Stefano Boeri: l’architetto della biodiversità urbana

Stefano Boeri premiato nuovamente per il Bosco Verticale. Stavolta il Green Building Council degli Stati Uniti gli conferisce il certificato di Professional Leadership, per il ruolo di pioniere della biodiversità

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Stefano Boeri: l’architetto della biodiversità urbana

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Il Green Building Council degli Stati Uniti (USGBC), ha pubblicato un riconoscimento ufficiale – il Certificato di Professional Leadership – che elegge l’architetto Stefano Boeri, e l’intero Team di Stefano Boeri Architetti, a pioniere della Biodiversitàper l’impegno profuso nella trasformazione dell’architettura come sfera della vita grazie ad un design attento alla biodiversità naturale e per la visione e i progetti di una città futura sostenibile e accessibile a tutti”.

L’U.S. Green Building Council è il responsabile della certificazione LEED che, tra i sistemi di attestazione per i Green Building, è lo standard più diffuso al mondo.

Stefano Boeri, architetto e urbanista italiano classe 1956, docente di Urban design al Politecnico di Milano e professore all’università di Harvard e un passato da direttore delle riviste “Domus” ed “Abitare”, si considera onorato nel ricevere tale riconoscimento e ringrazia “per l’attenzione dimostrata nei confronti del Bosco Verticale e per aver messo in luce lo sforzo portato avanti dal nostro studio per includere la Forestazione Urbana nella progettazione, alla ricerca di una nuova alleanza tra città e natura”.

Stefano Boeri e il suo studio portano avanti da anni una costante ricerca a sostegno di uno sviluppo urbano sostenibile in cui il verde domestico e pubblico possano tutelare ed incrementare le biodiversità locali.

Il bosco verticale di Milano è stato il primo tassello sperimentale di una progettazione integrata natura-architettura, in un’ottica più ampia di città sostenibile, con elevati standard di equità sociale e qualità della vita. Dal 2007 in poi, ha attirato l’attenzione, la curiosità e l’interesse di tutto il mondo.

È divenuto presto un’icona, un simbolo di sostenibilità, che ogni città del mondo desidera sfoggiare con orgoglio.

In pochi anni, quella foresta urbana, ha contagiato positivamente le città di Losanna, Nanjing, Parigi, Tirana,  Anversa, Shanghai, Utrecht, Eindhoven e Shijiazhuang.

Il Bosco Verticale di Milano

Stefano Boeri Architetti è il progettista dei due edifici residenziali di Bosco Verticale, costruiti in occasione di Expo 2015. Per il progetto del verde, Boeri Studio si è avvalso della collaborazione con lo studio Emanuela Borio e Laura Gatti.

Il Bosco Verticale è una nuova idea di grattacielo, in cui alberi e umani convivono. È il primo esempio al mondo di una torre che arricchisce di biodiversità vegetale e faunistica la città che lo accoglie.”

Il Bosco Verticale di Milano

Un progetto di architettura che fa proprio quel sentimento tipico giapponese di sacro rispetto per la natura e che, in architettura si traduce in una profonda attenzione al contesto naturale, un dialogo leale con l’ambiente dove l’opera va ad inserirsi.

Qui il ragionamento si fa più audace: è la natura, non più presente nella città, se non in misura minore, sporadica, a muoversi dalla campagna per andare incontro all’architettura.

Il risultato è un nuovo paesaggio, artificioso e saturo di verde, che nella sua messa in scena ridona dignità all’opera, e insieme linfa vitale, respiro, vitalità, colore.

È l’esperimento di una nuova tipologia di architettura, che per dimensione occupa uno spazio molto limitato all’interno del centro di una città densa ma, per numero di piante, arbusti e alberi (più di 20.000) equivale alla superficie verde di una foresta di tre ettari”.

Le torri sono caratterizzate dai grandi balconi tra loro sfalsati e a forte sbalzo (circa tre metri), funzionali a ospitare le grandi vasche perimetrali per la vegetazione e a permettere la crescita senza ostacoli degli alberi di taglia maggiore, anche lungo tre piani dell’edificio.

Bosco Verticale a Milano, sezione

Tutte le operazioni di manutenzione e cura del verde sono gestite a livello condominiale, allo scopo di mantenere il controllo dell’equilibrio antropico-vegetale.

Centralizzata anche l’irrigazione: i fabbisogni delle piante sono monitorati da un impianto a sonde controllato digitalmente in remoto mentre l’acqua necessaria è attinta in larga misura dal filtraggio degli scarichi grigi delle torri.

Bosco Verticale a Milano, schemi dei sistemi idrico e vegetazione

Involucro vegetale

L’involucro vegetale che costituisce la pelle esterna del Bosco Verticale, è un organismo vivente, una vera e propria foresta urbana stratificata in altezza.

Bosco verticale a Milano, l'involucro vegetale

Pareti e tetti verdi, sono usati da tempi immemori in architettura, a partire dai Giardini Pensili di Babilonia (una delle Sette Meraviglie dell’Antichità), il Mausoleo di Augusto a Roma fino ad arrivare, in epoca moderna, alla sua riscoperta e definitiva sistemazione nella trattatistica occidentale, ad opera di Le Corbusier (il tetto giardino).

Questo perché, oltre ai positivi effetti circa il benessere psico-fisico sull’essere umano, dovuti al contatto con la natura, tanti sono i vantaggi scaturiti dalla simbiosi edificio-vegetale.

Applicare la vegetazione sulla pelle di un edificio può giovare all’edificio stesso, ma anche ai più ampi dintorni urbani.

Ricordiamo, brevemente, i preziosi benefici del verde in ambiente urbano:

  • mitigazione dell’effetto “isola di calore”
  • miglioramento della qualità dell’aria (assorbimento CO2)
  • ombreggiatura
  • riduzione della temperatura superficiale (per effetto dell’evapotraspirazione delle piante)
  • isolamento termico

Benefici della forestazione urbana

Al contrario delle facciate “minerali” in vetro o pietra, lo schermo vegetale del Bosco non riflette né amplifica i raggi solari ma li filtra, generando un accogliente microclima interno senza effetti dannosi sull’ambiente. Nello stesso tempo, la cortina verde “regola” l’umidità, produce ossigeno e assorbe CO2 e polveri sottili.

Biodiversità urbana

Il Bosco Verticale è l’edificio-prototipo di una nuova architettura della biodiversità, che pone al centro non più solo l’uomo, ma il rapporto tra l’uomo e altre specie viventi. Il primo caso costruito, a Milano nell’area Porta Nuova, è formato da due torri alte 80 e 112 m, che ospitano nel complesso 800 alberi (480 alberi di prima e seconda grandezza, 300 dalle dimensioni più ridotte), 15.000 piante perenni e/o tappezzanti e 5.000 arbusti, per un totale di 94 specie vegetali differenti. Una vegetazione equivalente a quella di 30.000 mq di bosco e sottobosco, concentrata su 3.000 mq di superficie urbana.

Le specie arboree del Bosco Verticale di Boeri

Nelle varie stagioni, le variazioni nel colore e nelle forme della struttura vegetale generano un grande landmark cangiante, fortemente riconoscibile anche a distanza: caratteristica che ha generato in pochi anni l’immagine del Bosco Verticale come nuovo simbolo di Milano.

Risultato di tre anni di studi condotti insieme a un gruppo di botanici ed etologi lo sviluppo della componente vegetale ha preceduto la stessa vita edilizia del complesso. A pochi anni dalla sua costruzione, il Bosco Verticale ha così dato vita a un habitat colonizzato da numerose specie di animali (tra cui circa 1.600 esemplari di uccelli e farfalle), un magistrale esempio di biodiversità urbana.

Il Bosco Verticale a spasso per il mondo

I continui sforzi per migliorare gli standard di equità sociale e qualità della vita effettuati da Stefano Boeri Architetti trovano espressione nei Boschi Verticali di Milano, Eindhoven, Nanchino, Tirana e Il Cairo come manifesto per un futuro migliore, più vivibile e verde.

Dal primo progetto pilota di Milano, il concetto di forestazione urbana ha riscosso talmente tanto successo che sono sorte numerose varianti progettuali per adattarsi ai contesti regionali specifici. Anche la scala è mutata: dal singolo edificio o grattacielo, l’attenzione si è focalizzata su una forestazione più ampia includendo parti intere di città.

Le architetture de Il Bosco Verticale nel mondo

Il Bosco Verticale ha cioè cominciato il suo giro intorno al mondo, dall’Europa alla Cina, dall’America all’Egitto. Vediamo alcuni degli esempi più significativi.

Nel 2015 Stefano Boeri Architetti si aggiudica – superando le proposte degli studi Mario Botta, Richter Dahl Rocha & Architetti Associati, Goettsch Partners – un importante concorso architettonico internazionale per una torre a destinazione prevalentemente residenziale da realizzare nella località di Chavannes-Près-Renens, nei pressi di Losanna (Svizzera).

Nasce così la Torre dei Cedri: il principale individuo residente in questo spazio è l’albero del cedro. Caratterizzato dalla figura iconica e da un’elevata resistenza alle variazioni climatiche, è qui previsto in diverse varietà, che riprendono e instaurano un dialogo e una continuità di habitat con quelle che già popolano il territorio circostante.

Bosco Verticale: Torre dei Cedri di Losanna

Il Bosco Verticale di Nanjing (o Nanchino) è il primo edificio vegetale realizzato in Asia da Stefano Boeri Architetti. Le due torri che compongono il complesso sono caratterizzate dall’alternarsi di balconi e vasche verdi, sul modello del Bosco Verticale di Milano, e lungo le facciate ospitano 600 alberi di grandi dimensioni, 200 alberi di taglio medio e oltre 2.500 arbusti e piante a caduta che andranno a coprire una superficie di 4.500 mq.

Il progetto è disegnato come una vera e propria foresta verticale che contribuisce a rigenerare la biodiversità locale – mediante la piantumazione di 27 specie autoctone – e a ridurre le emissioni di CO2 di circa 18 tonnellate, producendo fino a 16,5 tonnellate di ossigeno ogni anno.

Bosco Verticale di Nanjing

Palazzo Verde è il nuovo Landmarks del distretto Nieuw Zuid ad Anversa. Con un giardino semi-pubblico alla quota della città e tre ampie terrazze progettate per ospitare tre giardini in copertura, il Palazzo Verde è l’edificio più verde del Belgio, in grado di combattere l’inquinamento dell’aria, contrastando le polveri sottili e assorbendo fino a 5.5 tonnellate di CO2 all’anno.

Questo grazie agli 86 alberi e 2200 arbusti piantumati, per un totale di 428,88 metri quadrati di superficie verde totale.

Stefano Boeri, Palazzo Verde di Anversa

Progettato per Eindhoven e battezzato Trudo Vertical Forest, l’ultimo tassello del grande disegno di forestazione urbana applica per la prima volta il modello del Bosco Verticale all’edilizia sociale.

L’intervento olandese esplora così una condizione progettuale, strategica e operativa inedita, anche in risposta a un potenziale limite ipotizzato per questo tipo di architettura: l’essere cioè esclusivamente applicabile a interventi residenziali di fascia alta. Destinato ad accogliere prevalentemente un’utenza popolare, e in particolare giovani coppie, la torre di Eindhoven ospiterà nei suoi 19 piani una serie di appartamenti ad affitto calmierato, ma dall’elevata qualità abitativa, grazie anche alla presenza su tutti i balconi di centinaia di alberi e piante delle specie più varie.

Stefano Boeri Trudo Vertical Forest a Eindhoven

Nel complesso, la torre residenziale della Trudo Vertical Forest sarà in grado di ospitare sull’insieme delle sue quattro facciate, sviluppate per un’altitudine di 75 metri, ben 125 alberi di varie specie, a cui si aggiungeranno circa 5.200 tra arbusti e piante di più piccolo taglio.

Dal progetto del singolo edificio, Stefano Boeri ha esteso il principio ecologico del Bosco Verticale alla scala urbana di un’intera città. È del 2015 il masterplan della città-foresta di Shijiazhuang. Shenzhen e altre città in Cina stanno raggiungendo una popolazione di 60 milioni di persone.

Shijiazhuang, da parte sua, ha un triste primato: è la città con il più alto tasso di inquinamento dell’aria in Cina, una cappa di smog e fuliggine che si dissolve solo per pochi giorni all’anno. La Città Foresta di Shijiazhuang sarà una nuova realtà urbana capace di ospitare 100mila abitanti. Una città di nuova generazione, in grado di diventare un modello di crescita sostenibile in un grande Paese nel quale, ogni anno, 14 milioni di contadini migrano verso le città.

Stefano Boeri, masterplan città-foresta di Shijiazhuang

Nel 2030 il Pianeta ospiterà 43 mega città con più di 10 milioni di abitanti l’una. In questo senso l’urbanizzazione deve essere un processo che si basa sui tre pilastri dello sviluppo sostenibile economico, sociale e ambientale”.

ForestCityShijiazhuang© (FCS) è il prototipo di una nuova generazione di città piccole, compatte e verdi, composte da dozzine di edifici alti e di medie dimensioni – le cosiddette VerticalForests© – circondate dalle foglie degli alberi (che vanno dai 3 ai 9 metri di altezza), arbusti e piante fiorite.

Premi e riconoscimenti per il Bosco Verticale di Stefano Boeri

Il Bosco Verticale ha ottenuto in pochi anni importanti riconoscimenti, tra cui l’International Highrise Award del Deutschen Architekturmuseums di Francoforte (2014) per il grattacielo più innovativo al mondo, il CTBUH Award come miglior edificio alto del mondo (2014), del Council for Tall Building, Urban Habitat dell’IIT di Chicago (2015), la certificazione di sostenibilità LEED Gold (2015) ed ora si aggiunge anche il riconoscimento del Green Building Council degli Stati Uniti che ha conferito il Certificato di Professional Leadership a Stefano Boeri Architetti.

Bosco verticale, in sintesi:

  • Oggetto: Complesso residenziale Bosco Verticale
  • Località: Milano
  • Committente: Hines Italia SGR
  • Progetto architettonico: Stefano Boeri Architetti, Gianandrea Barraca & Giovanni La Varra
  • Progetto strutturale: Arup
  • Progetto impiantistico: Hilson Moran Italia
  • Progetto paesaggistico: Laura Gatti e Emanuela Borio
  • Superficie: 40.000 mq

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