Mobilità elettrica in Italia: il futuro per le città e per il sistema Paese passa da qui

Dalle auto alle e-bike, passando per i veicoli da lavoro fino ai velivoli, le opportunità aperte dall’elettrificazione dei trasporti sono ampie, ma vanno colte, come rilevano gli esperti del settore

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Mobilità elettrica in Italia: il futuro per le città e per il sistema Paese passa da qui

La mobilità elettrica in Italia ha in sé potenzialità importanti oltre che limiti evidenti. Se si guarda al segmento auto, le BEV immatricolate nei più importanti Paesi europei coprono una market share che va dall’Olanda con quasi il 30% di quota, seguita da Belgio e Germania con market share rispettivamente del 19% e 18% circa. L’Italia? Sempre in coda, molto staccata, con il 4% circa di quota di mercato. Eppure nel nostro Paese si sta dando vita a un hypercar e a un velivolo full electric, grazie alle doti di creatività e nel segno del made in Italy su cui sta puntando un imprenditore “illuminato”.

Nel percorso di transizione verso l’emobility vanno considerati diversi aspetti: le infrastrutture di ricarica, di cui in Italia si contano 47.228 punti di ricarica a uso pubblico (in crescita del 44% circa rispetto al 2022), e gli altri mezzi – e-bike, bus, veicoli commerciali – che contribuiscono a comporre il mosaico della mobilità elettrica nazionale.

Mobilità elettrica in Italia: il mercato auto non decolla

L’auto nel mondo della mobilità elettrica in Italia vive diverse contraddizioni.

Come ha spiegato Francesco Naso, segretario Motus-E, è un mercato che pur ritrovando il segno positivo nel 2023, non riesce a stare al passo degli altri grandi Paesi europei. Nell’anno da poco concluso sono state immatricolate 66.276 vetture full electric, registrando un +35,1% rispetto al 2022 e con una quota di mercato nei 12 mesi che si attesta al 4,2%. Dati positivi, ma sono equivalenti a quelli registrati nel 2021 e non un passo in avanti costante e progressivo come possono mettere in evidenza Germania, Inghilterra, Francia e Spagna.

Quali i motivi dietro a questa fatica della mobilità elettrica in Italia?

«In primo luogo, il sistema italiano, lato politico e media, sta accogliendo l’emobility in maniera poco aperta. A livello di comunicazione, circolano informazioni che confondono i potenziali utenti e questa confusione non fa che posticipare il potenziale acquisto di un veicolo elettrico, danneggiando il mercato nazionale», ha affermato Naso in occasione del convegno sull’emobility organizzato da Prospecta Formazione e KEY – The Energy Transition Expo.

Convegno di avvicinamento a K.EY 2024 dedicato all'e-mobility organizzato da Prospecta
Basta andare a leggere i dati emersi alla conferenza di UNRAE sul futuro della mobilità. Nell’occasione il direttore Generale dell’UNRAE, Andrea Cardinali, aveva evidenziato che l’andamento del mercato dell’auto nei primi dieci mesi del 2023, lato veicoli elettrici (BEV+PHEV), nel mondo dovrebbe toccare 14,1 milioni di unità (+34%) e una quota di mercato del 16%, mentre l’Italia è a quota 8,4%, e per le BEV è ferma al 3,9%, ultima tra i 19 Paesi europei considerati.

In quell’occasione Cardinali disse che: “l’anomalia italiana non può essere una questione di reddito, visto che diversi paesi con Pil pro-capite inferiore al nostro hanno una quota di BEV che va dal 17% del Portogallo al 10,6% della Romania, fino al 4,6% della Grecia, contro il nostro 3,9%”.

Tra l’altro, resta da capire quale sarà la situazione degli incentivi, quando verranno finalizzati, ponendo un ulteriore elemento di incertezza.

Eppure, in Italia ci sono le condizioni per moltissimi utenti, privati e aziendali, di passare all’elettrico. Pensiamo anche alle città: «l’emobility offre un grande vantaggio in termini di efficienza, in termini di minor uso di energia, elemento che si esplica bene nel contesto urbano. Inoltre, l’impiego dell’elettrico – considerando nell’impiego attraverso vari tipi di veicoli – migliora il livello di emissioni. Possiamo considerare quello tra mobilità elettrica e città come un rapporto simbiotico».

Emobility in città: tra ricarica intelligente e potenzialità di connessione

Un legame virtuoso tra la mobilità elettrica in Italia e le città è offerto dalle infrastrutture di ricarica.

Mobilità elettrica, infrastrutture di ricarica in città

Lo ha messo in luce Omar Imberti, coordinatore del gruppo e-mobility di ANIE. Si pensi alle possibilità di ricarica: residenziale, sul posto di lavoro o in un centro commerciale.

A questo proposito si fa strada il concetto di smart charging, ossia di “ricarica intelligente”: si definisce così un’operazione di ricarica in cui l’intensità dell’energia elettrica fornita alla batteria è regolata in tempo reale sulla base di informazioni ricevute mediante comunicazione elettronica. È un’opportunità aperta mediante l’applicazione del Regolamento AFIR, sulle infrastrutture per i combustibili alternativi, che costituisce una pietra miliare della politica europea “Fit for 55”. Essa prevede una maggiore capacità di ricarica pubblica nelle strade delle città e lungo le autostrade di tutta Europa.

L’AFIR si applicherà a partire da quest’anno, aprendo a potenzialità di sviluppo significative per le infrastrutture di ricarica: come ricorda il Consiglio Europeo, dal 2025 in poi, ogni 60 km lungo i principali corridoi di trasporto dell’UE, la cosiddetta “rete transeuropea di trasporto (TEN-T)” dovranno essere installate stazioni di ricarica rapida da almeno 150 kW per auto e furgoni.

Inoltre, le stazioni di ricarica per veicoli pesanti con una potenza minima di 350 kW dovranno essere installate ogni 60 km lungo la rete centrale TEN-T e ogni 100 km sulla rete globale TEN-T più ampia a partire dal 2025, con copertura di rete completa entro il 2030.

Dalle comunità energetiche al Vehicle to Grid: le batterie auto preziose per l’energy storage

C’è poi da pensare alle opportunità offerte dallo sviluppo delle comunità energetiche, ma anche alle potenzialità offerte dal parco circolante BEV in termini di energy storage. Come ha ricordato Imberti, il parco circolante al 2030 sarà costituito da circa 6 milioni di veicoli, con potenzialità per 258 GWh.

Si fa strada così il concetto di vehicle to grid (V2G), vehicle to home (V2H) e vehicle to building (V2B). Stiamo parlando di sistemi bidirezionali in cui l’auto può immettere energia nella rete pubblica o in quella della propria casa o edificio/condominio.

Su tutti questi aspetti si aprono occasioni di sviluppo e interconnessione, ma anche considerazioni da fare, che spaziano dal tenere conto di quando potrebbe servire per dare supporto alla rete alla definizione di regole di inserimento nel sistema di distribuzione.

La flessibilità dell’emobility, dall’e-bike ai bus…

Se c’è un argomento di forte interesse sulla mobilità elettrica in Italia, in Europa e nel mondo è il fattore e-bike. Con un mercato, in termini di vendite, che si prevede raddoppierà, generando circa 53,5 miliardi di dollari di entrate nel 2027 rispetto ai poco più di 26 miliardi del 2022, le bici a pedalata assistita sono il mezzo che più incarna il gradimento crescente per la mobilità elettrica da parte degli utenti.

Le e-bike per la mobilità sostenibile

In Europa dove le e-bike vendute nel 2022 sono state 5,5 milioni. L’Italia mostra un incremento anno su anno nelle vendite, tanto che nel 2022 – malgrado il calo di vendite (-15%) del segmento bici tradizionali – sono cresciute del 14%. I motivi alla base del successo li ha evidenziati Piero Nigrelli, responsabile ciclo per Confindustria Ancma. Oltre alla economicità e praticità della ricarica rispetto alle auto elettriche va ponderata bene la possibilità di fare mobilità attiva contando sulla possibilità del sostegno della pedalata assistita che consente anche ai meno allenati di potersi muovere. Le e-bike e le cargo-bike sono due mezzi che possono risolvere le necessità di spostamento persone e merci in città, potendo diventare protagonisti. Certo, c’è ancora molto da fare specie in Italia: «per fare un confronto con la Germania, in questo Paese di mezzi elettrici a pedali se ne sono venduti 2,2 milioni di cui 300mila sono cargo-bike, costituiti per la stragrande maggioranza da mezzi elettrici», ha specificato Nigrelli. Proprio nella considerazione del trasporto merci dell’ultimo miglio e degli spostamenti, per la metà dei quali rientrano tra i 2 e i 10 km, le bici “a spina” sono alternative di grande interesse.

Ma la mobilità elettrica va considerata nel suo insieme, nella possibilità di sviluppare una concezione di trasporto intermodale, in cui anche i bus elettrici diventano protagonisti. Alcuni Stati membri e molte grandi città prevedono di introdurre gradualmente gli autobus a emissioni zero nei prossimi anni. Ci sono molti impegni da parte delle principali città europee: oltre la metà prevede che entro il 2040 circolino solo autobus a emissioni zero sulle loro strade.

In Italia oggi si può contare anche su mezzi made in Italy: Industria Italiana Autobus ha realizzato il primo – e finora unico – bus full electric nazionale. Guido Molese, responsabile relazioni istituzionali e comunicazione della società, ha messo in luce le capacità di personalizzazione dei mezzi urbani per assecondare ogni specifica richiesta.

…Alle hypercar e velivoli del futuro: l’elettrificazione è un’opportunità da non perdere

Dai mezzi quotidiani a quelli da sogno, la mobilità elettrica in Italia è in grado di realizzare autentici sogni: uno è quello dell’hypercar full electric Fulminea, progettata da Automobili Estrema. L’intenzione, come ha spiegato il Ceo e co-fondatore Gianfranco Pizzuto, è di prevedere la realizzazione entro quest’anno. L’idea è quella di costruirla nella fabbrica ex Maserati di Grugliasco e Pizzuto ha già presentato l’offerta di acquisto.

La capacità di produrre in Italia è fondamentale, mette in evidenza lo stesso imprenditore: «avere la dimestichezza nell’uso della tecnologia elettrica è imprescindibile in chiave futura se non vogliamo rischiare di restare al palo. L’elettrificazione fornirà all’Italia un importante contributo per i prossimi decenni, dalle e-bike alle macchine movimento terra agli aerei». Proprio sugli aerei la società di Pizzuto sta lavorando sul futuro E-Vtol, aeromobile elettrico a decollo e atterraggio verticale.

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