Indice degli argomenti: Inquinamento indoor: le sostanze tossiche per la salute Inquinamento indoor: cosa prevede la normativa europea e italiana Inquinamento indoor: i materiali basso emissivi nella certificazione LEED Inquinamento indoor: i materiali basso emissivi di origine naturale Inquinamento indoor: la validazione Biosafe dei materiali basso emissivi L’inquinamento indoor è una delle fonti di rischio più elevate per la salute ed è per questo che occorre trovare validi alleati per migliorare la salubrità dell’aria: i materiali basso emissivi possono rappresentare un valido aiuto. Inquinamento indoor: le sostanze tossiche per la salute In media ogni persona passa in uno spazio confinato (casa, ufficio, scuola ecc.) circa il 90% del proprio tempo. Secondo l’EPA – Environmental Protection Agency, mediamente il 72% dell’esposizione chimica individuale la si subisce tra le pareti di casa. Il campionario degli inquinanti è tanto vario quanto preoccupante: monossido di carbonio, biossido di azoto, amianto, formaldeide, radon, polveri sottili, piombo e composti organici volatili. «Quest’ultima categoria costituisce la stragrande maggioranza delle sostanze che rappresentano l’inquinamento chimico di un ambiente indoor», afferma Gianni Terenzi, architetto e tecnico ufficiale Biosafe per la Certificazione di Salubrità Ambientale degli involucri residenziali. Più conosciuti come VOC (acronimo inglese di Volatile Organic Compounds) «queste molecole molto differenziate per grado di nocività e impatto organolettico sono facilmente evaporabili dalle superfici dell’involucro edilizio o degli arredi in esso contenuti e si disperdono nell’aria a temperatura ambiente», spiega. Tali vapori chimici, sprigionati ed accumulati in ambienti indoor, possono in alcuni casi essere innocui, più spesso tossici o irritanti. «Finora sono stati identificati più di 900 differenti VOC e negli ambienti confinati domestici se ne possono rilevare da 50 a 300 circa. La caratteristica complessità strutturale e di aggregazione dei VOC permette a tali sostanze di essere assimilate dall’organismo umano sia per assorbimento cutaneo che per ingestione o inalazione». Inquinamento indoor: cosa prevede la normativa europea e italiana Il riferimento normativo europeo è il Regolamento UE 305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione. L’adeguamento italiano è giunto due anni fa col D. Lgs 106/2017. In esso si specifica che opere di costruzione devono essere concepite e realizzate in modo da non rappresentare, durante il loro intero ciclo di vita “una minaccia per l’igiene o la salute e la sicurezza dei lavoratori, degli occupanti o dei vicini e da non esercitare un impatto eccessivo, per tutto il loro ciclo di vita, sulla qualità dell’ambiente o sul clima, durante la loro costruzione, uso e demolizione”. In particolare si specifica che tali opere non devono essere origine di emissioni di sostanze pericolose, composti organici volatili, gas serra, particolato o emissioni di radiazioni pericolose. Per quanto riguarda gli edifici pubblici, il riferimento sono i CAM – Criteri Ambientali Minimi che sottolineano che i materiali rispettino dei criteri specifici sulla loro emissività con limiti su determinate sostanze inquinanti. Inquinamento indoor: i materiali basso emissivi nella certificazione LEED I materiali basso emissivi vengono espressamente citati e classificati nel protocollo LEED (Leadership in Energy and Environmental Design). Si tratta di un sistema volontario basato sul consenso per la progettazione, costruzione e gestione di edifici sostenibili ed aree territoriali ad alte prestazioni. Tale procedimento che considera efficienza energetica e sostenibilità ambientale è nato negli Stati Uniti grazie a U.S. Green Building Council e introdotto ufficialmente in Italia dal 2010. Il protocollo LEED è basato su un diverso numero di crediti specifici da verificare nelle diverse fasi progettuali, realizzative e di gestione, per ottenere un determinato punteggio che andrà a determinare il risultato ottenuto. Il protocollo italiano considera come materiali basso emissivi tutti quei prodotti conformi alla classificazione EC1 prevista dal GEV, valutando quindi le emissioni di VOC espresse come µg/m³. Inquinamento indoor: i materiali basso emissivi di origine naturale Esistono in commercio materiali naturali con spiccate proprietà basso emissive. In questo caso ci troviamo di fronte a soluzioni edili che «aiutano a sanificare e rendere salubre casa oltre a garantire efficienza energetica, invece di utilizzare materiali provenienti da sintesi chimica», segnala l’architetto Terenzi. Quali sono? La lana di pecora o la fibra di legno come isolante, il biomattone in calce e canapa che fa anche da massa termica, o il sughero tostato. «Quest’ultimo contiene come legante e collante naturale la suberina, è uno zucchero che produce naturalmente a elevate temperature, a differenza del sughero biondo che può avere dei leganti sintetici. Altre soluzioni con caratteristiche idonee sono le pitture a base di latte e tuorlo d’uovo o l’argilla che può essere utilizzata come intonaco e finitura e che assorbe naturalmente i VOC e il vapore acqueo, causa della proliferazione di muffe». Tra le materie prime l’argilla si propone come di particolare interesse. «L’utilizzo dell´argilla per la finitura interna è una vera e propria soluzione tecnica che unisce doti di salubrità ambientale a una sempre più spinta qualità di design». Inquinamento indoor: la validazione Biosafe dei materiali basso emissivi Tra le possibili soluzioni per ridurre al minimo l’inquinamento indoor c’è il sigillo si validazione Biosafe per i materiali basso emissivi. “Esso nasce dall’esigenza di fare chiarezza all’interno di una realtà certificativa complessa e di fornire un unico marchio, autorevole e garantito, affinché produttori e consumatori possano trovare un contesto di dialogo condiviso, semplice, trasparente e sicuro”. L’architetto Terenzi, quale tecnico ufficiale Biosafe per la Certificazione di Salubrità Ambientale degli involucri residenziali, spiega che esso valuta un prodotto da costruzione attraverso un processo di analisi bibliografica delle certificazioni già in possesso del produttore, lo studio delle prestazioni legate alle relative tecnologie “attive” e/o “basso-emissive” e un eventuale approfondimento diagnostico al fine di estrapolare le reali caratteristiche di prodotto legate all’Indoor Air Quality. Biosafe certifica il prodotto analizzato e si pone a garanzia dello stesso attraverso l’apposizione del sigillo di validazione Bio-Safe®: marchio di garanzia per la salute e il benessere abitativo all’interno dei luoghi confinati. «È compito del tecnico saper selezionare tali materiali non comuni che aiutano la salubrità interna e che questi siano naturali è una condizione necessaria, ma non sufficiente: bisogna capire la provenienza del materiale, la materia prima e come viene lavorata e il ciclo produttivo, facendosi aiutare dalle dichiarazioni di prodotto (LCA Life Cycle Assessment e EPD Enviromental Product Declaration) e le certificazioni tra cui una delle più importanti per il controllo delle emissioni di VOC è il marchio per la qualità dell’aria che fa riferimento alla normativa francese, che analizza i dieci più comuni e pericolosi composti volatili, quantificandone la presenza e attribuendo un valore di riferimento, in una scala che va da C ad A+». Di questi e altri temi legati all’efficienza energetica in edilizia Gianni Terenzi ha parlato di recente e tornerà a parlarne nel corso della trasmissione “Mi manda RaiTre”. Vedi anche: Qualità dell’aria interna e inquinamento indoor: fonti e soluzioni per il comfort 25 principi da considerare per costruire in bioedilizia Come scegliere i materiali per la bioedilizia Salubrità dell’aria indoor e riqualificazione, una scelta naturale Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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