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Indice degli argomenti: I principali benefici degli alberi e del verde in città Contrasto al cambiamento climatico e mitigazione delle isole di calore Benefici per la salute e la biodiversità Come scegliere le specie arboree più adatte in città Il 21 novembre, in occasione della Giornata Nazionale degli Alberi istituita dal Ministero dell’Ambiente, è opportuno riflettere sull’importanza cruciale del verde urbano, in particolare degli alberi in città. Spesso pensiamo agli alberi come elementi che compongono foreste o boschi, ma in realtà svolgono un ruolo fondamentale nel mitigare gli impatti del cambiamento climatico e nell’offrire benefici tangibili sia per l’ambiente sia per la salute e il benessere delle persone che vivono in contesti urbani. Inoltre, la presenza di alberi e spazi verdi può incrementare fino al 5% il valore immobiliare, contribuendo allo sviluppo economico delle città. È fondamentale che amministrazioni locali, imprese e cittadini lavorino insieme per preservare e incrementare queste risorse naturali essenziali nelle nostre città, coerentemente con le Strategie UE “forestale” e “per la biodiversità” al 2030. Il WWF a questo proposito ricorda che entro il 2050 più dell’80% dei cittadini europei vivrà in contesti urbani e propone la regola del “3-30-300″, che prevede che da ogni casa si vedano almeno 3 alberi, in ogni quartiere ci sia il 30% almeno di copertura arborea ed entro un massimo di 300 metri dall’abitazione ci sia uno spazio verde. I principali benefici degli alberi e del verde in città Contrasto al cambiamento climatico Gli alberi svolgono un ruolo essenziale nella lotta contro il cambiamento climatico. Assorbono anidride carbonica, uno dei principali gas serra, e fino ad un quarto del particolato atmosferico dovuto alle attività antropiche. Ciò riduce la quantità di CO2 nell’atmosfera, contribuendo significativamente alla diminuzione dell’effetto serra. Inoltre, gli alberi emettono ossigeno, migliorando la qualità dell’aria che respiriamo. Ma non solo, le chiome degli alberi assorbono le onde acustiche, fungendo da isolanti naturali e circa la metà dell’acqua piovana e le radici migliorano la permeabilità del suolo rispetto al cemento e all’asfalto, riducendo il problema delle inondazioni. Mitigazione delle isole di calore urbane In città gli alberi svolgono un ruolo vitale nel mitigare il fenomeno delle isole di calore. Le superfici artificiali come l’asfalto e il cemento assorbono e trattengono il calore, aumentando la temperatura nelle aree urbane. Gli alberi, attraverso l’ombreggiamento e l’evapotraspirazione, aiutano a ridurre la temperatura circostante, rendendo l’ambiente urbano più vivibile, soprattutto durante i mesi estivi. Benefici per la salute e il benessere La presenza di verde urbano e di alberi nelle città assicura inoltre benefici per la salute fisica e mentale delle persone. Le aree verdi infatti offrono spazi per il relax, l’attività fisica e il contatto con la natura, riducendo lo stress. Inoltre la miglior qualità dell’aria, assicurata dal verde, riduce il rischio di malattie respiratorie. Biodiversità ed ecosistemi urbani Gli alberi e il verde urbano sono fondamentali per il mantenimento della biodiversità nelle città, essenziale per la resilienza ecologica delle aree urbane. Forniscono habitat e cibo per numerose specie di uccelli, insetti e altri animali, creando ecosistemi urbani ricchi e diversificati. Come scegliere le specie arboree più adatte in città Gli alberi in città sono fondamentali, ma serve puntare alle piante più adatte. Non basta infatti mettere a dimora specie a caso, ma serve una pianificazione accorta. Il WWF ricorda a questo proposito che per prima cosa è necessario studiare il sito di impianto e le condizioni climatiche (la disponibilità idrica del terreno, l’inquinamento, l’esposizione al sole…) e che è bene non affidarsi a una sola specie arborea, anche per limitare eventuali danni. A titolo di esempio le forti piogge cadute a Milano tra luglio e agosto hanno abbattuto o compromesso oltre 5 mila alberi, provocando danni per milioni di euro. Un albero di Ginko – ©Michele Depraz – WWF Parte dalla Città Metropolitana di Milano il progetto di afforestazione sperimentale promosso nell’ambito del National Biodiversity Future Center (NBFC), centro di ricerca nazionale promosso dal CNR e dedicato al monitoraggio e valorizzazione della biodiversità. In questa prima fase in particolare saranno piantumati 7.728 nuovi alberi ad Abbiategrasso, Albairate e Corbetta. Il team di ricercatori, coordinato da Maria Chiara Pastore del Politecnico di Milano e Massimo Labra dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca, allestirà i nuovi siti “secondo diversi schemi di piantagione sulla base della densità e del rapporto alberi/arbusti, e anche mettendo a dimora le diverse specie in base della resistenza ai fattori climatici“. 24/02/2024 Biodiversità in città: alberi e natura fanno bene alla salute e all’economia Più alberi in città riducono le morti premature, evidenzia una ricerca; un report del WEF segnala i benefici economici e occupazionali dell’invertire la perdita di natura negli ambienti urbani a cura di Andrea Ballocchi Indice degli argomenti: Più alberi, meno morti: la conferma arriva dal Lancet Biodiversità in città: uno studio evidenzia i benefici Invertire il declino della natura a partire dalle città Promuovere la biodiversità in città significa migliorare la qualità della vita delle persone che la abitano. Significa anche salvare vite umane. Secondo un recente studio pubblicato sulla rivista medica The Lancet, più di un terzo delle morti premature potrebbe essere evitate piantando più alberi nelle città. L’evidenza si basa sulle 6.700 morti premature registrate in 93 città europee, attribuibili all’eccessivo calore estivo. Gli autori dello studio hanno valutato l’impatto che avrebbe l’aumento della copertura arborea della città al 30%. Secondo lo studio, con questa percentuale di alberi nelle città esaminate si sarebbero potute evitare 2.644 morti premature, più di un terzo del totale nel 2015, l’anno preso in esame. La presenza di alberi in città è salutare, ma in generale, recuperare la biodiversità e invertire il declino della natura in città è un’opportunità economica stimata superiore a 1500 miliardi di dollari, oltre che un’occasione potenziale per creare milioni di posti di lavoro, rileva in un report il World Economic Forum. “Più alberi, meno morti”: la conferma arriva dal Lancet Ma torniamo al valore della biodiversità in città. Lo studio pubblicato sul Lancet intende mettere in luce, ancora una volta, il valore del verde urbano per contrastare il fenomeno delle isole di calore e, in generale, l’aumento delle temperature che, nelle aree cittadine, è ancora più sensibile che in campagna. I ricercatori hanno analizzato i tassi di mortalità dei residenti di età superiore ai 20 anni in 93 città europee, da Nord a Sud, tra giugno e agosto 2015, per un totale di 57 milioni di abitanti. I dati sulla mortalità del periodo sono stati analizzati tenendo conto delle temperature medie giornaliere della città e ipotizzando vari scenari. In tutte le città, il 75% della popolazione totale vive in aree con una differenza di temperatura media estiva della città superiore a un grado e il 20% con una differenza di temperatura media estiva superiore a due gradi, rispetto alla campagna circostante. Incrociando vari dati, è emerso il numero di morti premature nell’estate 2015 (6700 morti) attribuibili alle temperature urbane più elevate durante i mesi estivi, pari al 4,3% della mortalità estiva e all’1,8% della mortalità annuale. Un decesso su tre (2.644 in totale) avrebbe potuto essere evitato aumentando la copertura arborea fino al 30% e quindi riducendo le temperature. Nel complesso, le città che hanno registrato i più alti tassi di mortalità per temperatura sono quelle dell’Europa meridionale e orientale, dove si sono toccate le temperature più elevate. Lo studio ha anche messo in luce che una copertura arborea di quest’ampiezza ridurrebbe le temperature urbane mediamente dello 0,4 °C nel periodo estivo. I risultati di questo studio supportano l’idea che gli alberi urbani forniscano sostanziali benefici per la salute pubblica e l’ambiente, tuttavia gli autori riconoscono che l’aumento della copertura arborea dovrebbe essere combinato con altri interventi per massimizzare la riduzione della temperatura urbana. Biodiversità in città: un altro studio evidenzia i benefici Un altro studio recente, condotto da un team internazionale di scienziati della Flinders University, in Australia, ma anche da ricercatori europei e della Cina, ha messo in guardia dalla perdita di biodiversità in città. Il declino degli spazi verdi aperti e l’aumento dell’inquinamento negli ecosistemi urbani di tutto il mondo stanno riducendo l’esposizione dei cittadini anziani a elementi benefici apportati dai microbi presenti nel suolo, capaci di promuovere l’immunità e ridurre le allergie e altre malattie tra cui l’asma (di cui soffrono 100-150 milioni di persone nel mondo e le cui morti associate alla malattia, secondo i dati dell’Oms, sono circa 180mila ogni anno). «Purtroppo, la gestione del territorio legata all’urbanizzazione, all’impermeabilizzazione delle superfici, all’inquinamento e alla rimozione della vegetazione può influire negativamente sulla biodiversità dei suoli, che tradizionalmente è stata uno dei più grandi serbatoi di diversità biologica della Terra», ha affermato Craig Liddicoat, ricercatore dell’ateneo australiano e tra gli autori dello studio. Invertire il declino della natura a partire dalle città: i benefici sull’economia e l’occupazione C’è bisogno di accrescere la biodiversità in città, ma in generale è fondamentale invertire il declino della natura. Il World Economic Forum ha pubblicato il rapporto BiodiverCities by 2030 che esamina i vantaggi generati modificando il rapporto tra la natura e le nostre città. Innanzitutto, quanto emerse dal report è che il 44% del PIL mondiale è a rischio a causa della perdita della natura. Invertire il declino oltre a rappresentare un bene per la qualità della vita, umana e non solo, è anche un’opportunità economica. Il report evidenzia le potenzialità offerte dalle Nature based Solutions (Nbs), ovvero azioni capaci di proteggere, gestire in modo sostenibile e ripristinare gli ecosistemi naturali. Secondo gli studi condotti dagli analisti WEF, se si investissero 583 miliardi di dollari in Nbs per infrastrutture e interventi in grado di restituire la terra alla natura si potrebbero creare più di 59 milioni di posti di lavoro entro il 2030. L’opportunità di investimento complessiva relativa a NbS per interventi infrastrutturali e di risparmio del territorio nell’ambiente edificato delle città può essere suddivisa in 11 distinte voci. Si va dalle infrastrutture di trasporto sostenibile ai tetti verdi, dalle soluzioni di gestione dei rifiuti al ripristino delle zone umide costiere. Queste 11 opportunità di investimento potrebbero creare più di 1500 miliardi di dollari di valore aziendale annuo entro il 2030. 22/02/2022 Alberi in città: quali specie servono per migliorare la qualità dell’aria Nella progettazione e gestione del verde urbano è bene valutare quali specie arboree scegliere e mettere a dimora per ottenere i migliori risultati. Uno studio italiano chiarisce diversi aspetti utili Indice degli argomenti: Alberi in città: occorre partire da pianificazione e gestione L’importanza di un buon progetto Regola aurea: puntare su più specie Dove è meglio che gli alberi siano presenti Ripensare il verde in città: da dove partire Scuole e ospedali: quale verde prevedere? Uno degli aspetti messi in luce da uno studio italiano condotto a Rimini e a Cracovia, città che hanno svolto il ruolo di “laboratori viventi” segnala l’importanza di scegliere le piante più adatte. Nelle due città sono stati analizzati 240 alberi e arbusti appartenenti a 17 specie. L’obiettivo dello studio è ampliare le conoscenze esistenti riguardo al miglioramento della qualità dell’aria da parte del patrimonio arboreo-arbustivo. Alberi in città: occorre partire da pianificazione e gestione Lo studio è stato condotto da un team composto da ricercatori delle Università degli Studi di Milano e di Firenze, cui ha preso parte anche il professor Francesco Ferrini. «Dalla letteratura esistente, e dalla nostra recente pubblicazione, emergono alcuni spunti per indirizzare i decisori nella progettazione di città più verdi, più sane e sostenibili – affermano Irene Vigevani e Denise Corsini, due autrici dello studio –. Per garantire un ruolo efficace della vegetazione nel miglioramento della qualità dell’aria sono necessarie misure di pianificazione e gestione, finalizzate a ridurre ed allontanare in modo definitivo il PM dall’ambiente». A questo scopo, a livello di pianificazione, la scelta della specie di alberi in città è di primaria importanza. «Abbiamo osservato che specie aghifoglie e latifoglie con foglie piccole, tomentose (provviste di tomento ossia di un insieme di peli fitti, che ricopre la superficie di foglie e rami) e ricche in cere epi-cuticolari (le cere che ricoprono la superficie esterna della cuticola della pianta), hanno mostrato il maggior accumulo di particelle inquinanti». Un altro fattore importante da considerare è anche il posto dove viene effettuato l’impianto. Lo stesso studio ha evidenziato che alcune specie si sono dimostrate più efficienti nella cattura del particolato (PM) in strada piuttosto che in parco e viceversa. Da studi come questo, si possono dunque avere indicazioni su quali specie prediligere e, in particolare, quali in ambiente stradale o in aree a parco. L’importanza di un buon progetto Un’altra indicazione utile è rappresentata dalla configurazione progettuale lungo le strade a traffico elevato: «è bene pensare a una barriera di alberi e/o arbusti ramificati dalla base, in grado di ridurre la dispersione del PM a livello pedonale. In percorsi pedonali o carrabili con poco spazio per la messa a dimora, alberi a fusto libero potrebbero essere integrati con arbusti ramificati dalla base per evitare interferenze con gli utenti», specificano Vigevani e Corsini. È altrettanto importante integrare la progettazione del verde con un ambiente circostante permeabile, come aree a prato o ricoperte di piante tappezzanti e arbusti, pavimentazioni porose, sistemi di drenaggio, in grado di favorire l’allontanamento delle particelle inquinanti, oltre a offrire un ambiente di crescita utile alla massimizzazione dei servizi ecosistemici forniti dalle piante in ambito urbano. «A livello gestionale, una potatura che aumenti la porosità della chioma (condotta secondo le buone pratiche dell’arboricoltura) risulta favorevole per l’adsorbimento delle particelle inquinanti, così come la rimozione delle foglie cadute contribuisce all’allontanamento definitivo del PM dall’ambiente». Regola aurea: puntare su più specie L’esempio iniziale del leccio non è casuale: dallo studio emerge il contributo significativo del leccio (Quercus ilex) di trattenere le polveri sottili, in particolare a Rimini. «Sebbene nel nostro studio questa specie abbia mostrato un elevato potenziale di miglioramento della qualità dell’aria, è sempre preferibile non ridurre la scelta a poche specie, diversificando la popolazione arborea il più possibile – rispondono le due studiose –. Limitare la scelta a poche specie, infatti, riduce la biodiversità e può creare problematiche fitosanitarie, legate ad esempio al diffondersi di insetti o patogeni specie-specifici, talvolta in grado di abbattere intere popolazioni mono-specifiche. A ogni modo, la scelta delle specie arboree-arbustive deve tenere in considerazione diversi fattori e non può prescindere dallo scopo per il quale si vuole piantare (creazione di aree ricreativo-sociali, riduzione dell’inquinamento, dell’isola di calore urbana ecc.), dal sito di impianto (area a parco, ambiente stradale…) e dalle condizioni climatiche dell’area oggetto di intervento». Altro consiglio: è bene scegliere piante compatibili con l’areale di origine e diffusione. Ciò non significa limitare la scelta alle sole specie autoctone, anche la messa a dimora di specie alloctone, purché non invasive, può essere presa in considerazione. «In risposta al cambiamento climatico, inoltre, l’areale di crescita delle specie potrebbe presumibilmente spostarsi, consentendo l’uso di nuove specie in areali diversi». Dove è meglio che gli alberi siano presenti Gli alberi in città non rappresentano solo elementi estetici, ma anche e soprattutto funzionali. «Per questo si parla di servizi ecosistemici del verde urbano: i servizi, e benefici, multipli che l’oikos – l’ambiente, in questo caso la vegetazione – offre al genere umano». La presenza di alberi è dunque particolarmente importante nelle aree più fruite dai cittadini: in parchi e giardini, quali aree di aggregazione, di valore estetico e sociale ma anche aree in grado di mitigare gli effetti di inquinamento e cambiamento climatico; lungo viali ciclo-pedonali, in ambiente stradale, integrate con il costruito (tetti verdi e pareti verdi, verde integrato agli edifici). «Una diffusione capillare delle diverse tipologie di verde, qualora tra loro interconnesse, può creare una vera e propria rete di benefici – evidenziano Vigevani e Corsini –. Per la scelta delle specie, vale il discorso fatto sopra: in generale piante adatte al clima delle diverse città e alle condizioni urbane». A quest’ultimo proposito occorre pensare a: tolleranza all’inquinamento, siccità, scarsità volume di suolo, compattazione ecc. Ripensare il verde in città: da dove partire Detto questo, su quali aspetti dovrebbero lavorare gli urbanisti per ripensare il verde in città? «Secondo noi è necessaria un’inversione di pensiero. Spesso si pensa al verde come contorno del costruito, lasciandolo in secondo piano. Mettere verde e costruito sullo stesso piano in termini di importanza permetterebbe una pianificazione integrata più efficiente, in grado di massimizzare i benefici di entrambi i comparti», rilevano le due scienziate. «La recente spinta a programmi intensivi di messa a dimora di alberi è il riflesso della presa di coscienza del ruolo del verde in ambiente urbano, ma per un inverdimento efficiente, sostenibile e di lunga durata è fondamentale non limitarsi alla quantità, considerando anche e soprattutto la qualità, che passa dal materiale vivaistico, dalla manutenzione e da altri aspetti utili». Scuole e ospedali: quale verde prevedere? Se ci sono punti in cui la presenza di alberi in città e in generale del verde è particolarmente richiesto questi sono scuole e ospedali. Seppure rappresentino aree con specifiche categorie di fruizione e la progettazione del verde in tali ambiti è oggetto di numerosi studi scientifici, vigono alcune raccomandazioni basilari. «In linea generale per le scuole occorre prediligere “alberi grandi”, nel senso di grandezza, protezione, ombra e raffrescamento, perfetti per attività di didattica all’aperto sotto le chiome, ma anche arbusti (anche piccoli frutti) ed erbe aromatiche, perfetti per school gardening», specificano Irene Vigevani e Denise Corsini. Altrettanta attenzione va posta ad aspetti riguardanti la sicurezza: occorre scegliere specie che permettano la visibilità da parte delle maestre degli alunni, com’è altrettanto importante evitare specie velenose, urticanti, spinose… «Per quanto riguarda gli ospedali è bene prediligere giardini “sensoriali”, che facciano attenzione a colori (vista), cortecce e tomentosità (tatto), profumi (olfatto), suoni (udito), sapori (gusto): frutti e fiori eduli. Infine, occorre prevederne la loro presenza nelle aree di sosta per pazienti e loro accompagnatori». Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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