medi di circa 1700 famiglie.

Ma la storia più bella perché a lieto fine (portato a termine dopo 14 anni…) è quella del primo parco eolico offshore d’Italia e del Mediterraneo, inaugurato quest’anno nel porto di Taranto. Per una volta un primato nostrano, come racconta Luigi Severini, il progettista del parco eolico. “Taranto in questo – aggiunge – è un laboratorio per le sfide future”.

Un progetto che si fa notare per essere a impatto visivo praticamente nullo – “dalla città vecchia di Taranto le pale eoliche non si vedono, nessuna traccia all’orizzonte. Non si notano neanche dalla nuova”, si scrive nella guida. Eppure quelle dieci torri da 3 MW ciascuna, capaci di garantire una produzione superiore a 61mila MWh all’anno, possono soddisfare il fabbisogno annuo di oltre 60mila persone e nell’arco di vita di evitare l’emissione di circa 730mila tonnellate di CO2.

Eolico e turismo: il fascino del vento nelle isole

Dal Sud alle isole, vanno ricordati il parco eolico Ulassai, in provincia di Nuoro (126 aerogeneratori per una potenza totale installata di 126 MW), che sorgono in un’area naturalistica e paesaggistica splendida caratterizzata dalla presenza dei Tacchi dell’Ogliastra: enormi affioramenti di roccia calcareo-dolomitica distribuiti su un’area di circa 30 km2 che caratterizzano questo territorio dell’entroterra della Sardegna, un immenso parco naturale, un paradiso per escursionisti e sportivi.

Chiudiamo con Santa Ninfa, wind energy park nei Comuni trapanesi di Gibellina, Salaparuta e Santa Ninfa. L’impianto da 38 torri da 32,3 MW è posizionato su colline da cui si gode di una ampia vista sulla Sicilia occidentale, tra strade e sentieri che si possono percorrere in mountain bike e a cavallo. Va citato questo territorio, speciale sia per la conformazione sia per le meraviglie storico-artistiche da cui è circondato. Tra queste spicca per importanza il Cretto di Burri, una delle più stupefacenti opere di land art al mondo.

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