Energy storage in Italia: essenziale per la transizione energetica, occasione per fare sistema 04/10/2024
Appalti servizi energetici, approvati i CAM EPC: come cambiano i requisiti ambientali minimi 04/09/2024
Federalberghi Abruzzo e Regalgrid: un accordo per la transizione energetica delle strutture 04/10/2024
Indice degli argomenti Toggle Come scegliere l’impianto per la produzione di ACSProdurre ACS con la caldaia a condensazionePompa di calore e acqua calda sanitariaCaldaia a biomassa, per abbandonare il gasImpianto solare termico La produzione di acqua calda sanitaria può essere affidata a diverse tipologie di impianti, eventualmente responsabili anche del riscaldamento domestico. Nel corso del tempo, le soluzioni impiantistiche disponibili si sono evolute ed è aumentato anche il ventaglio di possibili alternative tra cui scegliere. Energia rinnovabile, efficienza energetica, sostenibilità sono le tendenze che più di tutto hanno guidato questa evoluzione. Optare per soluzioni efficienti per la produzione di ACS è una scelta vantaggiosa, in quanto permette risparmi economici e, in aggiunta, un impatto ambientale ridotto. L’acqua calda sanitaria, abbreviata in ACS, è utilizzata all’interno di qualsiasi edificio dalle persone che lo vivono. In ambito residenziale, soprattutto, viene usata per l’igiene personale e per la cucina, circolando fino a circa 60°-70°. Considerando l’elevata quantità di acqua utilizzata ogni giorno, infatti, riscaldarla in modo più efficiente può comportare veri e propri tagli ai consumi energetici. Per quanto secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità sarebbero sufficienti 50-100 litri di acqua al giorno per soddisfare tutte le esigenze di una persona, in paesi come l’Italia, i consumi sono molto maggiori. Secondo l’ultimo report Istat, relativo al triennio 2019-2021, si contano per ogni italiano 236 litri di acqua al giorno, di cui però più del 30% è imputabile anche a perdite della rete di distribuzione. Analizzando la tipologia di consumi, poi, emerge che una buona parte è imputabile all’igiene personale e al consumo di acqua riscaldata. Per questo è fondamentale ridurre i consumi, ma anche ricorrere a soluzioni efficienti e sostenibili per produrre ACS. Fortunatamente, le tecnologie disponibili sono diverse e permettono di abbandonare soluzioni poco efficienti come il classico scaldabagno elettrico, con impatti ambientali e costi superiori rispetto alle più moderne soluzioni. Un tempo molto diffuso in ambito residenziale, oggi non rappresenta sicuramente la soluzione migliore per la produzione di ACS. Si compone di un serbatoio, che contiene una resistenza elettrica in grado di riscaldare l’acqua contenuta al suo interno. Come scegliere l’impianto per la produzione di ACS Per produrre l’acqua calda sanitaria necessaria in ambito domestico – e non solo – è possibile prendere in considerazione differenti soluzioni tecnologiche. Non esiste un impianto che, a priori, può essere considerato migliore di tutti gli altri, in quanto vanno presi in considerazione differenti fattori, tra cui ad esempio le altre soluzioni impiantistiche presenti nell’edificio, anche per il riscaldamento, e la tipologia di consumi previsti. Stimare il fabbisogno reale, infatti, permette di valutare in modo più oggettivo i vantaggi di ogni possibile soluzione, procedendo anche con un corretto dimensionamento dell’impianto, che a sua volta incide sull’efficienza e sull’efficacia del sistema installato. Per non commettere errori, è importante affidare l’incarico a progettisti qualificati, in grado di supportare la committenza in tutte le valutazioni del caso. Produrre ACS con la caldaia a condensazione Tra gli impianti più diffusi per il riscaldamento domestico, in Italia, si trova senza dubbio la caldaia a condensazione. Secondo i dati di Assotermica, in Italia nel 2022 si sono installate più di un milione di caldaie, dato in crescita rispetto all’anno precedente. Questa tipologia di impianti può servire sia il riscaldamento, che la produzione di acqua calda sanitaria e, rispetto ai modelli precedenti e tradizionali, permette un maggior risparmio energetico e un impatto ambientale inferiore. Vengono sfruttati i fumi della combustione per produrre calore in modo più efficiente e alleggerire anche le bollette. Nel caso si voglia usare la caldaia a condensazione per la produzione di acqua calda, è possibile optare per un modello istantaneo oppure per una caldaia con accumulo. Nel primo caso, l’impianto si avvia solo nel momento in cui è richiesta ACS, riscaldando l’acqua in un tempo relativamente breve e variabile a seconda della temperatura richiesta. Il vantaggio principale di questa soluzione è, chiaramente, la possibilità di installare solo la caldaia, senza occupare altro spazio. Nel caso di una caldaia combinata con un sistema di accumulo, invece, l’acqua riscaldata dalla caldaia viene stoccata in un serbatoio dedicato ed è pronta all’uso. Questo serbatoio, che assicura una riserva di acqua calda, può essere esterno alla caldaia o inserito al suo interno e permette di soddisfare al meglio anche necessità quali l’uso contemporaneo in più bagni o fabbisogni di famiglie più numerose. Chiaramente richiede spazio e ha costi maggiori. Pompa di calore e acqua calda sanitaria Per favorire l’efficienza energetica, oltre che in prospettiva degli obiettivi europei di decarbonizzazione, si sta spingendo molto su soluzioni per la climatizzazione domestica che non utilizzino il gas come fonte energetica. Tra queste, spiccano sicuramente le pompe di calore, siano esse ad aria, acqua o geotermiche. Il loro grande vantaggio è quello di sfruttare fonti energetiche naturali, ossia di utilizzare il calore naturalmente presente nell’aria esterna, nell’acqua o anche nel terreno. L’efficienza delle pompe di calore, purché installate in edifici con buone prestazioni e combinate con sistemi adeguati di distribuzione, è molto più elevata rispetto a quella della caldaia. Anche in questo caso, è possibile combinare il riscaldamento con la produzione di acqua calda sanitaria, grazie all’installazione di appositi serbatoi, in cui viene conservata l’acqua, riscaldata proprio mediante il trasferimento del calore prelevato dalle fonti naturali esterne. Per non avere disagi, è importante dimensionare in modo corretto la capacità dello scaldacqua. Il risparmio economico assicurato da questa combinazione è ancora maggiore se la pompa di calore è abbinata ad un sistema fotovoltaico, in grado di rendere il sistema 100% rinnovabile. Caldaia a biomassa, per abbandonare il gas Un’altra soluzione impiantistica utilizzata anche per il riscaldamento quando si vuole abbandonare il gas, è la caldaia a biomassa, alimentata a legno, pellet o cippato. Esistono caldaie con potenze e dimensioni differenti, che in alcuni contesti sono perfette per svincolare il riscaldamento e la produzione di ACS dal gas. Anche in questo caso è necessario installare un serbatoio di accumulo e, nello specifico, si parla di termocamini e idrostufe, proprio per la loro predisposizione a riscaldare anche l’acqua. Inoltre, è necessario verificare quale sia il modello più adatto alle proprie esigenze, ricordando che se si vuole produrre ACS durante tutto l’anno è opportuno optare per un sistema che sia in grado di funzionare solo in risposta alle esigenze idrosanitarie, senza riscaldare al contempo la casa. Impianto solare termico Un’ultima ipotesi per produrre acqua calda sanitaria, quando si parla di rinnovabili, è sicuramente rappresentata dai pannelli solari termici, che possono riscaldare l’acqua grazie all’energia solare. Una fonte rinnovabile e gratuita, che permette di ridurre al minimo l’impatto ambientale del processo di produzione di ACS. Esistono due principali tipologie di impianto: a circolazione naturale, quando il serbatoio è posizionato sul tetto vicino ai pannelli, o a circolazione forzata, quando il fluido termovettore usato per riscaldare l’acqua viene spinto fino a un serbatoio posizionato altrove all’interno dell’edificio. In ogni caso, è necessario progettare adeguatamente l’impianto, calcolando la superficie captante necessaria in base al fabbisogno di acqua richiesto. Inoltre, si suggerisce l’abbinamento con un altro sistema, per la garanzia di ACS anche in quei momenti in cui la produzione è scarsa o nulla, come di notte o nei giorni nuvolosi. Inoltre, una volta ammortizzato l’investimento iniziale, il costo di dell’acqua calda è quasi nullo. I limiti di questa soluzione sono chiaramente connessi all’imprevedibilità della fonte utilizzata, in quanto le stagioni e i fenomeni meteorologici possono incidere sulla capacità di produzione dell’impianto installato. Per questo motivo, è fondamentale valutare attentamente il posizionamento dei pannelli, combinare un serbatoio di accumulo e installare anche un sistema alternativo per produzione di acqua calda sanitaria. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
09/09/2024 Degrado dei sistemi di acqua dolce: metà dei paesi del mondo in crisi secondo l'UNEP A cura di: Raffaella Capritti Secondo l'UNEP metà dei paesi mondiali soffrono il degrado dei sistemi di acqua dolce, con gravi ...
27/08/2024 Siccità: l'acqua non sfruttata delle dighe Quasi il 14% dei 12 miliardi di metri cubi d’acqua presenti negli invasi non vengono sfruttati ...
18/04/2024 Crisi idrica, l'appello di Legambiente e Unhcr: “216 milioni di persone potrebbero migrare per la mancanza di acqua” A cura di: Giorgio Pirani La crisi idrica è al centro della crisi climatica e delle migrazioni: negli ultimi 23 anni, ...
22/09/2023 Aqua Italia: acqua del rubinetto scelta da 8 italiani su 10 A cura di: Giulia Galliano Sacchetto Aqua Italia: l’acqua del rubinetto nostrana è tra le migliori d’Europa e 8 italiani su 10 ...
17/04/2023 Quanto costa l’emergenza idrica al PIL italiano Secondo i dati di The European House – Ambrosetti, l’emergenza idrica potrebbe mettere a rischio 320 ...
21/03/2023 Allarme siccità in Italia: cosa ci aspetta E' già emergenza siccità: : i segnali che arrivano da fiumi, laghi e montagne sono preoccupanti ...
07/03/2023 Siccità e soluzioni: i rimedi per il Po che possono salvare il Pil nazionale A cura di: Andrea Ballocchi Il Po è colpito dalla siccità. Le soluzioni nel breve-medio e lungo periodo ci sono: su ...
19/12/2022 Alluvioni e siccità, oltre il 70% dei disastri naturali legati all'acqua A cura di: Tommaso Tetro Pubblicato il Rapporto dell'OMM sugli effetti dei cambiamenti climatici, ambientali e sociali sulle risorse idriche della ...
12/12/2022 Acque sotterranee, invisibili ma vitali La gestione sostenibile delle acque sotterrane è fondamentale per affrontare le sfide poste dal cambiamento climatico ...
11/11/2022 Trattamento acque reflue: meno sprechi ed emissioni CO2 grazie alla digitalizzazione Come affrontare la scarsità d’acqua riducendo i costi del trattamento delle acque reflue e allo stesso ...