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Indice degli argomenti Toggle Come riscaldare casa senza gas risparmiando?Biomassa al posto del gas: pro e controPompa di calore: aria, acqua e geotermiaConvertire riscaldamento a gas in elettricoIl contributo di fotovoltaico e solare termicoPassare all’elettrico per preservare la salute: gli impatti della cottura a gasLe soluzioni per eliminare il gas E’ ormai passato un anno dalla fatidica data dell’invasione russa in Ucraina, avvenimento che oltre ad aver generato sgomento ha compromesso una serie di equilibri sia a livello europeo che globale. Se ci soffermiamo sulle conseguenze generate nel nostro continente non possiamo non considerare ciò che la dipendenza dalla Russia per la fornitura del gas ha generato per la nostra economia. Nonostante l’approvazione di una serie di misure fin da subito, tra cui la proposta della Commissione europea di una bozza di piano per emancipare l’Europa dai combustibili fossili russi prima del 2030, la speranza che la situazione potesse tornare a una sorta di normalità è scemata con l’ennesimo aumento dei costi dello scorso dicembre, aumento che ha registrato un +23,3% in bolletta rispetto a novembre 2022. Un anno fa l’ex Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, intervenendo alla trasmissione di Rai 3 Agorà Extra, dichiarava che in Italia “Importiamo dalla Russia annualmente circa 29 miliardi di metri cubi di gas, poco più del 40%, che vanno sostituiti”. Da quell’intervento la situazione è leggermente cambiata, con una quota di gas importata dalla Russia nel 2022 pari a 11,2 miliardi di metri cubi. Purtroppo questo calo non è stato il pretesto per spingere l’acceleratore sulla transizione da fonti fossili a rinnovabili, ma per potenziare la nostra dipendenza da altri Paesi esportatori di gas. Si è, infatti, registrato un incremento del 12% del flusso proveniente dall’Algeria, secondo Paese per quantità di gas importato, e del 41% dall’Azerbaijan, il terzo Stato da cui l’Italia riceve più gas. Se da un lato è innegabile l’urgenza con la quale il nostro Paese è stato spinto ad agire per poter garantire l’approvvigionamento a famiglie e imprese per l’inverno, dall’altro non dobbiamo perdere di vista l’obiettivo comune, ossia l’abbattimento delle emissioni di CO2 entro il 2050. Operare per accelerare la transizione energetica comporterà inevitabilmente un abbassamento dei prezzi dell’energia, permettendo di raggiungere due obiettivi simultaneamente. Come riscaldare casa senza gas risparmiando? Al di là delle strategie governative nel medio e lungo periodo, possiamo immaginare di riscaldare le nostre case senza gas? La risposta è sì. Esistono una serie di alternative che garantiscono risparmi in bolletta nel rispetto dell’ambiente e aiutano a raggiungere l’indipendenza energetica.Gli edifici evolvono e gli impianti cambiano con essi, rispondendo sempre meglio ad esigenze quali prestazioni elevate, efficienza energetica, risparmio energetico e sostenibilità. Proprio sull’onda di questo cambiamento, supportato da una costante evoluzione tecnologica, sono nate diverse alternative per gli impianti domestici e sono sempre di più le persone a non dipendere più dal gas per il funzionamento dei propri impianti. I motivi per cui ci si indirizza verso edifici privi di soluzioni a gas sono diversi, tra cui anche il tema della sicurezza. A ciò si aggiunge un importante altro fattore, relativo all’uso sempre più diffuso di fonti rinnovabili, nella maggior parte dei casi per la produzione di energia elettrica. Gli impianti a gas, inoltre, faticano a garantire le performance di efficienza e sostenibilità che invece contraddistinguono altre soluzioni. Ecco, allora, che cresce il numero degli utenti interessati alle soluzioni attualmente disponibili per eliminare il gas dalla propria casa. Le alternative valide non mancano, da valutare e selezionare in base alle proprie esigenze. Biomassa al posto del gas: pro e contro L’elenco delle alternative agli impianti tradizionali parte dalle caldaie a biomassa in quanto si tratta di una fonte energetica già particolarmente conosciuta, anche se molto spesso considerata solo come soluzione secondaria ad altro.Le caldaie a biomassa sono alimentate da prodotti quali il legno, il pellet o altre sostanze organiche solide, sempre di origine naturale e rinnovabile. Tra i vantaggi c’è sicuramente il fatto che il costo della materia prima è favorevole rispetto al gas. Infatti, a fronte di un investimento iniziale maggiore (le caldaie a biomassa costano di più), si ottiene un risparmio nel tempo abbastanza vantaggioso, dovuto anche ad un consumo ridotto di circa il 20% rispetto a quanto avviene con una caldaia tradizionale. La caldaia a condensazione PE1c Pellet di Froling si caratterizza per alta efficienza, funzionamento silenzioso, bassi consumi ed emissioni estremamente contenute. Grazie a un innovativo sistema a condensazione, la PE1c vanta un rendimento molo alto, oltre il 106%. Il principale ostacolo, invece, risiede nella necessità di stoccare il materiale necessario, come il legno e il pellet, che devono sempre essere disponibili se non si vuole rischiare di rimanere al freddo e senza acqua calda. Inoltre, questi impianti non possono gestire anche il raffrescamento. Pompa di calore: aria, acqua e geotermia Negli ultimi anni le pompe di calore si sono diffuse molto, anche per la costante promozione delle soluzioni ad energia rinnovabile. Le pompe di calore per la produzione di energia ricorrono a fonti pulite e rinnovabili, che si possono principalmente distinguere in: aria esterna, acqua di falda o il calore della terra. Per il funzionamento della pompa, che sfrutta il calore naturalmente presente in queste tre fonti, è necessario un collegamento elettrico, ma il consumo di energia elettrica risulta comunque ridotto rispetto ad altri impianti. Il risparmio energetico assicurato, rispetto a soluzioni come caldaia e radiatori, può arrivare anche al 75%. Percentuale che, chiaramente, scende se la comparazione viene fatta con un sistema con caldaia a condensazione. Nella maggior parte dei casi si consiglia di combinare la pompa di calore con un sistema di distribuzione che lavori a bassa temperatura, come i pannelli radianti a pavimento o soffitto. Tra i vantaggi c’è anche il fatto che la maggior parte dei modelli ha un funzionamento reversibile, ossia in grado di fare sia caldo, che freddo. La pompa di calore salvaspazio “no gas” Vitocal 100-A Kit Compact di Viessmann per la climatizzazione residenziale e la produzione di acqua calda sanitaria, con soli soli 38 cm di profondità si adatta ai moderni spazi abitativi. Il sistema è formato da una pompa di calore monoblocco idronica Vitocal 100-A da 6 a 12 kW, con tecnologia full inverter ad alta efficienza a gas R32, e modulo a incasso esterno Nel caso dell’installazione di pompa di calore è fondamentale che il dimensionamento sia corretto e per questo è sempre fondamentale il lavoro di un termotecnico. Altrimenti, i vantaggi in termini di risparmio potrebbero essere vanificati. Particolare attenzione deve essere posta anche in fase di valutazione del modello, considerando la compatibilità con il contesto locale. Ad esempio, se le temperature invernali esterne sono troppo rigide, la pompa di calore da sola potrebbe non essere sufficiente. La pompa di calore ibrida aria-acqua monoblocco inverter Baxi Hybrid Auriga è appositamente pensata per la riqualificazione di appartamenti, abitazioni singole. La soluzione più interessante in questo caso è un impianto ibrido, integrando per esempio la pompa di calore con una caldaia (anche esistente), che si attiva automaticamente nel caso in cui la temperatura esterna scenda al di sotto della soglia di efficienza della PdC, in modo da coprire tutte le necessità di riscaldamento e acqua calda. Convertire riscaldamento a gas in elettrico Anche se non molto diffuso, il riscaldamento elettrico a pavimento è in ogni caso un’alternativa e si compone (come quello radiante ad acqua) di una serpentina annegata nel massetto. Tra i vantaggi c’è sicuramente la possibilità di alimentare l’impianto con energia elettrica, ad esempio combinando i pannelli con un sistema fotovoltaico. Prodeso Heat Grip System è il sistema di riscaldamento elettrico realizzato e brevettato da Progress Profiles che si può applicare su qualsiasi sottofondo e garantisce un ambiente caldo in poco tempo e ottimizzazione dei consumi. La posa in opera non è complessa e i costi sono abbastanza contenuti. Tra gli svantaggi c’è il fatto a livello di efficienza sia meno conveniente rispetto ad altri sistemi, come le pompe di calore. Si tratta di una soluzione da prendere in considerazione soprattutto in alcuni contesti, ad esempio in presenza di superfici ridotte e con un buon livello di isolamento. Inoltre, è necessario trovare una soluzione alternativa per la produzione di acqua calda sanitaria, non gestibile con questa tipologia di impianto. Il contributo di fotovoltaico e solare termico Il fotovoltaico e il solare termico sono soluzioni per la produzione di energia rinnovabile facilmente installabili presso la propria abitazione, perfette da combinare con alcuni degli impianti sopra descritti, coprendo buona parte dei consumi. Ad esempio una pompa di calore abbinata ad un sistema radiante, ad un impianto fotovoltaico e solare termico, assicura la massima efficienza e avvicina l’abitazione all’obiettivo dell’indipendenza energetica. Chiaramente, l’investimento richiesto per una soluzione completa di questo tipo è particolarmente importante e potrebbe essere tra i 15 e i 20 mila euro. Passare all’elettrico per preservare la salute: gli impatti della cottura a gas Un recente rapporto di CLAPS e della European Public Health Alliance, con il contributo dell’Organizzazione per la Ricerca Scientifica Applicata (TNO), dal titolo “Exposing the Hidden Health Impacts of Cooking with Gas”, ha messo in luce una serie di rischi per la salute legati alla cottura a gas, spiegando perché sostituire gli apparecchi di cottura a gas a favore delle alternative elettriche è la scelta ideale.Secondo il rapporto tutti gli apparecchi di cottura che utilizzano il gas rilasciano sostanze inquinanti dannose per la salute e per l’ambiente, superando i limiti europei per l’inquinamento dell’aria. Questa situazione è aggravata dalla frequente assenza di ventilazione, data dal fatto che spesso le cappe di aspirazione non vengono accese o sono inefficienti. Per capire meglio l’impatto generato dalla cottura a gas si pensi che ha un’influenza sull’asma infantile paragonabile a quella del fumo passivo. Una considerazione allarmante se si pensa che in Italia il 68% delle cucine domestiche sono a gas, la percentuale più alta d’Europa. Il report spiega, quindi, perché è necessario sostituire gli apparecchi di cottura a gas con soluzioni elettriche. Tra le motivazioni principali il fatto che le cucine a gas emettono una serie di sostanze inquinanti quali biossido di azoto (NO2), monossido di carbonio (CO), anidride carbonica e metano incombusto (CH4), generando inquinamento dell’aria indoor a danni delle persone che vivono la casa. Danneggiare la salute delle persone vuol dire anche gravare sull’economia degli Stati: questo tipo di inquinamento costa all’Ue circa 3,5 miliardi di euro all’anno in spese sanitarie. A queste motivazioni si aggiunge il fatto che il gas è un combustibile fossile e che oltre a danneggiare la salute delle persone ha effetti negativi anche per l’ambiente, ostacolando il raggiungimento degli obiettivi climatici prefissati dall’UE. Le soluzioni per eliminare il gas Secondo il report sarebbe raccomandabile sospendere la vendita di nuovi apparecchi per la cottura a gas; bisogna, però, considerare che la maggioranza delle abitazioni non è ancora provvista di sistemi per la produzione di energia pulita e una crescente rischista di elettricità deve essere gestita adeguatamente. Un passo in questo senso è già stato fatto, installando all’interno dei nuovi immobili solo apparecchi elettrici per il riscaldamento e la cottura. Sono molte, poi, le attività di sensibilizzazione portate avanti per accelerare l’utilizzo di tecnologie elettriche. Il consiglio, qualora non sia possibile sostituire la cottura a gas, è quello di migliorare la ventilazione usando cappe di aspirazione durante la cottura e per almeno 10 minuti dopo aver finito, aprire le finestre e installare rilevatori di monossido di carbonio. Articolo aggiornato Consiglia questo approfondimento ai tuoi amici Commenta questo approfondimento
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